LA GROTTA DELLE LUCCIOLE

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Atterrammo poco più in là, dove il bosco cominciava a essere un po' meno fitto e la luce filtrava di nuovo.
Il sentiero di terra rossa che sui cui avevamo camminato fino a prima di prendere il volo aveval lasciato il posto a un sentiero erboso. 
La luce stava a iniziando a tendere verso un colore rosato, mentre l'aria che mi pizzicava le guance, diventava sempre più fresca.
Era già sera, il tempo era volato con noi


"Faremo sosta qui!", affermò Peter richiamando l'attenzione di tutti verso di sé.

Intorno a noi non c'era nulla, a parte alberi e una discreta varietà di fiori, tutto sommato un posto tranquillo per passare il resto della giornata. 

Il gruppo iniziò a disporsi in cerchio, circondando Lilli, che iniziò a muovere lentamente le mani verso l'alto. Una nuvola dorata si innalzò sopra le loro teste, librandosi leggera. Sembrava danzasse. 
Peter si voltò verso di me per un attimo, mi fece cenno di entrare nel cerchio. 

La nuvola si infittì sempre di più, iniziando a girare sempre più vorticosamente sopra di noi, per poi generare una silenziosa esplosione di luce e dissiparsi nell'aria. 

Vedere per la prima volta della vera magia mi riempì di una strana sensazione. Forse gioia, forse curiosità. In generale, qualcosa che non provavo da veramente tantissimo tempo, e che ora mi stava letteralmente invadendo positivamente i pensieri. 

Non passò molto che Jeremy, probabilmente preoccupato per il mio improvviso stato, o per il mio sorriso sulla faccia, mi mise una mano sulla spalla, scuotendola piano. "Dobbiamo andare?"

Ero talmente tanto presa dal momento da non accorgermi che davanti a noi si era materializzata l'entrata di una grotta. Una grotta, aggiungerei, dall'aspetto per nulla invitante. 

Mi guardai indietro, forse potevo evitare di andare con loro, forse facevo ancora in tempo a svignarmela, forse...

"Non ti preoccupare" disse Jeremy, offrendomi la sua mano. "Non è così male, vedrai".  Lo guardai piuttosto titubante, e mi resi presto conto che in realtà non avevo moltissima scelta. 

Con la mano salda in quella di Jeremy feci i primi passi all'interno di quella grotta, procedendo con forse eccessiva cautela, tanto che Jeremy dovette tirarmi un po' per procedere a un passo decente. 

Tirai un sospiro di sollievo quando vidi che quella grotta, per quanto inospitale e buia potesse sembrare da fuori, era in realtà tutt'altro: era bellissima. L'oscurità era intervallata e spezzata dolcemente da tante piccole lucine che svolazzavano tranquille e lente, e anche la temperatura era piuttosto accogliente. 

"Sono lucciole." Lilli si era avvicinata a me e devo dire che quel suo intervento mi prese alla sprovvista. Non mi era ancora capitato di avere l'onore di scambiarci due parole. 

"Come scusa?" 

Lilli mi scoccò uno sguardo infastidito, chiaramente visibile anche nel buio della grotta. "Sono lucciole, dovreste averle anche voi sulla terra suppongo, e dovresti cercare di non guardarle troppo". 

"Se no che succede?"

Lilli sbuffò. "Sono capaci di creare illusioni negli occhi di chi le guarda. Noi fate le usiamo per disorientare i nemici." Finita la frase fece qualche passo avanti e si allontanò. Non il massimo della conversazione, ma almeno era stata quasi gentile. 

Devo dire che a vederla sembrava tutto meno che una fata. Non aveva le ali, non aveva segni particolari, al di fuori dello spesso strato di trucco nero intorno agli occhi chiarissimi. A dirla tutta sembrava un'umana in tutto e per tutto, se non fosse che qualche minuto prima l'avevo vista creare cose dal nulla con il solo movimento delle mani. Tolto quello, era molto simile a me, se togliamo i suoi capelli esageratamente biondi.

Avere una compagnia femminile in gruppo in qualche modo mi tranquillizzava. Certo, lei non era il massimo della simpatia, e ci si parlava appena, ma era comunque rassicurante a modo. 

Feci uno scatto in avanti e la raggiunsi. Lei si girò di scatto vedendomi arrivare. 

"Non ci siamo ancora presentate" esordii. " Io sono Kate, o Caterina, come preferisci." Non so nemmeno io con quale coraggio mi ero buttata così. 

Lilli mi guardò con occhi diffidenti, cercando di capire le mie intenzioni suppongo, ma durò poco. "Io sono Trilli, ma puoi chiamarmi Lilli, come fanno tutti" disse, abbozzando un piccolo sorriso. 

Mi rilassai nel vedere che il mio tentativo di socializzare era stato accolto. Ci speravo, ci speravo davvero tanto. "E come mai ti chiamano così? Cioè, non per farmi i fatti tuoi, ma..."

"È colpa mia" disse lei interrompendo il mio imbarazzante tentativo di parlare. "Vedi, quando conobbi Peter, Jeremy e Tom, credevo che fossero dei pirati". Si tirò una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio e fece una risatina prima di continuare. "Così quando loro mi domandarono il mio nome, lo sbagliai volutamente. Che stupida vero?"

Ridemmo piano entrambe, e notai con piacere che la sua diffidenza nei miei confronti era totalmente scomparsa. Forse non le dispiacevo più di tanto. 

"E tu?"

"Cosa?"

"Come ci sei finita qui Kate?"

Boccheggiai alla ricerca di una risposta. Non lo sapevo, questo era ovvio. 

"Suppongo che tutto questo sia un sogno, o qualcosa di simile"

"Qualcosa di simile" disse lei ridacchiando. "Non vorrei deluderti, ma questa è la realtà. Non una delle migliori, ma è tutto vero"

"V-vero?" 

Rimasi a fissarla impietrita, cercando di dire qualcosa, di ribattere, qualunque cosa. Sapevo che lei era solo parte di un sogno, ma una parte di me temeva di sentire quelle parole. 

"Siete frutto di una mia fantasia Lilli. Siete solo il ricordo rimasto da una vecchia favola per bambini."

Il volto di Lilli si scurì e il sorriso di pochi secondi prima sparì completamente. Non disse nulla, forse l'avevo in qualche modo offesa? 

"Grazie della conversazione" disse facendo un rapido cenno con il capo, e si allontanò da me. 

Ottimo, è proprio così che si socializza Kate. 

SECRETS 1Where stories live. Discover now