NON SONO LA CATTIVA DELLA STORIA

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Alexia

Lo guardai perché avevo tutto chiaro.
I fiori e quel bigliettino, il suo essere così sfuggente, il significato dietro le sue parole.
Conoscevo Aidan molto più di quanto lui volesse ammettere a se stesso, ma non mi spaventava; conoscevo la verità dentro di me.
Ricordo quello che mi hai promesso, anche se eravamo piccoli.

"Si, ti ho detto che ci saremo! Si okay ho capito, ma adesso non posso proprio più parlarti, Rob."
Attaccai il telefono ad uno dei miei migliori amici, che insisteva sul fatto di prenderci una serata spensierata dopo gli ultimi avvenimenti; aveva capito che c'era qualcosa che non andava nella mia famiglia.
Non era certo un idiota, né io né Meg esprimevamo la massima gioia, ma almeno io ci provavo a recitare.
Mia sorella Megan era troppo scossa per fingere, e non l'avrei mai costretta a farlo.
Se ne stava in silenzio, in disparte, a volte piangeva, ma era così silenziosa che non la sentiva nessuno.
Io fingevo, come sempre, perché ero la maggiore e perché nella mia vita l'avevo sempre dovuto fare per affrontare i mostri. Lei non lo meritava.
Con Aidan avevamo deciso di tenere i nostri amici all'oscuro di tutto, per il loro bene, eppure mentire a Rob e ad Alex mi sembrava sempre più difficile.

"Posso?" - domandai
"Sei già entrata" - rispose scrollando le spalle
Mandai giù l'ennesimo boccone amaro, ma ormai ci ero abituata.
"Mister so tutto io, lo sai che é solo proforma?" - continuai
"Sono buone maniere, Al. Le conosci?"
Gli feci una smorfia e mi misi seduta, come facevo spesso ormai.
Non mi interessava che lui non mi volesse, avevo bisogno di Aidan e dei nostri battibecchi. Perché che ci crediate o no, io non sono la cattiva della storia di nessuno e non lo sono mai stata.

Non avevo mai avuto niente nella mia vita, mai.
L'unica cosa che avevo era una sorella a cui voler bene e da proteggere, e ho sempre cercato di farlo mordendo e graffiando qualsiasi cosa.
Il gruppo che mi ero scelta era l'altra unica cosa che mi restava al mondo, e me la sarei tenuta cara.
Anche se non sono la prima scelta di nessuno e non lo sarei mai stata.

Avevo bisogno di lui e delle nostre litigate, del suo sguardo diffidente e delle sue occhiatacce incazzate. Avevo bisogno del suo silenzio e delle sue urla, del suo rimanere in disparte e del mantenere invece una presenza fisica che equivaleva a protezione. Ne avevo bisogno anche se lui a me, avrebbe sempre dato questo e mai i sorrisi, gli occhi dolci e le parole gentili. Quelle le riservava ad un'altra persona.
Anche se mi aveva detto di non cercarlo, era inevitabile.
Non solo appartenevamo allo stesso gruppo, noi due lavoravamo insieme.
Anche se lui non lo accettava.
Anche se lui mi evitava.
Io esisto.

Non sono la cattiva della storia.
Mi sto solo aggrappando alle uniche cose care che mi restano e di cui ho bisogno. Sto lottando per avere qualcosa, per garantirmi un futuro e una sopravvivenza dal male.

E anche se lui non voleva ammetterlo, noi due eravamo uguali.

Non era solo il passato, non era solo il presente, era un miscuglio di tutto.
Era la nostra indole.

"Quante storie." - sbuffai
"Ha chiamato Rob, di nuovo." - continuai informandolo
"E quindi?"
"E quindi? Dai, non farti pregare, soldato. Mi torturerà finché anche tu non gli dirai che verrai con noi stasera."
"Subirai la tortura allora" - rispose
"Stronzo."
"Si okay" - mi assecondò e a quel punto misi su un bel broncio sul viso.
"Con tutte le cose che ho da fare Al, pensi che adesso possa star appresso ad una serata?" - mi disse
"Va bene hai ragione, ma per favore! Che cosa ti costa?"
Aidan sembrò pensarci un po' prima di rispondermi.
"Se l'avvocato Daniels non mi darà da fare per questioni che che non ti riguardano, allora tranquillizza Rob che verrò."
Era come se avessi sentito solo una parte del discorso, a cui mi aggrappai.
Si, sono fatta così.
"Questioni che non mi riguardano?" - ripetei
"Possibile che di una frase intera cogli solo questo?"
"Che vuoi farci, colgo le cose essenziali."
"Ti ho già spiegato che è un lavoro interno, ti basti sapere questo."
"Forse posso parlare con lui..." - pensai
"Con lui, chi? Non fare cazzate, Alexia. Stai al tuo posto."
"Senti, accadrà okay? E tu non puoi impedirlo, non puoi sempre arrivare al momento giusto. Ho un'influenza su di lui, dovresti saperlo."
"Ne parli come se fosse una cosa normale, lo odio."
"Ne parlo perché è la realtà dei fatti Aidan, abituati. Cercherò di capirci qualcosa quando sarò nel suo ufficio." - mi congedai dal suo.

 𝐒𝐄𝐍𝐈 Ç𝐎𝐊 𝐒𝐄𝐕𝐈𝐘𝐎𝐑𝐔𝐌 | 𝐓𝐈 𝐀𝐌𝐎 𝐂𝐎𝐒Ì 𝐓𝐀𝐍𝐓𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora