STONE

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Appresa la notizia di dove lei si trovasse, scansai via il pirata e mi diressi verso la cosiddetta cucina: una specie di buco con delle vivande sparse un po' ovunque, su muri e tavolini mangiati dai tarli.


Lilli era rannicchiata in un angolo, con le gambe strette al petto e gli occhi socchiusi. Non era impaurita, ma aveva un'aria spenta e rassegnata. 
Nel momento in cui mi vide sobbalzò e sembrò che la vita ritornasse improvvisamente in lei. 

"Kate" disse cercando di avvicinarsi. Rinunciò appena vide che le sue condizioni fisiche non erano delle migliori. 
"Lilli ho bisogno del tuo aiuto." La aiutai ad alzarsi e la abbracciai. "Ti prego."
Per un attimo ricambiò il mio abbraccio, poi si scostò. "Così ora sei con loro?" chiese gelida. 
"Sono..." non avevo il coraggio di finire la frase. Sentivo che l'avevo tradita, avevo tradito tutti.
Lei sospirò. "Ho capito, avrei fatto lo stesso" disse triste. "C'è altro che dovrei sapere?"

Avrei dovuto dirle tutto? 

"Avanti, dimmi" mi esortò lei. 
"Si, c'è dell'altro." Tirai fuori dalla mia borsa la pergamena che mi aveva dato Sun e gliela porsi. "Questa è la soluzione. Mi serve solo una pietra per aprire il portale."
"Intendi la pietra di Uncino."
"Immagino di sì"
Lilli sospirò sonoramente prima di dire:"Quella che vuole anche Peter?" Le sue parole non lo dicevano, ma il suo volto mi stava chiaramente invitando a rassegnarmi. "Non ce la farai mai" aggiunse. Mi riconsegnò la pergamena lanciandomi uno sguardo pieno di compassione. 

"Ci puoi almeno provare ad aiutarmi?" 
Più la pregavo e più il suo rifiuto sembrava imminente. 
"Non se ne parla"
"Lilli per favore"
"Sei con Uncino ora"
"Non sono veramente con Uncino"
"E allora con chi stai?"
"Con nessuno Lilli, lo vuoi capire?" Sentivo di aver alzato la voce. "Scusami."
Lilli non sembrò scomporsi. "No, hai ragione, scusami tu." Schiuse la bocca come per aggiungere qualcosa, ma alla fine non disse nulla.
"Quindi mi aiuterai."
"Cosa devo fare?"

Avrei voluto saltarle addosso dalla gioia ma mi contenni. Avrebbe potuto cambiare idea da un momento all'altro e lo volevo evitare. 
Le spiegai tutto. Da quello che mi aveva detto Sun, alla mia idea di andare a cercare la pietra in giro per la nave, partendo dalla cabina del capitano. Lei seguì il mio discorso attentamente, trasalendo di tanto in tanto quando nominavo Uncino o Peter. 
Al termine della spiegazione prese un bel respiro e disse solo: "Sei sicura Kate?"
Io la abbracciai. In realtà non ero sicura di quello che stavo facendo, o di quello che avrei fatto. Sapevo solo che dovevo muovermi. 

Lilli in realtà non mi sarebbe servita a molto. Forse più avanti. Volevo solo assicurarmi che mi avrebbe appoggiata se le cose si fossero messe male. 

La abbracciai di nuovo e mi diressi fuori dalla cucina con la promessa che sarei tornata presto. 
La maggior parte delle cuccette dei marinai si trovava nel cuore della nave, mentre le stanze più importanti, come lo studio di Uncino, si trovavano in superficie. 
Mi incamminai velocemente verso quella che doveva essere la cabina del capitano, cercando di evitare gli sguardi indiscreti dei mozzi e degli altri pirati, evidentemente incuriositi dalla mia presenza sulla nave. 

Una volta alla porta bussai piano, consapevole che sarei entrata anche se non avesse risposto nessuno. Qualcuno però aprì, e la prima cosa che vidi fu Uncino comodamente seduto su un piccolo trono rovinato, anticamente parte di qualche tesoro. 

"Ecco la nostra piccola nuova arrivata a bordo." Si alzò procedendo a passo lento verso di me. 
Sorrisi, anche se un po' forzatamente, cercando di apparire disinvolta. "Buongiorno a lei capitano." Non gli lasciai il tempo per dire nulla. "Ho visto che avete messo Lilli nella cucina."
Non mi aspettavo una reazione positiva alla notizia, ma Uncino sembrò quasi dispiaciuto. "Non posso credere che quei rozzi l'abbiano messa in un luogo tanto inadatto." A tradirlo, fu il sorriso meschino che seguì la sua affermazione.

La porta si aprì di scatto. "Capitano, è richiesta la sua presenza immediatamente. Fred e John stanno di nuovo giocando con le armi."
Guardai Uncino, e per un attimo ebbi paura che gli occhi potessero schizzargli fuori dalle orbite. 
"Temo che la nostra conversazione debba essere rimandata" disse, e uscì sbattendo la porta dietro di sé. Fuori dalla cabina si sentirono dei forti spari, seguiti da urla e qualche gemito.

Ero sola. 

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