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Era vero, in quei giorni mi ero ritrovata spesso a desiderare che Chishiya sparisse, ma non immaginavo che avrebbe potuto portare Arisu con sé. Non avevo la minima idea di cosa stesse combinando, ma il mio amico sembrava essersi volatilizzato. Non lo vidi nemmeno per tutto il giorno seguente al suo incontro con quei due, ed ero preoccupata.

La faccenda di Chishiya mi aveva cambiata, e me ne resi conto solo un po' alla volta; ero più ansiosa, cercavo di essere più vigile e distaccata da tutto, perché un timore nuovo, struggente, sembrava essersi impossessato di me. Ormai non ero nemmeno più certa di cosa volessi ottenere, alla fine.

Avrebbe avuto davvero senso tornare a casa, senza i miei amici? Non riuscivo nemmeno a pensarci.

Il cambiamento più importante che notai, fu la mia totale indifferenza in seguito a ciò che avevo scoperto su Chishiya; certo, ne avevo sofferto, e allo stesso tempo il dolore collegato ai miei due lutti si era abbattuto su di me con potenza, costringendomi momentaneamente a letto. Ma quando mi ero alzata ed ero uscita, nonostante non mi andasse assolutamente di vedere la sua faccia in giro, percepivo che in me c'era qualcosa di diverso, come se una parte di me si fosse arresa, ed un'altra parte invece fosse molto più determinata e spietata di prima.

Era una sensazione strana, non definita, ma l'unica cosa di cui ormai ero certa, era che mi era rimasto solo Arisu. Non ero stata accanto a Chota e Karube come avrei dovuto, e mi sarei portata dentro quel peso per il resto della mia vita; ma Arisu per fortuna era ancora con me, e decisi che in fin dei conti, al momento quella era l'unica cosa che avesse effettivamente valore. Per questo ero così preoccupata, non vedendolo in giro e sapendo che quasi sicuramente stava collaborando con Kuina e Chishiya.

La sera seguente a quando avevo conosciuto Usagi e parlato per l'ultima volta con il mio amico apparentemente scomparso, vidi Kuina che si affrettava ad uscire dall'albergo. Avrei potuto fermarla, in fondo era possibile che lei davvero non sapesse niente del giochetto di Chishiya, ma non lo feci. Decisi che, seguendo la mia nuova logica pragmatica  e soprattutto diffidente, la mossa migliore in quel momento sarebbe stata seguirla, sperando che mi conducesse da Arisu. Lui non sarebbe mai stato in grado di mentirmi, quindi era quello giusto a cui chiedere spiegazioni.

Camminai per un po' dietro di lei, a distanza di sicurezza, finchè non si fermò, sul portico esterno che si trovava di fatto sul retro dell'edificio. Era un posto tranquillo, illuminato da una luce soffusa, ma quando notai la presenza di Chishiya decisi che non ci sarei mai venuta da sola, in modo da evitare spiacevoli incontri.

-Sei in ritardo-, affermò lui all'amica, e il suo tono piatto e totalmente nella norma mi ricordò, come un pugno nello stomaco, che dal suo punto di vista era davvero come se nulla fosse successo. Deglutii, imponendomi di non fuggire nonostante fosse doloroso solo sentire la sua voce. Mi fermai un po' prima e rimasi dietro ad un muro, abbastanza vicina a loro da poter sentire la conversazione molto chiaramente, e in parte anche da vedere le loro mosse, ma sempre con estrema cautela.

-Sono stata trattenuta da quella ragazza, Usagi. Era piena di dubbi sul piano, mi ha fatto un sacco di domande-, sbuffò Kuina, portandosi come al solito una sigaretta rigorosamente spenta alle labbra.

Sentii Chishiya sbuffare.

-Sembra diffidente, troppo. Credi che ci darà problemi?-

-Beh, ormai è andata. Se in qualche modo ci avesse scoperti, o se le fosse passata per la testa qualche trovata geniale per salvare il suo amico, a quest'ora sarebbe comunque troppo tardi-

Il mio battito accelerò. Arisu era nei guai, lo sapevo.

Ci fu qualche istante di silenzio, poi lui annuì.

the border between us - Chishiya Where stories live. Discover now