7 - Fondente all'ottanta per cento

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VALERIE

Mi è mancato il respiro per giorni.

Sono fuggita da Lucas, ho saltato il seminario del professore Monroe questa settimana, ho evitato seriamente Heric Mclane come la peste e, morale della favola, adesso sembra essere lui a non voler avere niente a che fare con me.

Dove sono finite tutta le sue frasette del cazzo, come: "non ti libererai di me", "hai fatto un errore a venire qui a New York", "tu non te ne vai se prima io non ho finito", mentre ce ne stiamo entrambi stravaccati sulla stessa parte di prato?

Dov'è finito il suo volermi distruggere, mentre mangiucchia patatine e si sporca col ketchup?

Non so perché io lo stia osservando, so solo che venire qua non è stata una mia idea e la sua sola presenza mi infastidisce.

«Adoro questa parte» la mia testa ruota verso destra, i miei occhi scivolano sulla ragazza accanto a me. Pamela prende un grosso boccone dal suo panino e mastica senza staccare le iridi dallo schermo.

Siamo a Central Park, a una di quelle serate organizzate dagli studenti della NYU per aiutarci a socializzare. In questa sera d'autunno, col venticello freddo che ogni tanto ci gela, ce ne stiamo col sedere sull'erba umida a guardare Colazione da Tiffany all'aperto.

Io e Pamela ci siamo scritte molto negli ultimi giorni e, in vista del fine settimana, mi ha proposto di accompagnarla a questa serata che lei sembra adorare. Dirle di sì non è stato per niente un dispiacere. Lei mi piace, è una ragazza tutto pepe, mi fa ridere e dimenticare i miei guai. Ma, se solo avessi saputo ci sarebbe stato anche il gruppetto della squadra di hockey con annesse amichette, forse avrei evitato di venirci.

Lo so. So che è sbagliatissimo scappare dalle situazioni solo a causa di una persona, ma la mia vita è già un casino così, non ho bisogno che ci si metta di mezzo anche Heric.

Lui e i suoi amici sono qui accanto che schiamazzano tra di loro e a tratti nemmeno riesco a sentire la voce di Audrey Hepburn. Invidio Pamela e la capacità che ha nell'ignorarli perché io proprio non ci riesco.

Mi obbligo a prestare attenzione al film, nonostante le risatine e il chiacchiericcio poco sussurrato. Sospiro pesantemente, distendo le gambe sul telo rosa di Pam, le incrocio e pianto le mani sull'erba per sostenere la schiena.

Per qualche attimo, guardo il film intensamente e mi allontano dalla realtà. Inclino la testa, lasciandomi trasportare da Moon River, la colonna sonora del film e tutto diventa un po' surreale. C'è Holly Golightly che canta sul davanzale della sua finestra e Paul Varjak che la guarda come se fosse un angelo sceso in terra. Fisso la scena e mi si stringe lo stomaco. Mi si annoda la gola, perché tutto ciò che vorrei è essere guardata in quel mondo.

Gli occhi mi pizzicano, dischiudo le labbra, respiro.

Mi accelera il cuore, perché mi sto sgretolando a poco a poco. Non posso nemmeno più guardare un maledetto film che penso a tutte le cose che non vadano in me.

D'improvviso, qualcosa mi colpisce una guancia e io mi riscuoto. È una carta straccia. Calo le palpebre sulle mie cosce e ci trovo abbandonato sopra l'involucro arancione dei Reese's, quei cioccolatini al burro di arachidi che mi piacciono tanto. Peccato io non li abbia mangiati e quella cartaccia non appartenga a me.

La afferro e il mio umore cambia subito.

Mi dimentico dell'angoscia, mi passa la voglia di piangere e mi assale quella di sbraitare contro qualcuno.

La mia testa scatta verso sinistra, perché so che è da lì che proviene. Quando punto gli occhi sul gruppetto di giocatori riesco a intravedere solamente il profilo di Heric, che chiacchiera con una biondina, prima che il mio sguardo si fermi su Isaac.

NON INNAMORARTI DI HERIC MCLANEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora