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Il silenzio che piombò nella stanza subito dopo la nostra discussione era imbarazzante, ma il modo in cui Kuina guardava me e Chishiya lo era ancora di più.

Dati i miei sentimenti ormai innegabili per lui, in parte mi lusingavano quelle insinuazioni da parte dell'amica, ma a dire il vero non ero pronta e disposta ad ammetterlo nemmeno a me stessa, alla mia parte ferita, orgogliosa e razionale, quindi finsi che la cosa mi desse fastidio.

Non era del tutto una finzione, insomma, lei sapeva ciò che lui mi aveva fatto, e mi dava sui nervi l'idea che lei potesse pensare che ero già passata sopra a tutto, cedendo al suo fascino. Ma non potevo nemmeno darle torto, perché quello che aveva detto poco prima era vero; ormai, ogni volta che cercava il suo amico, lui era con me. Ci trovava sempre insieme, era ovvio che le sorgesse qualche dubbio; due persone che si detestano non dovrebbero passare tutto quel tempo insieme, nonostante dietro ci fosse un qualche accordo.

Mi trovavo sempre ad avvicinarmi a lui, o perlomeno a desiderare di farlo; in ogni mio momento di paura, angoscia, incertezza, mi sorprendevo a volere Chishiya al mio fianco, a provare il bisogno di quella sicurezza che sprigionava, di quella leggerezza che mi trasmetteva con quel modo di fare così sarcastico e carismatico. Pensare che mi sentivo in quel modo, ma che allo stesso tempo sentivo anche di doverlo odiare per come mi aveva trattata e usata, mi fece sospirare, e lui si voltò nella mia direzione, guardandomi con un'espressione curiosa.

-Qualcosa non va?-, domandò, sospettoso. Mi chiesi perché all'improvviso fosse così diffidente.

Tentai di non far notare che stavo pensando a noi due.

-Mi sento impotente, odio questa sensazione. Vorrei poter fare qualcosa-

-Beh, stai pensando a chi potrebbe essere la strega, no? Tecnicamente, lo stai facendo-, mi sorrise in modo strano, vago.

Deglutii, ma la saliva mi andò di traverso e cominciai a tossire come un'idiota.

Certo, stavo proprio pensando all'assassino di Momoka. Facevo schifo, non ero in grado di concentrarmi nemmeno in un momento del genere.

-Y/n? Che diavolo ti prende?-, Kuina si alzò dalla sedia sulla quale era seduta, venendo da me e dandomi delle pacche lievi sulla schiena, preoccupata.

Mi calmai e le sorrisi, imbarazzata e probabilmente tutta rossa in viso.

-Niente, niente, sto bene. Quando sono nervosa a volte ho reazioni strane, non so cosa mi sia preso-

Ma guardai Chishiya, e i suoi occhi sembravano aver capito tutto molto prima che parlassi; incrociò i miei, e in quel momento il tempo parve rallentare, fino a fermarsi. In quello sguardo c'era non solo divertimento, ma anche qualche strano tipo di comprensione che tuttavia non riuscii esattamente ad identificare. Il sorrisetto compiaciuto che aveva dipinto sul volto cominciò a dissolversi gradualmente fino a scomparire, e ora il suo viso era serio, così serio da far accelerare il mio battito cardiaco. Mi domandai cosa potesse star pensando, mentre mi fissava dritta negli occhi in quel modo così intenso ed insolito; sembrava quasi essersi estraniato dal resto, quasi quanto me.

-Ragazzi!-, Kuina spezzò l'ennesimo sortilegio nel quale mi aveva intrappolata quel ragazzo, ed entrambi sbattemmo contemporaneamente le palpebre, distogliendo di fretta lo sguardo l'uno dall'altra e ponendolo su Kuina.

-Guardate questo filmato...quelli non sono...-

-Arisu, Usagi e Tatta!-, esclamai alzandomi di scatto e avvicinandomi al monitor per vedere meglio.

Il sollievo che mi pervase fu immenso; il mio amico era un po' zoppicante, ma ancora decisamente vivo e grintoso. Sorrisi vedendo la sua immagine sullo schermo.

the border between us - Chishiya Where stories live. Discover now