Capitolo 9 - Seb

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«Lui è la ragione per il quale io non riesco ad andare avanti».

Quelle parole fecero male.

L'ascoltarle fece male al cuore di Seb, ma comprese che fu una sofferenza anche per Mason doverle pronunciare.

Seb guardò il viso giovane e sorridente dell'uomo nella foto sulla lapide. Timothy Ross.

Timmy.

«Cosa gli è successo?» chiese Seb a Mason, trovando il coraggio.

Mason aveva lo sguardo fisso sulla foto di Timmy, ma sembrava allo stesso tempo perso nel vuoto. O nei ricordi, forse. Seb aveva la sensazione che nella testa del veterano ci fosse un gran macello.

Lo vide cacciare un profondo sospiro ed accarezzare distrattamente un fiore bianco. Seb non si intendeva di botanica quindi non era in grado di dare nessun nome ai fiori che decoravano quella tomba, ma era ordinata e curata quasi in modo maniacale.

Mason finalmente ruotò il capo e lo guardò negli occhi. Tutte quelle dannate fiammelle presenti in quel cimitero lo avvolsero con la loro flebile luce, facendolo assomigliare ad un demone della notte. Un demone della notte bellissimo e sexy, ma comunque un demone.

Anzi, una versione affascinate del Dio della morte Ryuk in Death Note. Il nerd e l'ansioso che erano in lui e che troppo spesso prendevano possesso della mente di Seb, lo spinsero a sperare che Mason alias Ryuk non scrivesse il suo nome sul quaderno nero.

"L'umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà", recitò a memoria nella sua mente.

Beh, Seb pensò subito dopo che sarebbe stato davvero ironico morire e trovarsi già al cimitero.

Seb, mantieni la concentrazione, cazzo, e non distrarti, lo rimbeccò la sua coscienza.

Cazzo, avrò anche la memoria fotografica, ma è così difficile concentrarsi. Mio Dio, questo cimitero sarà brulicante di fantasmi.

Seb, concentrati!

Non ce l'avrebbe mai fatta, Seb e la concentrazione erano due rette parallele.

«Hai tempo per questa storia? O devi tornare a casa?» gli domandò Mason.

Seb, in tutta risposta si sedette a terra a gambe incontriate e guardò l'uomo dal basso della sua posizione. «Mason, sono le tre di notte, mi trovo in un cimitero, circondato da anime che probabilmente vogliono mangiarmi; arrivato a questo punto della notte, non so nemmeno se ci ritornerò più a casa».

Le fiammelle attorno a loro, permisero a Seb di notare le sopracciglia di Mason che si arcuavano verso l'alto, poi il veterano scosse il capo ed alzò gli occhi verso la notte stellata. «Sebastian, bastava che mi dicessi solamente che non devi tornare a casa».

«Come avrai notato, non sono di poche parole. Mi chiamerai mai solo Seb?» replicò Seb, facendo un sorrisetto.

Mason lo squadrò con i suoi occhi turchesi, Seb rabbrividì e non era tanto sicuro che fosse un brivido di freddo.

«No, Sebastian. Ora, stai un momento zitto perché sto per chiederti un favore ed io non chiedo mai favori».

Seb fece quasi un balletto sul posto. Mason che chiedeva a lui un favore. Riyuk doveva averci messo lo zampino. Sperò che non andasse mai a chiedergli qualcosa in cambio.

«Vai, dimmi. Giuro che non parlerò, Mason musone. Giurin giurello», rispose, facendo un sorriso a quell'uomo sempre incazzato e tenebroso.

Mason emise l'ennesimo sospirone. Anche sua madre e suo fratello sospiravano spesso quando Seb era nei loro paraggi. Però, sapeva con certezza che Dylan e sua madre gli volevano bene, nonostante la sua ansia che con la terapia si era andata ad attenuare, nonostante le sue chiacchiere e nonostante i suoi manga sparsi ovunque, anche nel mobile del bagno o nel frigorifero.

Come un fiore tra le mine (Red Moon Saga Vol. 5)Where stories live. Discover now