LA MIA COSA PREFERITA IN ASSOLUTO

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Demet

Serkan mi aveva chiamata in preda al panico per una sua amica, con cui sospettavo avesse una frequentazione, ma questo lui non me lo aveva ancora detto.

"Amore muoviti" - gli dissi
"Non starà esagerando?"
"Can. È una ragazza sola in quel brutto posto, non la lasceremo lì"
"Okay okay, andiamo"

Serkan è sempre stato il mio primo vero amore, niente di paragonabile all'amore per un compagno o un marito; l'amore di un figlio non è paragonabile.
Ovviamente Serkan ha una madre che lo ama, ma quando è nato Serkan è stato spesso con me, eravamo noi quattro in una città troppo grande e sconosciuta per noi. Eravamo io, Leyla, Emre e un neonato in un appartamento con due camere da letto, eccome se è stato un bambino anche mio.
Non so spiegare il legame che mi tiene stretta a lui e alla sua esistenza, ma so che quando lui mi chiama, io sono pronta a rispondere.
Fortunatamente Can era con me quella sera, quando i ragazzi erano i Grecia e Serkan era nel panico per la sua amica e collega di lavoro.
Non sapevo molto di questa Bonnie, ma Serkan mi aveva mandato subito una sua foto per identificarla.
Era davvero bellissima. Nulla da dire a questa fata. Una ragazza acqua e sapone che non puoi non guardare, non puoi non dire "wow, è stupenda". Mio nipote ha proprio dei bei gusti.

"Credi che l'abbia scattata lui?" - chiesi a Can mostrandogli la foto
"Si, sta ridendo"
O nella famiglia erano tutti fotografi nascosti, oppure Serkan era riuscito ad immortalare un momento bellissimo e spensierato insieme a Bonnie, chissà se se ne era accorto.

"Come la cerchiamo?" - domandai quando Can spense il motore dell'auto
"Come la cerco, vorrai dire"
"Cerchiamo"
"Tu mi aspetti qui"
"Non pensarci nemmeno Can. Io vengo con te."
"È notte, ed è pericoloso amore, torno subito"
"Oh è così che aiuti tuo nipote? Scendendo dalla macchina e tornando subito?"
"Ma perché dopo tutti questi anni non vuoi dare retta a tuo marito per una, una sola volta?"
"Vuoi lasciarmi in macchina, di notte, in pericolo, da sola?"
"Andiamo."

Scesi dalla macchina e Can corse subito ad affiancarmi prendendomi la mano e stringendola come se qualcuno potesse sbucare da un cespuglio e afferrarmi.
Mi fece sorridere tra me e me.
Se penso alla prima volta che l'ho visto in aeroporto, a quanto ci odiavamo e a quanto poi ci siamo amati...possibile che lo ami sempre di più? Possibile che dopo tre figli io possa sentire ancora nello stomaco l'anima che si libra in volo quando lo guardo, quando mi è vicino, quando mi bacia?
Can non ha mai smesso di essere l'uomo romantico che era.
Non ha mai cambiato il suo essere.
Si è sempre e solo migliorato, per me, per i nostri figli.
Ha sempre mostrato la sua versione migliore.
Non è mai scappato.
Mai più.
Ci ha cresciuti tutti, è stato la mia roccia salda.
Ha sempre mantenuto vivo il nostro rapporto, non mi ha mai data per scontata.
Ci siamo ritagliati i nostri spazi come coppia, e non solo come genitori.
Abbiamo usato la piscina sul tetto.
Abbiamo discusso.
Abbiamo fatto pace.
Ci siamo sempre, sempre amati più della nostra stessa vita, e questo non cambierà mai, neppure nelle prossime.

"Provo a suonare"
Mi avvicinai al citofono del palazzo di Bonnie, sapevo l'indirizzo sempre per via di Serkan. Mi aveva mandato un messaggio con tutte le specifiche, compreso di numero di telefono e identikit, cosa che mi sembrò anche un po' folle.
Provammo un paio di volte ma Bonnie non rispose al citofono, così provai a chiamare Serkan

"Zia, novità?"
"Tesoro, siamo sotto casa sua, ma non risponde nessuno al citofono" - lo informai
"Oh dio..."
"Ehi, sta calmo. Adesso controlliamo qui intorno okay? Resta con i tuoi cugini"
"D'accordo...zia, resta con lo zio"
"Sta tranquillo"

Io e Can ci incamminammo nei dintorni.
Odiavo il pensiero che una ragazza di vent'anni dovesse vivere in un posto simile per via della sua condizione economica ma sopratutto di uno stato che non aiutava per niente le persone meno agiate, che non si occupava della criminalità ma allontanava i bisognosi e confinava i criminali. Se avessi potuto l'avrei portata a casa con me, probabilmente l'avrebbe fatto anche Serkan.
Mi guardavo intorno con sospetto e ogni passo avanti non facevo altro che stringermi di più a Can. Perché in queste situazioni fanno paura anche i rumori del vento, delle foglie, perfino il silenzio?

 𝐒𝐄𝐍𝐈 Ç𝐎𝐊 𝐒𝐄𝐕𝐈𝐘𝐎𝐑𝐔𝐌 | 𝐓𝐈 𝐀𝐌𝐎 𝐂𝐎𝐒Ì 𝐓𝐀𝐍𝐓𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora