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-Porca troia, Karube, hai la delicatezza di un elefante!-, urlai addosso al mio amico, osservando disperata i frammenti del vaso preferito di mia madre sparsi sul pavimento.

-Non l'ho fatto di proposito! Tu, piuttosto, non dovresti lasciare così in bilico qualcosa di tanto delicato e prezioso, non credi?-

Lo guardai, senza parole.

-Stai davvero cercando di darmi la colpa?-

Lo vidi sorridere e grattarsi la nuca, piegando la testa di lato.

-Scusa, è solo che tua madre mi fa paura quando si incazza. Tu sei sua figlia, cosa potrà mai farti?-

Mi passai una mano sul viso e presi un respiro profondo.

-Senti, smettila di piagnucolare e aiutami a pulire questo disastro-

Mentre raccoglievamo i pezzi di ceramica da terra, la battuta mi uscì spontanea.

-Spero che tu non abbia lo stesso livello di delicatezza anche con le ragazze, quando le approcci-

Lui alzò lo sguardo su di me, sorridendo con orgoglio.

-Sono delicato quando serve, mettiamola così-

-Sei anche disgustoso. Non ti fai un po' schifo?-

-E tu perché sei così cattiva? Se è per il vaso, te lo pago-

-Non si tratta del vaso, idiota. A volte semplicemente mi chiedo come facciano tante ragazze a farsi usare da te in quel modo-

Lo sentii ridere.

-Non fingere di essere tanto diversa; se arrivasse un ragazzo che trovi irresistibile, potrebbe benissimo giocare con te quanto gli pare-

-Perché lo pensi?-, domandai contrariata.

-Beh, sei una ragazza. Non è così difficile conquistarvi, una volta scoperto come ragionate-

-Un uomo che fa un discorso del genere ad una donna. Davvero ironico-

-Tu aspetta e vedrai. Sono sicuro che un giorno verrai da me a piangere, dicendomi che avevo ragione e chiedendomi di pestare quello stronzo che ha fatto a pezzi il tuo cuore-

Ci alzammo da terra, andando a gettare i frammenti raccolti, poi ci accomodammo sul mio divano e non parlammo per un po'.

Il discorso che aveva appena fatto mi irritava, non solo perché era sessista, ma soprattutto perché non volevo che mi credesse tanto stupida. Insomma, eravamo troppo amici perché non mi conoscesse.

-Credi davvero ciò che hai detto?-, chiesi ad un certo punto.

Lui mi guardò sorpreso, come se non si aspettasse che i miei pensieri fossero ancora rivolti a quella discussione.

-Ti riferisci al fatto che voi donne siete facili da conquistare?-

-Mi riferisco a quando hai detto che un giorno mi farò raggirare da uno stronzo qualunque-

Karube sorrise, scuotendo la testa, rassegnato.

-Non da uno qualunque, è questo il punto. Puoi fare la dura con chiunque, finchè non ti capita quello che ti fa sentire in modo diverso dagli altri-

Lo squadrai, curiosa, e non potei fare a meno di sorridere.

-Come mai sembra che tu stia parlando per esperienza?-

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