IL VASETTO DI MIELE

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Eda

Ero sconvolta, anche se cercavo di sembrare normale.
Ero sconvolta da quello che era successo, ed ero sconvolta da lui.
Mi sentivo terribilmente in colpa per quello che era accaduto prima dell'ospedale, ma non volevo che Aidan se ne accorgesse.
Ero certa però, che se ne sarebbe accorto.
Leggevo nei suoi occhi il terrore di un segreto frainteso da lui.
Io avevo sbattuto al pavimento, anche se poteva sembrare altro il segno che avevo sul viso.
Ero certa che sarebbe impazzito, ero certa che se la sarebbe presa con Milo, anche se non era stato stato lui a imprimermi quella violenza sul viso, non direttamente. Ero stata solo io, io con il mio dolore.
Ero sconvolta.
E per quanto potessi essere stata arrabbiata tutto il giorno per via della nostra discussione, quando aveva unito le nostre mani mi ero sentita di nuovo protetta. Ero sicura che non mi sarebbe più successo nulla, che stavo bene, che era arrivato lui e avrebbe risolto ogni cosa.
Era la prima volta che eravamo così tanto vicini, senza urlarci contro. Era come sentirmi di nuovo me stessa, al posto giusto.
Ma sentivo comunque un peso sul cuore, il peso di una cosa che non mi sarei mai perdonata.
Aidan era palesemente nervoso, continuava a puntare gli occhi su Milo, ed io non sapevo cosa fare né tantomeno come fermarlo.
Quando Milo era entrato nella stanza, ed io non avevo lasciato la mano di Aidan, lo avevo fatto anche perché tra me e Milo c'era tensione, ma a quanto pareva lui non voleva mostrarla, quasi stesse cercando di nasconderla e dimenticarla.
Volevo Aidan lì, lo volevo accanto a me, volevo ancora che mi stringesse la mano, ma non volevo che facesse sciocchezze.
"Sei impazzito?" - chiese Milo
"Si. E lei è davvero scivolata?" - ribattè Aidan
"Che vuoi insinuare?"
"Per favore, smettetela. Io, sono scivolata davvero." - lo guardai
"E levati di torno."
Sentendo pronunciare quelle parole da Milo, Aidan si alzò di scatto, e riconobbi in lui quello sguardo perso, lo stesso che avevo notato dal primo momento in cui l'avevo rivisto. C'era qualcosa in lui di diverso, qualcosa che lo rendeva speciale solo con me, solo ai miei occhi e solo quando i suoi incontravano i miei.
"Aidan, ti prego" - lo tirai
Lo guardai come solo io sapevo avrebbe capito, con una supplica taciturna.
Evitò di andargli contro in quel momento, e fui fiera di lui per non aver risposto a quell'inutile provocazione: Milo sapeva cosa aveva fatto, e non mi piacque il suo atteggiamento.
"Aidan" - riportai la sua attenzione su di me, e riuscii a vederlo incantato
"Puoi prendermi dell'acqua?"
Alternò lo sguardo tra me e Milo, ma lui sapeva leggermi.
"Per favore" - aggiunsi
Si alzò lentamente, come lentamente lasciò libere le mie mani, quasi volesse imprimere quella scena nei ricordi di Milo.
"Tornerò subito." - disse, prima di uscire.
Sospirai e mi sistemai sui cuscini morbidi un po', mentre Milo sembrava non badare a quello che stava succedendo.
"Non voglio che stia qui." - disse
"Non sei tu a decidere" - risposi
assurdo, Eda."
"Smettila, non voglio parlare, e non voglio che tu lo provochi"
"Io? Ma l'hai visto?"
"Lui tiene a me, e non ti conosce. L'avrebbe pensato chiunque, Milo."
"Io non ti capisco, davvero."
"Nemmeno io. Ma prima di giudicare le scelte degli altri, dovresti pensare alle tue."
"Ancora per quello stupido vasetto di miele?"
"Non è stupido. Era la cosa più cara che avevo."
Aidan rientrò nella stanza con una bottiglietta d'acqua e un bicchiere di plastica, probabilmente preso alle macchinette nel corridoio.
Lo ringraziai mentre Milo uscì dalla stanza facendomi chiudere gli occhi e sospirare. Non sopportavo quella situazione.
"Eda, c'è qualcosa che non mi stai dicendo" - proruppe
Era vero, ma sperai che mi credesse, o che fossi tanto brava da nasconderlo bene.
"No Aidan"
"É successo per colpa mia? Per via del nostro litigio?" - chiese
Mi sembrò preoccupato da questa ipotesi. Come se il suo futuro dipendesse da quella risposta. Come se dipendesse da me.
Si sentiva in colpa. Ma non era affatto colpa sua, la colpa era tutta mia e mi sentivo un verme per quello che era accaduto.
"No, assolutamente no"
"Avete litigato per colpa mia? È successo qualcosa con Milo?"
"Non centri niente tu, sta tranquillo."
"Quindi è successo? Eda, raccontamelo."
"No, perché non c'è niente da sapere."
"Io non ce la faccio più ad essere escluso dalla tua vita. Ti prego, voglio essere presente."
"Aidan..." - sospirai con voce tremante

 𝐒𝐄𝐍𝐈 Ç𝐎𝐊 𝐒𝐄𝐕𝐈𝐘𝐎𝐑𝐔𝐌 | 𝐓𝐈 𝐀𝐌𝐎 𝐂𝐎𝐒Ì 𝐓𝐀𝐍𝐓𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora