☆ ¢αριтσℓσ тяє ☆

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Jungkook - Lost Stars


"Voglio assolutamente continuare a sentire che un giorno morirò. Altrimenti non mi accorgo che vivo."

Quanto ti invidio – penso Tae, fra sé e sé. Chiuse il libro, lo ripose sul comodino e rimase steso sul letto, con le braccia dietro la testa, a fissare il soffitto.

Il problema era proprio questo, lui non sentiva. Non sentiva nulla.

Le sue giornate scorrevano tutte uguali durante l'estate, in solitudine, in camera sua a divorare libri su libri o a dormire. 

Gli altri studenti lasciavano il dormitorio durante le vacanze estive, ma lui ogni anno trovava una scusa per restarsene lì...dopotutto non gli dispiaceva la tranquillità del campus deserto.

Si alzava sempre molto tardi e si trascinava per la camera in cerca di una maglietta da infilare, poi in bagno a lavarsi i denti. Essendo solo, non doveva nemmeno preoccuparsi di darsi una sistemata, per cui a volte scendeva in biblioteca senza nemmeno lavarsi la faccia o pettinarsi...non che la presenza di qualcuno avrebbe cambiato così tanto le cose, tutto ciò che lo circondava era praticamente invisibile per lui.
Sceglieva qualche libro, comprava del ramen istantaneo e si richiudeva in camera. 

Quella sera, la sua routine estiva si spezzò quando Min entrò spalancando la porta, pieno di valige, e urlando: "Ciao mostriciattolo, quanto ti sono mancato?"


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"Ehi! Moltissimo, come sempre" – rispose Tae quasi sussurrando e alzando per un attimo la testa dal cuscino, un leggero sorriso gli illuminò il volto.

"Scusami, avevo detto che sarei arrivato prima, ma non hai idea del traffico che ho trovato! Allora? Che mi racconti? Stai meglio oggi?" – chiese il biondo.

"Si, tranquillo Min...va tutto bene. Mi dispiace, non ho molto da raccontare, giornata piatta." Pronunciando quelle parole si raggomitolò sul bordo del letto.

"Senti Tae, so che domani non sarà una giornata facile, okay? Ti chiedo solo di non chiuderti in te stesso. Parla con me, sono qui. Sono tornato un giorno prima proprio per restarti accanto." - Si avvicinò e abbracciò il suo amico, scoprendolo ad asciugarsi le lacrime con la manica della maglietta e a tentare di nascondersi la faccia sul cuscino.

Gli prese il viso fra le mani, con i pollici tirò via le lacrime e gli accarezzò le guance.
"Andrà tutto bene, vedrai. Guardati, sembri un tigrotto arruffato"
– sorrise Min, abbassandosi un po' per cercare di incrociare i suoi occhi, gonfi di lacrime. 


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L'Orsa MaggioreWhere stories live. Discover now