☆ ¢αριтσℓσ qυιη∂ι¢ι ☆

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Foster The People - Imagination


"Ehi...cosa ci fai qui?"

Anya sussultò e si voltò di scatto verso la porta - "Cosa ci fai tu qui! È la mia aula di disegno!"

"Si, scusa...cioè...io...intendevo cosa ci fai qui così presto...sono appena le sette e mezza, le lezioni iniziano alle nove..." – le chiese Min, stropicciandosi l'occhio destro e sbadigliando.

"Ultimamente vengo sempre a quest'ora...ho bisogno di un po' di silenzio e di tranquillità per concentrarmi, la professoressa ci ha dato un compito da consegnare prima della pausa natalizia, ma non so dove mettere le mani...sono in crisi. Se vengo presto, ho l'aula tutta per me e riesco a pensare meglio...credevo avessi rinunciato..."


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"Mhmm?" – domandò Min, con un'espressione perplessa.

Anya fece un cenno con la testa verso il mazzo di fiori che il ragazzo teneva sulla mano sinistra.

"Ah, questi?" – sorrise il biondo – "Non rinuncerò finché non saprò quali sono i tuoi preferiti...Di solito vengo prima, ma stamattina mi si è fatto un po' tardi...nottataccia...ne sono felice però...Per una volta, almeno, riesco a darteli di persona..." – continuò, porgendole un bouquet di tulipani colorati.

Anya si fermò un attimo a guardare la sua mano tesa, titubante, non sapendo se prenderli o meno.

"Tranquilla, puoi accettarli" – disse a bassa voce, il suo viso era molto pallido – "non lo prenderò come un..." – non riuscì a finire la frase che si accasciò a terra, perdendo le forze.

"Min! Che ti prende!?" – la ragazza si avvicinò di corsa, abbassandosi e toccandogli il viso – "Accidenti, ma tu scotti! Devi avere la febbre molto alta!"

Riaprì gli occhi e scrollò la testa -"Io...s-sto bene..." – cercò di rialzarsi di scatto, ma perse l'equilibrio, scivolando di nuovo giù.

"Ehi, Min! Piano!" – Anya lo afferrò per le braccia e lo aiutò a tirarsi su.
Il ragazzo, ancora un po' scombussolato, le scivolò addosso, appoggiando il mento sulla sua spalla e socchiudendo gli occhi.

"Mhmm, mi sento già meglio" – fece un respiro profondo, inebriandosi del profumo dei suoi capelli.

"Sei il solito cretino" – gli disse, sbuffando e sorreggendolo, con il cuore che stava per uscirle dal petto – "non ti spingo via, solo perché non voglio averti sulla coscienza...Ti accompagno a casa..."

"Non posso andare a casa, non così...se Tae mi vede in queste condizioni, non mi permetterà di accompagnarlo e io devo farlo...devo farlo assolutamente..."

L'Orsa MaggioreWhere stories live. Discover now