Capitolo 5 "Vulnerabilità"

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La luce della luna ammorbidiva i lineamenti duri del volto di Helia. I pugni delle sue mani erano stretti e le vene sulle sue braccia erano terribilmente evidenti. 

«ti prego, rimani.» la rabbia nel corpo di Nina allentava la presa.

«non c'è motivo.» i suoi occhi non lasciavano trasparire alcuna emozione.

«ho bisogno di sapere.» la voce di Nina era implorante, «ho bisogno di capire tu chi sia. Chi è la persona che ho difronte?»

Helia percepì l'apprensione negli occhi di lei. Si ammorbidì. 

«Per me Joe non è solo un nonno.» decise di parlarle, «non ti ho mentito. Almeno non sui miei sentimenti. Considero Joe mio padre. È l'unico uomo che io abbia mai chiamato "papà".» i suoi sussurri erano tremolati, «lui mi ha insegnato ad andare in bici, si è occupato dei miei bisogni e della mia istruzione. Mi ha confortato quando ne avevo bisogno. Ha speso soldi per curarmi quando ero malato. Con lui ho guidato l'auto per la prima volta. Porto il suo cognome. Se non "papà" come lo chiameresti tu? Cosa è per te un padre?» i suoi occhi verdi sprigionarono malinconia e nostalgia. Amava Joe e odiava dover giustificare il loro rapporto dinnanzi ad altre persone. Ma lei non era "le altre persone". Lei era Nina. 

«scusami, sono stata irruenta.» si avvicinò a lui e gli accarezzò la mano. Lui aprì il pugno e si lasciò addolcire dal tocco di lei. 

«Eric per me è solo un uomo che ha il mio stesso sangue.» non voleva essere associato a quella persona. «Non lo vedo da anni. E, a dirla tutta non ho intenzione di incontrarlo.» i suoi respiri ritmati rallentarono «ogni volta che è riapparso nella mia vita ha portato solo distruzione e angoscia.»  

Nina si avvicinò ulteriormente al corpo rigido di lui. Percepì nel suo racconto tutto il dolore ed il peso del suo passato. Preferì non fare altre domande, avrebbe cercato altrove le risposte. Tese le braccia intorno al collo di Helia e lo abbracciò con tutta la forza che possedesse nel corpo.

«mi sei mancata.» sussurrò lui.

«anche tu. Dannatamente.» 

Si staccarono da quella stretta passionale e si ritrovarono occhi negli occhi. Intorno a loro, solo l'oscurità della notte. Vicini sentivano l' uno il respiro dell'altra. Il profumo di tabacco inebriò i sensi di Nina. Desiderava il suo corpo. Aveva bisogno di sentirlo vicino. Voleva il calore delle sue mani. Era una necessità fisica. 

Furono i passi pesanti che sentirono provenire dal corridoio ad interrompere quel momento di estasi. Il signor Bawer era sveglio. Velocemente Helia, dopo aver baciato la punta del naso di Nina, si calò giù dalla finestra e venne catturato dalla penombra. 

Dopo pochi istanti la porta si spalancò «Nina sei ancora sveglia?» chiese Will. 

Prima che il padre entrasse, riuscì a prendere un libro e a stendersi sul letto, «si papà, non riesco a dormire...»

«vuoi che ti prepari una tisana?» disse sbadigliando.

«no papà, grazie.»

«allora torno a dormire, tu cerca di riposare. Buonanotte bambina.» 

«papà..» 

Will si girò di scatto «dimmi»

«ti voglio bene.» Nina si sentiva estremamente fortunata ad essere sua figlia. Lui si avvicinò a lei. Si accovacciò sul letto e le diede un dolce bacio sulla fronte «io di più bimba.» 

-

«svegliati dobbiamo andare a scuola!» 

Nina con difficoltà e riluttanza aprì gli occhi. Quello che vide dinnanzi al suo volto le dipinse sulla bocca un sorriso sincero. Era il meraviglioso viso di Aly. I suoi occhioni blu ridenti erano puntati su di lei. 

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