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-Ho sentito dire, Aguni, che nel vecchio mondo eri un militare-, ormai Arisu non era più spaventato, perché sapeva di aver instillato il dubbio in tutti coloro che fino a poco prima sarebbero stati pronti a sparargli.

-Beh, in quanto tale, immagino che il tuo istinto di sopravvivenza sia addirittura più sviluppato di quello di tutti noi, motivo per il quale, suppongo, tu debba ricorrere ad una strategia del genere per porre fine alla tua vita-

Aguni lo guardò, sembrava perso, come in una specie di trance.

-Non hai le forze, non riesci ad ucciderti da solo, così confidavi che lo facessero queste persone. Nessuno avrebbe mai sospettato di te, dato il momento delicato nel quale il game ha avuto inizio, quindi ti sei dovuto assicurare di dare loro un motivo per sospettare di te; per questo, hai fatto uccidere quelle persone, per renderti sospetto agli occhi di chi fosse rimasto-

-Tutto questo è ridicolo-, si difese finalmente l'uomo.

-Perché mai dovrei aver fatto una cosa simile? Anche se avessi ucciso il Cappellaio, cosa che non ho fatto, non avrei comunque alcun motivo di desiderare di morire; se vi dico che sono la Strega, è perché è la verità-

Arisu scosse la testa, avanzando di qualche passo.

-Quando mi hanno raccontato dei tuoi trascorsi come militare, mi hanno accennato anche ad una profonda amicizia che legava te ed il Cappellaio, cominciata ancora nel vecchio mondo-

Lo sguardo di Aguni vacillò, si fece incerto.

-Non sono riuscito immediatamente a collegare tutti i punti nella mia mente, ma dopo un po' ci sono arrivato. Non so chi sia la strega, ma non sei stato tu a pugnalare Momoka; la tua unica colpa per quanto riguarda questo game, è quella di esserti approfittato di questa gente affinché, verso la fine, provasse il desiderio di ucciderti-

Iniziavo a capire, ed era assurdo che il mio amico fosse riuscito a trarre una conclusione simile in così poco tempo; da sola non ci sarei mai arrivata.

-Diciamocelo, il Cappellaio era folle. Non so come fosse all'inizio, appena siete arrivati in questo posto, ma di sicuro ad un certo punto deve essere impazzito. Ho avuto qualche conversazione con lui, occasionalmente, durante la mia breve permanenza, e nessuno sano di mente farebbe certi pensieri-

-Ora basta-, borbottò Aguni, ma Arisu non gli diede retta, continuando a spiegare la sua teoria, sempre più azzeccata e concreta.

-Era diventato un malato di potere, tanto che potrei scommettere che sia stato proprio lui ad istituire la regola assoluta di "morte a tutti i traditori, nessuna pietà, nessuna eccezione". Hai visto il tuo amico impazzire sempre un po' di più, e sapevi di doverlo fermare ad ogni costo, per questo gli hai sparato. Non potevi permettere che continuasse in quel modo, o addirittura che peggiorasse, e lo hai fermato-

Guardai Aguni, e notai che aveva gli occhi lucidi.

-Non era così, prima di tutto questo. Il Cappellaio era un uomo buono, con qualche mania di protagonismo, ma nulla di grave-, spiegò con tono assente.

-Ma ormai, direi che siamo arrivati al capolinea. Volete davvero sapere la verità? Ciò che dice questo ragazzo è vero, e non so come abbia potuto capire tutto da solo, ma non ha più alcuna importanza, come tutto il resto. Non sono la strega, ma vi ho tenuto nascosto il segreto del Cappellaio per tutto questo tempo, quindi sono ugualmente colpevole-, sorrise, malinconico.

-Quale segreto, Aguni?-, Usagi si fece avanti, confusa.

-Voi idioti credevate sul serio di poter semplicemente prendere le vostre cose e lasciare questo posto, un giorno, solamente collezionando tutte le carte?-

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