MERMAID

1.5K 136 1
                                    

Dopo l'esperienza dell'acqua salata mi parve giusto non arrischiarmi in altre sperimentazioni, così feci un bel respiro profondo e mi godetti i pochi raggi di sole che riuscivano a superare il fogliame. Alcuni di questi finivano direttamente sullo specchio d'acqua, illuminandolo e rendendolo ancora più magico di quello che già probabilmente era. 

Quasi mi incantava. Sentivo come una forza magnetica tra me lo specchio d'acqua, tanto da non riuscire più a resistere: dovevo avvicinarmi, dovevo guardarlo. 

L'incanto finì quando vidi riflesso tra le lievi increspature dell'acqua il mio volto, che stava risentendo chiaramente di quei giorni così assurdi. "Sì, sono veramente terribil.."

Non feci a tempo a terminare. Qualcosa aveva rotto la superficie piatta dell'acqua da sotto, facendo svanire anche il mio riflesso. Forse un pesce. No, sembrava molto più grande, non poteva essere solo un pese. 

Mi avvicinai lentamente per osservare più da vicino. 

Un viso emerse dall'acqua.

Sentii il cuore sussultare e per lo spavento finii scaraventata sull'erba appena dietro di me. "Devo stare calma, devo stare calma, non è niente." Tremavo come una foglia, ma nessuno intorno a me sembrava curarsene, sembravano tutti molto affaccendati, soprattutto Jeremy e Peter. 

Con il cuore ancora a mille mi riavvicinai lentamente allo specchio d'acqua per vedere se il volto fosse un'allucinazione o meno. 

No, non lo era. Era ancora lì e mi stava chiaramente fissando. 

Non era un volto umano a giudicare dal colorito, ma anche degli occhi, che erano di un azzurro acqua chiarissimo, chiazzati d'oro. Effettivamente, il semplice fatto che quel volto si trovasse tranquillamente in acqua senza affogare era un evidente segno della natura non umana della creatura. Una creatura che tra l'altro non sembrava minimamente toccata dalla mia presenza, anzi, aspettava paziente e incuriosita che io mi avvicinassi nuovamente. 

Prima di procedere e andare più vicina, mi armai con un piccolo bastone dall'aria solida. Poteva succedere di tutto, meglio rimanere in allerta. 

"Cosa sei?" Domandai tremante, puntando non troppo coraggiosamente il bastone verso l'acqua. 

"Chi lo domanda?"

Tirai un gridolino stridulo e scattai all'indietro. "T-Tu parli!"

Il misterioso volto mi sorrise, dopodiché una mano palmata uscì dall'acqua portando dietro di sé un corpo con attaccata una maestosa cosa color corallo, sfumata d'oro e d'argento sulla punta di squama. Una bellezza magnetica, impressionante. Non riuscivo a smettere di guardarla. 

"Sei u- u-una..." balbettai.
"Sirena?" disse prontamente la creatura ricalandosi nell'acqua e appoggiando i gomiti al bordo.  "E tu? Cosa sei?" 

Mi scrutò velocemente, passando i suoi occhi sui miei vestiti, poi sulle mie gambe e infine sulle mie mani. "Sei un'umana?" disse infine. 

"Sì, sono umana, vengo dalla Terra." 

Non sapevo che reazione aspettarmi, ma di certo non quella che ebbe quella sirena. Sembrava allibita e pesantemente agitata dalla notizia. "Umana? Un'umana qui? Chi ti ci ha portato?" 

Alzai le mani in segno di pace, aspettandomi che lei si tranquillizzasse. "Non sono cattiva, sono venuta in pace. Non volevo spaventarti" dissi, nonostante fossi la prima ad essere consapevole di non essere per nulla a mio agio in quella situazione. Mi aspettavo che qualcuno intervenisse, ma sembrava che nessuno stesse notando la scena. 

Lei si rilassò e socchiuse gli occhi. "Tesoro, qui l'unica che deve avere paura sei tu"

La frase mi fece per un attimo gelare il sangue, e per timore che mi potesse fare qualsiasi cosa mi spostai lievemente indietro. 
Spostò lo sguardo verso la mia borsa, quella in cui tenevo gelosamente il mio diario. "Cos'è quella?"

La sirena si allungò fuori dall'acqua nel tentativo di afferrarla, mi fortunatamente mi scostai in tempo. "È una borsa" risposi, questa volta un po' stizzita per il gesto "ci tengo il mio diario."

Con cautela, tirai fuori il diario dalla borsa per mostrarglielo. 
Appena la sirena lo vide si allontanò di scatto dalla riva emettendo un urlo stridulo. "Vattene! Hai capito?Vattene!" strillò.
Sulla sua faccia c'era spavento e orrore. Si allontanò nuotando sott'acqua velocissima senza darmi spiegazioni, lasciandomi lì, con il diario a mezz'aria e gli occhi spalancati.

Forse pensava che stessi tirando fuori una sorta di arma, o forse mi ero mossa troppo velocemente e l'avevo spaventata. Qualunque cosa le fosse preso, mi dispiaceva di averla turbata così tanto. 

"Qualche problema milady?" Peter si era avvicinato a me, doveva aver sentito l'urlo della sirena. 
Rimisi rapidamente il diario della borsa, nascondendola poi dietro la schiena. 

Non sapevo bene che rispondere, ma sapevo bene che lo sguardo accigliato di Peter non mi avrebbe dato pace prima di aver ottenuto una reazione da parte mia. 

"Va tutto bene Peter, grazie." Ero visibilmente scossa, e probabilmente Peter lo stava già intuendo. Non è uno a cui raccontarla, e io non sono per nulla brava a mentire. 

"Hai avuto qualche problema con quella sirena?"

Allora qualcuno se n'era accorto. Non poteva palesarsi prima? 

Mi accorsi che ero ancora chinata sul ciglio dello specchio d'acqua, così mi tirai velocemente in piedi. "Peter, grazie della premura, ma penso di poter dire che va tutto benone. "

Non ci credeva, glielo leggevo negli occhi che non ci stava nemmeno lentamente credendo. "Sei una bugiarda milady" disse, posandomi una mano lungo il braccio "prima ho sentito un urlo."

Deglutii. Avrei voluto dire la verità, ma qualcosa dentro di me mi stavo implorando di non farlo. 

"Ragazzi!" Era Jeremy, ancora una volta con un meraviglioso tempismo. Ci stava richiamando poco più in là, dove lui Lilli e Tom avevano preparato un piccolo accampamento. 

Non era tardi. Certo, non ero a conoscenza dell'ora ma ero certa che non fosse tardi. La luce era ancora alta e l'aria mite, ci stavamo già accampando?

"Ci fermiamo ora? Non andiamo avanti?"

Peter si voltò verso di me guardandomi beffardo dal basso verso l'alto. "Hai fretta milady?" disse, facendo un passo verso di me. 

Trasalii. Sì, avevo fretta, volevo scappare, volevo trovare una via d'uscita, e stare ferma non era il miglior modo per trovare una soluzione. Oltretutto, fermarsi significava anche non avere la possibilità di parlare con Lilli, perché tanto sarebbe stata tutto il tempo a supportare Peter nelle decisioni sul da farsi. Quei due non facevano altro che prendere decisioni. 

Sospirai sconsolata. 

"Bene, sembra che milady non abbia nulla da aggiungere."

Oh, se ne avevo da aggiungere. 

Jeremy prese prontamente la parola liberandomi dalle grinfie di Peter "non abbiamo abbastanza legno per la notte Peter."

"Qual è il problema, siamo circondati da alberi, non sarà difficile trovarne." Mi pentii subito dopo di aver parlato: mi stavano guardando tutti come se avessi detto la peggio eresia. 

"Kate..." provò a dire Jeremy, ma Peter allungò una mano verso di lui come a volerlo fermare. 

"Milady, forse è il caso di far riposare la lingua per oggi, non credi?" 

Restai senza parole, vittima delle sue.

"Dunque" riprese Peter, come se nulla fosse successo "prima che venga notte ci conviene cercare del legno bianco."

"Come facciamo con i pirati Peter?" chiese Jeremy.

"Lilli mi assicura che non ce ne sono nei dintorni, e non ce ne saranno per un bel po'."

Tom e Jeremy si guardarono, poi spostarono l'attenzione su Lilli che sembrava occupata a pensare altro. 

"Cercate" ordinò quindi Peter in tono secco, e tutti iniziammo ad andare dove più ci ispirava. 

"Tu no, milady. Tu vieni con me."


SECRETS 1Where stories live. Discover now