COLLEGAMENTO

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Feci per chiudere il mio diario, quando la porta della mia stanza si aprì.
Era Lilli, era in piedi e sorrideva, con un vistoso bendaggio sulla gamba, ma sorridente.

"Lilli!" Appoggiai il diario sul letto vicino alla borsa e le corsi in contro.
Mi faceva stare bene vederla così, e in quel momento decisi di aggrapparmi a quella sensazione. 

"Come stai? Meglio con la gamba?"
Lei annuì, ma la sua attenzione venne catturata da qualcosa alle mie spalle.
"Cos'è quello?" 

Mi girò attorno e si avvicinò al mio letto. 
Prese in mano il mio diario. 
Iniziò a tremare, e il roseo colorito che aveva appena recuperato venne spazzato via. 
Quella faccia spaventata l'avevo già vista in quella misteriosa sirena incontrata qualche giorno fa, e ora era sul volto di Lilli. 

"Kate" disse, continuando a tremare. "Dove hai trovato questo taccuino?"
"Era nel mio appartamento, quello da cui sono partita..."
Non riuscivo ad interpretare il suo volto, e di conseguenza non sapevo che peso dare alle mie parole. "Lilli perché stai tremando?"
Cercai di avvicinarmi, ma lei fece un passo indietro e si lasciò cadere sul letto. 

Stava seduta, con lo sguardo perso e le mani sulla copertina verde ormai sgualcita. Avrei voluto parlare, anche solo per annullare il fastidioso silenzio che si era creato. Lei mi anticipò, sospirando rumorosamente. "Non può essere."

Finalmente tornò in sé e mi fece cenno di sedermi di fianco a lei.
"Kate, tu non hai idea di cosa sia, giusto?"
"Non capisco cosa intendi Lilli. Certo che so cos'è" risposi un po' stizzita. "Me lo ha dato mia nonna Jane."
"E dov'era?" incalzò.
"Sotto una vecchia trave dell'appartamento. L'avrà incastrato lì il vecchio proprietario tempo fa."
Non pensavo che una fata potesse lanciare uno sguardo in grado di fulminare una persona, ma Lilli mi dimostrò che era perfettamente possibile. 
"Sei così ingenua" sibilò.
La situazione cominciava ad essere snervante. "Forza allora, cosa vuoi dirmi Lilli? Perché ti comporti come se avessi visto un fantasma?"

"Tu hai l'amuleto!" gridò lei. "Tu hai quel maledettissimo amuleto!" Lasciò il libro sul letto e si nascose le mani fra i capelli. 
"Lilli stai delirando."
"No, tu non capisci."
"No, infatti."
"Tu hai avuto il destino di questa terra nelle tue mani per giorni e nessuno sapeva nulla." Con uno scatto mi prese le mani. "Probabilmente la magia ha fatto a tempo a insediarsi in te. Uncino sa qualcosa?"

Non avevo mai visto Lilli così agitata. Il trucco era colato, i capelli sembravano elettrizzati e le pupille erano diventate talmente piccole da lasciare quasi completamente il posto alle iridi azzurrissime. 

"Va tutto bene Lilli, ma hai bisogno urgente di riposo, e forse di un medico."
"No!" Balzò in piedi. "Ho solo bisogno di raccontarti delle cose."
La assecondai e la tirai di nuovo al mio fianco. "Ti ascolto."

"Tanto tempo fa, come già sai, io e Peter eravamo grandi amici. Al tempo Peter controllava l'Isola, a volte con metodi poco eleganti. Si era messo in testa di poter decidere per tutti, ma a me non importava. Mi andava bene tutto, e mi bastava essere al suo fianco."

"Questo già lo so Lilli, me lo hai già detto..."
"Lasciami finire." Prese un lungo respiro, e io mi rimisi all'ascolto. 

"Un giorno Peter, temendo per l'incolumità del suo potere, decise di dividerlo in due parti. Fece costruire un piccolo taccuino, un amuleto, e ci trasferì dentro parte della sua magia."

A quel punto prese il diario e se lo rigirò tra le mani. "Quando me lo diede per la prima volta ero al settimo cielo. Peter mi disse che avrei potuto usarlo per comunicare con lui. Bastava scrivere e lui avrebbe saputo."

Sentii un brivido lungo la schiena. "Era vero?"
"Sì Kate, era vero." Aprì il diario, e alla vista delle pagine scritte lo chiuse di scatto. "Tu non potevi sapere."
"E poi? Cos'altro sai?"
Fece una pausa per ricordare meglio. "Ebbi paura. Strappai la pagina, e non scrissi più sul taccuino, ma era ormai troppo tardi." Le spalle le cedetterò e alcune piccole lacrime fecero di nuovo capolino sul suo volto. "Nel momento in cui Peter mi diede l'amuleto io sentii che c'era qualcosa di strano. Sentivo come se un'energia mi stesse invadendo e si stesse mischiando con i miei originali poteri di fata."

"Per quello Peter..."
"Esatto. Da quel momento, iniziai a sentirmi sempre più dipendente da Peter. Lo volevo, lo cercavo, non potevo fare a meno di lui nemmeno per pochi minuti. Il giorno in cui le altre fate mi dissero che dovevo allontanarmi da lui feci l'errore di non ascoltare." 

La guardai con tenerezza. Avrei voluto dirle che non era lei ad aver sbagliato.
"Andò tutto bene, fino a che Peter non iniziò a chiedere dell'amuleto. Lo voleva di nuovo per lui, così non mi opposi e gli restituii il taccuino. Ma..."

"Ma?" Attendevo il peggio. 
"Ma il potere non tornò a lui. Ormai ero rimasta troppo tempo con l'amuleto e la magia si era trasferita in me." Tornò ad accarezzare il diario, sfogliando di tanto in tanto qualche pagina, senza però soffermarsi sulle parole. "Peter non era arrabbiato. Mi chiese se andava tutto bene e mi disse di non piangere, perché tutto si sarebbe sistemato." Il suo sguardo si perse di nuovo. "Mi chiese se l'amavo." 

Ad ogni sua pausa non potevo fare a meno di trattenere il respiro.
"Risposi di sì," fece una piccola risatina "e tentai di abbracciarlo, perché nel regno delle fate equivale ad un matrimonio."
Risi anche io, ma era una risata amara.
"Poi mi baciò. Kate, fu il bacio più dolce della mia vita" sospirò "e quello più letale."

Ebbi paura di scoprire il finale di quella storia. "Se vuoi puoi fermarti Lilli."
"No, devi sapere." Si assicurò che la stessi guardando e continuò. "Dopo quel bacio mi sentii debole e stanca. Mi ci volle poco per vedere che le mie ali non c'erano più, e se le ali scompaiono scompare anche la magia."

"Mi dispiace" sussurrai io, ma lei non sentì.
"Avevo ancora il taccuino in mano mentre mi diceva che ora la mia magia era sua. Non potendo separarla dalla mia, aveva deciso di appropriarsene." 

"Non può essere" mi portai le mani alla bocca "come ha fatto a prenderla così facilmente?"
"Perché io ero sotto la sua influenza, Kate. Ero ipnotizzata dal suo potere. Non c'era nulla di vero in quello che sentivo."

"Quindi i suoi poteri sono aumentati? Ora ha il controllo dell'Isola?" Ero ansiosa di avere delle risposte. Era ancora tutto troppo confuso.
"Circa. Dopo quello che mi fece io corsi via con l'ormai inutile amuleto. Piansi per giorni, fino a che decisi che lo avrei distrutto."
"L'amuleto?"
"Esatto." Si alzò in piedi con aria solenne. "Fu allora che, mentre ero sul punto di gettarlo in mare, sentii che aveva ancora del potere. Solo allora realizzai che Peter non aveva riacquisito tutta la magia dell'Isola." 

Guardai il diario e cercai di ricordare se mai avessi sentito qualcosa di strano provenire da lì, ma non mi venne in mente nulla. Lilli richiamò la mia attenzione con un battito di mani. "L'amuleto andava nascosto, così lo affidai ad una fata di terra perché lo nascondesse via dall'Isola. Ed ora eccolo qua." Prese sconsolata il diario tra le mani. "Ora il suo potere si è mescolato con la tua energia, e se Peter lo venisse a scoprire..." Non terminò la frase, ma la sua espressione parlò per lei.  

"Sono in pericolo?"
"Sì, ma ormai è tardi. Ora capisco perché non voleva lasciarti andare."
"Non avrà quel potere. Te lo prometto."
"Ma, l'ipnosi. Kate, non sai quanto lui possa essere spietato."
"E lui non sa quanto io possa essere difficile da abbindolare." 

Non credevo troppo nelle mie parole, ma non volevo farla preoccupare.

"Vai a riposare Lilli, dopo ci pensiamo."
"Dopo potrebbe essere già troppo tardi."


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