Capitolo 24 - Mason e Seb

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"Dove sono? Da dove viene tutto questo fumo?"

Mason si sentiva come se stesse fluttuando su una nuvola di fumo, ma non era certo di dove si trovasse. Attorno a lui era tutto fumoso, sfocato e sentiva la gola arsa.

Cercò di mettere a fuoco, ma sembrava che più tentasse di scovare qualcosa tra quelle nubi di fumo più gli occhi gli bruciavano.

«Mason», si sentì chiamare.

Mason si guardò attorno, ma non riusciva a capire da quale parte provenisse l'eco di quella voce. Sembrava provenire da tutte le direzioni.

«Mason.»

«Chi sei?» urlò Mason.

«Mason... Sono io», continuò a dire quella voce.

Mason girava in tondo, abbassò un attimo gli occhi e si rese conto che la sua gamba si muoveva come un tempo, si muoveva come prima della bomba, della guerra, del dolore.

Rialzò gli occhi, avvertendo il petto pesante, continuava a vedere solo fumo. Solo quel maledetto fumo che sembrava volesse soffocarlo.

«Mason... Sono io», ripeté la voce.

No, un momento... Non era la stessa voce.

A furia di girare in tondo, finì per accasciarsi a terra.

Si strattonò i capelli biondi con entrambe le mani e strinse gli occhi. «Chi siete?»

In due punti differenti il fumo si fece più scuro, fin quando da quella nube grigia non si fece più chiara la figura alta di Timothy. Girò di scatto il capo quando si accorse della figura più piccola poco distante da lui.

«Seb», mormorò.

Sebastian si fece avanti, aveva i capelli appiccicati alla fronte, sembravano più scuri o, forse, erano sporchi di qualcosa. Si alzò e si avvicinò lentamente, fino a sgranare gli occhi quando si accorse della sua fronte completamente sporca di sangue.

«Mason», lo chiamò Timothy.

Mason voltò il capo verso di lui e urlò a squarciagola: «No, Timmy!» Anche lui aveva la fronte sporca di sangue.

Iniziò a sentirsi le mani umide, abbassò gli occhi su di esse e le trovò macchiate di rosso. Era il sangue degli uomini che più aveva amato?

«No... no... no.» Scuoteva il capo energicamente, si pulì le mani sui pantaloni, ma quel sangue sembrava non volesse andare via. Si mosse all'indietro. Doveva allontanarsi da loro.

Non voleva fargli del male.

«Mason», lo chiamarono nuovamente, le loro voci si mescolarono fino a creare un eco assordante.

Si tappò le orecchie con le mani sporche di sangue, serrò gli occhi, continuando a cantilenare: «No... no... no.»

Sgranò gli occhi, aprendo la bocca per prendere una lunga boccata d'aria. Stava soffocando.

Come un fiore tra le mine (Red Moon Saga Vol. 5)Where stories live. Discover now