Prologo di Seb

689 64 47
                                    

«E se non sarò in grado?»

«Seb...»

«E se sarò così stupido da far cambiare idea alla professoressa Reyes sull'avermi scelto come suo assistente per quest'anno accademico?»

«Seb...»

«OHMIODIO, ma chi me l'ha fatto fare di inviare quella domanda come assistente?»

«Sebastian, ora basta!» tuonò la voce di Toby.

Seb sussultò e si portò una mano al petto. Era stato talmente concentrato a lamentarsi ed autocommiserarsi, da essersi fatto prendere alla sprovvista dal tono alterato del suo migliore amico.

Sì, incredibile ma vero, quel ragazzo tutto ricci e atteggiamenti nevrotici era il primo vero migliore amico di Seb.

In realtà, Toby Clark era per il 90% delle volte nervoso ed alterato, ma principalmente si alterava ed innervosiva con Thomas, il suo ragazzo.

Con Seb era stato sospettoso in passato, diffidente come uno di quei cani randagi che accoglieva all'Animal's Planet, gli aveva spesso detto che parlava troppo, che prima o poi gli avrebbe chiuso quella bocca logorroica con lo scotch, ma non aveva mai alzato la voce in quel modo con lui.

«Non alzare la voce con me, sono suscettibile», gli rispose. «E non chiamarmi Sebastian, lo sai che mi fa venire l'ansia».

Toby alzò gli occhi al cielo e si passò una mano tra i ricci castani. Andy, seduto al suo fianco, sghignazzò mentre beveva dalla cannuccia la Coca-Cola che aveva preso al bar del campus.

Andy era il suo secondo migliore amico. Seb era stato sempre solo, isolato da tutti fin dall'asilo; aveva sofferto, aveva cercato per anni di costruirsi delle amicizie, fallendo miseramente, ma alla fine, a ventidue anni, due amici era riuscito a farseli.

Ognuno di loro due aveva la sua bella lista di problemi, ma non si lamentava. Erano speciali, erano solo di Seb.

Seb era anagraficamente il più grande, aveva ventidue anni, Andy e Toby, invece, ne avevano ventuno e si sarebbero laureati quell'anno. Spesso, però, si sentiva il più piccolo del gruppo.

«Tu sei un cretino!» rispose Toby. «Un cretino con una testa grossa quanto una zucca e che è stato scelto come assistente dalla professoressa Reyes semplicemente perché sei il migliore tra tutti i candidati!»

Seb si imbronciò. «Ne sei certo?»

«Sì, cazzo!» esclamò Toby, facendo girare un paio di ragazzi, seduti al tavolo di fianco al loro.

Toby notò i loro sguardi giudicanti e sbottò: «E voi cosa cazzo guardate? Fatevi i cazzi vostri!»

I due ragazzi cambiarono sguardo, sembrando arrabbiati. Seb iniziò a sudare per l'ansia, Andy balzò in piedi, abbandonando la Coca-Cola sul tavolo, tirandosi anche un Toby perennemente ringhiante.

«Abbiamo bisogno di una passeggiata», sentenziò Andy, che tra i tre era il più razionale e la mente calma di quello strano trio che avevano formato.

«A che ora hai l'incontro con la professoressa?» domandò Andy, mentre si allontanavano dal bar e da quei due ragazzi che avevano tanta voglia di tirare un pugno a Toby.

«Alle due e trenta», rispose Seb, poi abbassò gli occhi sulle sue Vans a scacchi bianchi ed arancioni, lo spostò sul paio di jeans sbiaditi che indossava ed, infine, sulla sua felpa nera con la stampa di Todoroki di My Hero Academia. Aveva anche un buchino sulla manica sinistra.

«Tra circa mezz'ora, quindi. Vedrai che andrà bene», gli rispose Andy, facendogli uno di quei suoi sorrisi gentili.

Andy sorrideva sempre, Toby ringhiava, Seb era spesso pieno di ansia, come in quel momento, perché dopo la risposta pacata del suo amico, disse: «Oddio, non sono vestito bene... Avrei dovuto indossare un completo? Io nemmeno ho un completo. Al matrimonio di Dylan ed Ashley, l'anno scorso, sono andato in jeans e camicia coreana!»

Come un fiore tra le mine (Red Moon Saga Vol. 5)Where stories live. Discover now