19 - Sopportare

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VALERIE

Il silenzio è diventato snervante. In camera mia, sul mio cellulare, in questa stramaledetta biblioteca.

Ad Halloween Heric mi ha baciata davvero e io non so perché il suo bacio mi abbia ferita tanto. Avrei dovuto saperlo che per lui non significava niente. Avrei dovuto saperlo che non mi avrebbe cercata e non avrebbe provato ad avvicinarsi a me dopo ciò che gli avevo fatto.

'Ti ha baciata per vendetta' e non serve la mia coscienza a ripetermelo, questo lo so già.

Sono stata il suo trofeo?

Sono stata la sua partita vinta contro Caius?

Heric è davvero così? Come lui.

Inspiro e il mio fiato si infrange tra le pagine del libro che ho sotto il naso, quando lascio andare il lungo sospiro. Sono seduta a questo tavolo da due ore e ho riletto la stessa frase dieci volte.

La verità è che non sono venuta qui per studiare. Sono venuta qui nella speranza di incontrare Heric.

Ricordo ancora quel giorno tra gli scaffali. Ero stata così ingenua a pensare che sarebbe stato semplice stargli alla larga.

'Tana per me, stellina'.

La sua voce mi tuona nella testa e io non posso fare a meno di pensare a come sarebbero andate le cose se mi fossi davvero sforzata di nascondermi meglio e di scappare da lui.

Alla fine, tutto questo, l'ho voluto io.

Il silenzio che mi regna attorno viene interrotto dalla vibrazione del mio cellulare. È un attimo e dura pochissimo. Lo schermo si illumina accanto al mio libro e i miei occhi corrono a guardare subito la notifica.

È un messaggio ed è di Lucas.

Lo apro, lo leggo.

"Vieni in mensa" dice.

"Perché?" chiedo subito, e la sua risposta mi spiazza.

"Vieni e basta".

Lucas non è mai così frettoloso, mai così freddo. Non so se sia tutta colpa della mia ansia, ma ho una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

Deve essere successo qualcosa e il mio cuore lo percepisce subito. Il mio corpo attiva la modalità allarme, comincio a tremare a causa dell'adrenalina.

Mi ha detto di andare in mensa, perché?

Afferro la borsa di tela e ci infilo dentro le mie cose in modo troppo disordinato. Faccio un casino incredibile, qualche studente sbuffa, mi scuso prima di uscire di corsa dalla biblioteca.

Sono affannata e ho mosso solo pochi passi. Il panico mi assale e i silenzi diventano rumori assordanti. Non so gestire le mie emozioni, mai. Mi si arrovella il cervello e diventa tutto così caotico. Devo ricordarmi di respirare per riuscire a camminare.

Non dovrei essere così agitata. Non dovrei, ma lo sono, perché onestamente spero solo che in quella mensa non ci sia Caius. Spero solo che tutto non vada in rovina proprio adesso che già sta cadendo a pezzi.

Impiego davvero troppo poco tempo a raggiungere il padiglione dove gli studenti pranzano.

Mi fermo a prendere un bel respiro. Poi, varco la soglia con le guance che vanno a fuoco a causa della corsa.

Mi sorprende che ai tavoli siano tutti impegnati a conversare in modo fitto. Nessuno fa caso a me, anche se nella mia testa era partita quell'immagine orribile dove tutti si voltano a guardarti. Nella mia vita reale, per fortuna, non è accaduto e quando avanzo superando qualche tavolo pieno di studenti ho come l'impressione di aver immaginato tutto nel mio cervello: Il messaggio di Lucas, la sua freddezza. E se fossi andata in panico per niente?

NON INNAMORARTI DI HERIC MCLANEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora