14 - Nelle tue grazie

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HERIC

«Non puoi davvero odiare Damon»

«È sopravvalutato. La sua bellezza lo è»

«Pam, ti voglio bene, ma Ian Somerhalder è un cazzo di Dio Greco, come fai a dire una cosa del genere?»

Essere un uomo a volte è difficile.

Lo capisco mentre guardo mia sorella e la mia migliore amica discutere davanti al televisore, con una quantità industriale di cibo spazzatura sul tavolino e gli ormoni a mille. Credo proprio siano in quel periodo del mese in cui è meglio non proferire parola se vuoi continuare a vivere.

Io, personalmente, me ne sto per i fatti miei al computer, bevendo quell'intruglio schifoso che ci ha suggerito il nutrizionista della squadra.

«Heric tu che ne pensi?»

Mando giù il lungo sorso che sa di banane e fragole e sollevo lo sguardo, quando Pam mi chiama in causa.

«Cosa?»

«Ian Somerhalder, Damon Salvatore, non credi ce ne siano di più belli in giro?» gesticola e me lo indica in televisione.

Osservo un attimo il volto dell'attore in questione. I suoi occhi azzurri, i capelli neri e lo sguardo da stronzetto.

«Personalmente...»

«Tuo fratello non capisce un cazzo» Soph mi interrompe e io sbuffo una risata.

«Non mi hai nemmeno dato il tempo di parlare»

«So già cosa pensi, non ho bisogno di ascoltarti» espira, e guarda la TV con occhi sognanti. «Dove sono gli uomini così nella vita reale?»

Rido, scuotendo la testa e me ne torno a fissare le dispense da studiare mentre le due ragazze continuano a chiacchierare.

Sono preso dalla mia lettura quando un cellulare sul bancone si illumina. Riconosco che si tratta del telefono di mia sorella dalla cover rosa.

«Pam, ti è arrivato un messaggio» la informo, spostando di nuovo lo sguardo sullo schermo.

La sento sbuffare e brontolare qualcosa.

«Puoi controllare solo l'anteprima e dirmi chi è?»

Allungo il braccio sul marmo, afferro il telefono e il bicchiere che ho in mano resta sospeso a mezz'aria quando leggo il suo nome.

«Valerie» lo dico ad alta voce.

Vorrei davvero leggere il contenuto del messaggio ma il riconoscimento facciale non funziona con me e non conosco la password di Pamela.

«Okay, portamelo»

Di solito non mi faccio comandare a bacchetta, ma sono troppo curioso di sapere.

Negli ultimi giorni sono stato molto impegnato con gli allenamenti e non ho avuto il tempo per fare visita alla mia gelataia preferita. Non vedo Valerie dal giorno al parco, dalla nostra pattinata, da quando ha scoperto che è grazie a me che si trova qui a New York.

Passo il telefono a mia sorella e resto fermo alle sue spalle. Attendo che sblocchi il display e apra la chat. Ma poi lei solleva la testa nella mia direzione e corruga la fronte.

«Che fai, sbirci?»

Sollevo le mani e indietreggio.

«Stavo solo...»

«Ficcando il naso»

Soffio una risata e lei scuote la testa. Torna a guardare il cellulare e io mi aggrappo al bordo dello schienale del divano per guardare.

NON INNAMORARTI DI HERIC MCLANEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora