RE DELL'ISOLA

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Nel mentre che nella mia testa avvenivano tutte le riflessioni possibili, davanti a me il signor Peter se ne stava con le braccia incrociate in attesa di una mia risposta.

<<Allora Kate?>>

<<Sì, mi chiamo Kate, è corretto>> dissi, rimanendo sulla difensiva. <<Mi piacerebbe sapere come lo sai però.>>

Lui alzò il sopracciglio e per un attimo ebbi l'impressione che potesse leggere quanto ero nervosa in quel momento.

Fece un altro piccolo passo avanti, e io rimisi tra di noi il ramo che stavo usando per difendermi.

Lui lo fermò prima ancora che io potessi concludere l'azione.

<<Io conosco ogni fatto, avvenimento e notizia dell'isola>> fece un sorriso beffardo tenendo il suo sopracciglio ben inarcato.<<Mi sembra ovvio, d'altro canto io qui sono il re, il capitano il...>>

Non era la risposta che volevo, per cui non lo lasciai finire.

<<Ho afferrato il concetto. Ora, come esco di qui?>>

C'era un velo di disperazione nella mia voce?

<<Uscire da dove?>> disse Peter incuriosito.

<<Da qui! Cioè, da questo posto, da questo...sogno.>>

Sentii la mia voce tremolare verso la fine della frase, stavo forse credendo a quel ragazzo?

Mi schiarii la gola e continuai cercando di guardarlo con lo sguardo più serio possibile.

<<Ascolta>> esordii <<non mi è mai successa una cosa simile in vita mia. Non so dove sono, non so cosa devo fare e soprattutto non so chi sei tu.>> L'ultima frase era una bugia, ma volevo che il concetto fosse chiaro.<<Quindi, mi ripeto, come faccio a uscire di qui?>>

Scandii la domanda come se la stessi dicendo a un bambino di cinque anni.

Lui sospirò quasi scocciato, guardo in alto e poi torno a fissare me.

<<Sai volare?>>

<<Come prego?>>

Questa volta fu lui a restituirmi il favore scandendo la domanda come se di anni ne avessi quattro.

<<Sai vo-la-re?>>

Feci di no con la testa.

<<Possiedi della polvere magica?>>

Ma era serio?

<<No, l'ho finita proprio ieri.>> Il mio tono era evidentemente sarcastico, ma lui sembrò quasi prendermi sul serio.

<<Oh...>> fu la sua risposta. Sembrava veramente dispiaciuto.

Durò un attimo, poi tornò a mostrare il suo solito sorrisetto beffardo. <<E allora credo che tu non te ne possa proprio andare Kate.>>

Mi venne voglia di far sparire quel sorrisetto dalla sua faccia.

<<Oppure, devi sperare che IO ti faccia uscire.>>

Detto questo, si volto e iniziò a camminare verso la foresta.

<<Dove stai andando??>> Buttai a terrà il ramo e feci per andargli dietro, quando mi ricordai del diario.

Era lì mezzo sepolto nella sabbia. Lo raccolsi e mi incamminai verso il ragazzo.

Avevo davvero bisogno del suo aiuto? Perché lo stavo seguendo?

Lui si girò. <<Non farai molto da sola, farai bene a tenere il passo.>>

Nel giro di pochi secondi Peter scomparve dentro quell'enorme massa di alberi e foglie.

Io mi fermai un attimo prima e guardai l'imponente foresta davanti a me. Non era sicuro entrare.

"Forse dovrei aspettare fuori."

Non feci in tempo a pensarlo che una mano sbucò fuori dal fogliame, mi afferrò il braccio e mi tirò dentro la foresta.

Mi trovai faccia a faccia con Peter. Giurerei di essergli stata talmente tanto vicina da vedergli l'anima in quei pochi attimi. E se non avevo visto l'anima, di sicuro avevo visto i suoi occhi tanto verdi quanto profondi. In qualche modo, ipnotici.

D'istinto, nascosi il diario dietro la schiena.

Lui non sembrava badare alla vicinanza. <<Ora la prego di seguirmi madame>>

La poca luce filtrata dal fitto fogliame illuminava il volto di quel ragazzo, accentuando i suoi lineamenti. Lineamenti indecisi, né da uomo, né da bambino. Eppure i suoi occhi sembravano dire di aver vissuto già più di quanto io potessi immaginare.

Peter si scostò, forse turbato dal mio sguardo eccessivamente curioso.

<<Seguimi>>

Tornare indietro era possibile. Sarebbe bastato un singolo, insignificante passo indietro.

"Al diavolo"

Camminai avanti, nascosi il piccolo diario nelle tasche e lo seguii.

La nostra camminata durò pochi minuti, che però sembrarono ore visto che nessuno dei due disse una singola parola.

Era comprensibile credo. Io ero immersa nei miei pensieri e nelle mie mille domande per cercare di dare un senso a tutto quello che stavo vivendo, mentre lui, bhe, lui non so perchè non avesse voglia di parlare.

Arrivammo davanti a un enorme albero di quercia, il cui tronco era talmente largo da poter tranquillamente ospitare una casa.

Infatti scoprii qualche secondo dopo che sul retro c'era una piccola porticina dall'aspetto poco stabile.

<<Prima le signore>>

Si vedeva che voleva prendermi in giro. Lo capii dall'occhiata da furbo che mi lanciò subito dopo averlo detto.

<<Oh no, aspetta>> disse lui velocemente, entrando per primo. <<C'è un piccolo scalino, non vorrei che la mia ospite si facesse male.>> Peter mi porse la sua mano.

Lo guardai stranita: quell'uomo cambiava personalità troppo velocemente.

Diedi una veloce occhiata dentro la porta. C'era uno scalino un po' mal messo.

Afferrai la mano di Peter e mi accorsi di aver fatto bene visto che lo scalino era davvero pericolante.

<<Ci farai l'abitudine.>>

Dentro quell'albero c'era una villa, letteralmente.

Dopo quello scalino si finiva in un corridoio e poi in una grande stanza piena di arredi, quadri e oggetti di ogni tipo. In generale l'ambiente era un po' caotico ma accogliente.

<<Ti piace?>> Chiese lui con fierezza.

<<Non è male.>>

Peter sembrò deluso dalla mia risposta.<<Come siamo freddi madame. Ma siete tutti così sulla terrà?>>

Dovetti trattenere una risatina. Trovavo il tutto molto ironico.

Non mi lasciò il tempo di rispondere e si avvicinò a tre porte sul fondo della stanza.

<<Una di queste sarà la tua stanza, milady>>

<<Tipo questa>> e aprì la porta centrale.

<<Ma se invece parlassimo del mio ritorno a casa?>>

Il suo sguardo parlo da sé. Mi venne incontro con aria seria, mi prese il braccio e mi trascinò dentro la camera, chiudendo la porta dietro di me.

<<No. Non è il caso.Tieni le tue domande per dopo.>> Non aggiunse altro.

Rimasi lì, da sola, dentro quella stanza, e in quel momento la realtà mi si scaraventò addosso come un secchio di acqua gelida.

Dovevo mettere in ordine le idee: presi il diario.

SECRETS 1Where stories live. Discover now