L'ATTACCO ALLA NAVE

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Passarono giorni dalla discussione con Lilli, e non ci fu l'ombra di un pericolo. 
Conoscevo quasi tutti, il cuoco, il mozzo, il timoniere, e ormai avevo perso il conto dei giorni passati sulla barca o sull'isola. 

I pirati avevano deciso pure di liberare Lilli dal suo status di ostaggio, visto che ormai era chiaro che come ostaggio aiutava ben poco.
Sia me che lei venimmo messe a pulire la nave, l'unico lavoro, a detta loro, rimasto per noi.
Non che avessimo preso di buon grado la loro decisione, ma tutto era meglio di annoiarsi tutto il giorno. 

Io e Lilli avevamo appena finito di pulire il ponte, quando iniziammo a notare delle nuvole grigie sopra di noi. Era da giorni che non pioveva.

"Lilli hai visto?"
"Sì" rispose lei, gettando l'acqua sporca in mare. "Non è un buon segno."
"In che senso?"
"All'Isola il tempo segue il corso degli eventi, e la pioggia non è mai un buon segno."
Mentre le nuvole invadevano gli ultimi angoli di cielo azzurro, iniziai a vedere i primi pirati preoccupati intorno a noi. 

Riuscii ad intravedere anche Uncino, occupato a parlare con un altro pirata. Aveva l'aria corrucciata, e a giudicare dall'imprecisione dei movimenti doveva essere agitato. 

"Stanno per attaccare" disse un pirata che passò di fianco a me e a Lilli. 
Mi voltai verso di lei per assicurarmi che avesse sentito. "Ora?"
"Ti ho detto che Peter non è prevedibile."
"E se non fosse lui?"
"Cambia qualcosa?"
Aveva ragione, a me non sarebbe cambiato assolutamente nulla. La pietra sarebbe stata finalmente portata al riparo e avrei avuto ugualmente la mia occasione. 

"Pirati, Mozzi, Guardie e cuochi, statemi a sentire!" urlò Uncino attirando l'attenzione di tutti. "L'ora della battaglia è giunta. Pan e la sua banda stanno arrivando. È ora di dimostrare se siete uomini o codardi."

Alcuni urlarono, altri si esibirono in cori grotteschi, altri insultarono divinità mai sentite prima. 
Uncino di avvicinò a me e Lilli facendo cenno di seguirlo. 

"Signorine," disse una volta arrivati dentro la sua cabina "come avrete potuto ben vedere, stiamo per ricevere una visita." Si versò nervosamente del vino e lo trangugiò. "Non sarà una visita di piacere. Ma ormai siamo abituati." Si pulì velocemente la bocca con la manica e si avvicinò a me. "Devo saperlo con certezza, lei è con me o con Peter?"

Mentre i suoi occhi mi fissavano in cerca di conferme, ripensai a tutto. A Peter, a Jeremy a nonna Jane. Che ne sarebbe stato di Peter se mi fossi schierata definitivamente con Uncino? Aveva importanza? Sarei tornata da nonna Jane senza l'appoggio di Uncino? 

"Sono dalla vostra parte capitano."
Lilli di fianco a me mi lanciò uno sguardo inorridito. "Sei sicura Kate?"
Non le risposi: avevo ancora lo sguardo di Uncino su di me. 
"Benissimo" concluse soddisfatto. "E lei signorina?"

Lilli non esitò. "Io non posso."
"Perché Lilli?" la incalzai io. 
"Sono legata a lui in ogni caso" rispose sconfortata. "Non posso" ripetè. 
"E sia." sentenziò Uncino. "Starai nella cabina per tutta la durata della battaglia." Subito dopo uscì per impartire altri ordini. 

"È stato comprensivo" disse lei, riferendosi ad Uncino. 
"Vero? Chi se lo sarebbe aspettato?" Cercai di sorridere, ma Lilli notò la mia voce tremolante. 
"Andrà bene Kate. Andrà tutto bene, e presto sarà finito tutto. " Mi abbracciò. "Questa magari la tengo io" disse, indicando la mia borsa. 
"Già, forse è meglio." Gliela porsi e la riabbracciai. 
"Ora va, che se no ti perdi gli ordini."
Annuii poco convinta, le diedi un ultimo abbraccio e uscii. 

Uncino era fuori, con la mano sana appoggiata al fianco e gli occhi puntati al cielo. 
"Capitano, cosa si fa in questi casi?"
"Nulla, se vuoi puoi pregare."
Si voltò,  e vedendo la mia faccia scioccata decise di rincuorarmi con un: "Hai bisogno di armi?"
"Credo di no" risposi. Non ero pronta ad impugnare delle vere armi. Non sapevo nemmeno come usarle. Uncino ignorò il mio rifiuto e mi mise in mano un piccolo pugnale dal manico dorato. "Ti servirà."
"Spero di no capitano."

Non avevo intenzione di fare del male a nessuno. Nemmeno a Peter, per quanto lo meritasse. Il mio obiettivo era solo quello di trovare la pietra e andare via. Forse l'avevano già spostata, o forse stavano aspettando l'inizio della battaglia.

"Sta arrivando!" urlò qualcuno. 
Per un attimo l'unica cosa che riuscii a sentire fu il rimbombo del mio cuore delle orecchie. I battiti sempre più forti che si facevano spazio nella mia testa invadendo ogni mio pensiero. 
Stavo facendo la cosa giusta?

Delle sagome nere iniziarono a farsi spazio tra le nuvole nere. 
I pirati cominciarono sparare coi cannoni, mancando sempre il bersaglio. Altri sguainavano le loro spade in aria in attesa del nemico. 

"Le ombre di Pan" urlò Uncino. 

Per un attimo si fermarono tutto. Ombre e pirati, uniti in uno spaventoso secondo di quiete. 
Poi, le ombre per prima si scagliarono su di noi e fu il caos. 
Urla, gemiti, alcuni poco umani. 
Una nuvola di polvere avvolse la battaglia, tanto che nessuno poteva più riconoscere i propri compagni. Gli stessi pirati rischiarono di ferirsi tra di loro. 

Dov'era Peter?

Feci per scappare alla ricerca di un luogo meno pericoloso. 
Non feci in tempo, c'era qualcosa alle mie spalle. Mi girai: un'ombra. 





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