𝑹𝑶𝑴𝑨 𝑨𝑴𝑶𝑹

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È tempo di cambiare aria e respirare un po' della mia amata terra.
È prestissimo, sono le cinque del mattino ma io e Can dobbiamo essere in aeroporto tra un ora.

"Ragazzi, fate buon viaggio e Dem, porta i miei saluti a tutti"
"Certo Emre, lo farò"
"Ciao fratello, e mi raccomando"
"Conta su di me Emre"

Una volta effettuati i saluti, carichiamo, o meglio, Can carica i bagagli sul taxi che abbiamo chiamato per farci accompagnare in aeroporto.

"Hai sonno?" - mi domanda durante il tragitto
"Non molto, sono un po' emozionata"
"È normale, appoggiati a me"
Mi appoggio sulla sua spalla, chiudo gli occhi e penso a quanto io sia fortunata.

"Grazie, buona giornata" - afferma Can pagando il tassista

Entriamo in aeroporto, direzione partenze.
Mi piace molto questo posto, è davvero grande. Non so se sia più grande di quello di Roma ma è davvero sontuoso.

Siamo arrivati in orario, Can fa il ceck- in e poi aspettiamo al nostro gate.

"Ci pensi, questo è il nostro primo viaggio" - mi dice
"È vero. Il primo di una lunga serie"

Quando sentiamo una voce metallica che afferma di aprire l'imbarco al nostro numero di volo, ci alziamo e ci mettiamo in fila.

"Sai, non c'era bisogno che prendessi i biglietti in prima classe" - gli dico, una volta che ci siamo sistemati e seduti ai nostri posti
"Perché no? Solo il meglio per te"

Ci servono la colazione una volta che l'aereo era abbastanza alto da poter stabilizzarsi.
Avevo una fame!

"Una volta atterrati prenderemo un taxi fino a casa?" - chiedo
"In realtà no, ma se preferisci non avere più sorprese te lo dirò" - ride lui
"No no, va bene aspetterò"

Siamo atterrati all'orario preciso, il tempo è bello, è tutto bellissimo.
Mi sembra quasi di sentire già l'aria di Roma.
Spero non mi esca troppo il romano davanti a Can.

Scendiamo dall'aereo e camminiamo per l'aeroporto di Fiumicino, ovviamente.

"Solo tu sai dove stiamo andando per cui non ti dirò nulla" - affermo
"Dove vuoi che stiamo andando, all'uscita"
"Speravo in una sorpresa più plateale" - rido
"Lo so che non ti piacciano"

Trovata l'uscita si guarda intorno.
Tengo le braccia conserte e lo guardo aspettando che trovi ciò che sta cercando, è così buffo.

"Mi spieghi cosa cerchi, dai non importa la sorpresa"
"Non cerco qualcosa, ma qualcuno. Ah, ecco fatto" - afferma indicando alla sua destra.

Mi prende per l'unica mano non impegnata dai bagagli.

"Leyla! Osman!" - affermo correndogli incontro

Abbraccio forte mia sorella, è bellissima. Che gioia vederla, mi sento a casa abbracciandola.

"Oddio quanto mi sei mancata"
"Demi anche tu, tanto"

Nel frattempo Can e Osman si sono presentati, è un bel quadretto ammetto.
Abbraccio successivamente anche Osman, è bello vederlo, mi è mancato anche lui, ammetto anche questo.
E soprattutto è bello vederli felici nuovamente.

"Che bella sorpresa"
"Non glielo avevi detto?" - chiede Leyla a Can
"Persino il viaggio è una sorpresa" - le risponde
"Venite dai, la macchina è lì"

Saliamo tutti e quattro nell'auto di Osman e partiamo verso casa.

"Osman come mai siete venuti voi? Non lavori oggi?" - gli chiedo
"No, siete stati fortunati perché oggi avevo il giorno di riposo e non abbiamo fatto scomodare i tuoi"
"Ah grazie mille"
"Non c'è problema"

 𝐒𝐄𝐍𝐈 Ç𝐎𝐊 𝐒𝐄𝐕𝐈𝐘𝐎𝐑𝐔𝐌 | 𝐓𝐈 𝐀𝐌𝐎 𝐂𝐎𝐒Ì 𝐓𝐀𝐍𝐓𝐎Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt