Capitolo 11 "Il colore degli zaffiri"

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«Allora Nina, raccontami di Buck»

L'avvocato Rush si presentò quel pomeriggio a casa sua senza alcun preavviso.

Il mese di dicembre aveva fatto il suo ingresso in scena da giorni ormai. Le acque dei laghi nelle campagne erano totalmente ghiacciate, e gli alberi, del tutto nudi, avevano perso anche le ultime foglioline aranciate. La neve non cessava di cadere. E il sole non aveva alcuna intenzione di manifestare la sua presenza. 

Nina si concesse qualche secondo prima di rispondergli. Assorta nei suoi pensieri scrutava quel volto dai lineamenti angelici e quegli occhi color zaffiro. Era oggettivamente molto attraente ed estremamente affascinante. Il signor Bawer, impegnato a preparare il tè, ascoltava attento la conversazione tra la figlia e Nicolas.

«è un uomo diffidente e facilmente irascibile. Ho parlato poco con lui, e spesso di cose superflue. Non credo gli faccia piacere avermi tra i piedi, quando da più piccola andavo a trovare mia madre lui non nascondeva la sua disapprovazione. Così, man mano, le visite si sono ridotte, sino a scomparire del tutto. Non la definirei una persona accogliente» rispose schiva, senza mai incrociare il suo sguardo. Temeva di perdersi in quell'immensità blu. 

«che tipo di disapprovazione?» prendeva appunti su un taccuino dalla copertina in cuoio nero. 

«era spesso agitato e scostante. Se gli rivolgevo la parola di rado mi rispondeva cordialmente. Inoltre era solito darmi ordini, pretendeva che pulissi la casa mentre lui e mia madre uscivano a fare le loro spese pazze.» Nina non provava astio per Buck. Quell'uomo dall'espressione costantemente corrucciata le era del tutto indifferente. Le dava fastidio tuttavia, non potergli rispondere a tono e dovergli mostrare, al contrario, un rispetto ed una stima che nel profondo del suo cuore sapeva di non provare. 

«ha mai avuto atteggiamenti aggressivi nei tuoi confronti?» gli occhi azzurri fissi sulla pagina scarabocchiata della sua agenda. 

«no, mai»

«ecco il tè,  Nicolas gradisce dei biscotti?» Will si avvicinò al maestoso tavolo d'acero reggendo tra le callose mani un'antica teiera estremamente elegante.

«no, la ringrazio signor Bawer, è stato fin troppo gentile.» pronunciò l'avvocato, sollevando finalmente lo sguardo. 

In lontananza si udirono chiaramente le campane della vicina chiesa risuonare. 

«oh cielo, che ore sono?» Will si voltò verso il grande pendolo e sussultò, «devo scappare in officina, il mio turno inizierà a breve»

Nicolas si alzò e fece per indossare il caldo cappotto nero, «no la prego, rimanga. So che ha ancora tanto lavoro da fare e Nina sarà felice di rispondere a tutte le domande che ritiene utili per il caso.» William si accostò a lui e con un gesto cordiale lo fece riaccomodare sulla sedia che poc'anzi aveva lasciato. Poi, lanciò un'occhiata torva a Nina. Salutò rispettoso l'avvocato e velocemente si dileguò.

L'atmosfera si fece glaciale, Nina iniziò ad arrossire. Era in imbarazzo da sola alla presenza di quel giovane uomo. Lui, silenzioso, continuava a ricopiare e a cancellare le innumerevoli parole pasticciate sul taccuino. Persino in quella circostanza non le prestava alcuna attenzione. 

Nervosa, senza pensarci troppo, Nina esclamò «si»

«come scusa?» gli occhi lucenti di Nicolas si sollevarono e, da dietro i minuti occhiali da lettura, si posarono in quelli di lei. 

«mi hai chiesto se Buck fosse mai stato aggressivo con me, la risposta è si» sul volto di lui comparve un'espressione dubbiosa, «prima ho risposto diversamente perché era presente mio padre. Ora che non c'è posso dirti la verità... chissà magari potrà esserci utile»

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