Medicina

Rivelazioni

"Sei un pessimo bugiardo."
Per un attimo lo vidi arrestarsi.
Era rimasto per un momento con il bicchiere sollevato in aria, come se fosse indeciso se portarlo alle labbra oppure rimetterlo sul bancone.
Sembrava assorto in qualcosa che non seppi tuttavia decifrare.
Non sapevo cosa fare, Mi limitai quindi a fissarlo come incantato.

Gabriel non era il tipo di ragazzo che per strada ti rigiravi a guardare solo per poterlo ammirare ancora, era una bellezza "diversa", lui ti attirava inspiegabilmente.
Carisma? Senza alcun dubbio ne aveva, forse anche fin troppo se dovevo essere sincero.
Se fosse stato un animale, ero certo che sarebbe stato una pantera. Nera, misteriosa e letale. Un po' come lui.

Arricciò il naso e la fronte si piegò in quelle adorabili fossette che abitualmente e inconsapevolmente sfoggiava quando era concentrato.
Qualcosa di lui in questi pochi giorni lo avevo capito.

La sua mente e i suoi comportamenti tuttavia mi risultavano ancora del tutto sconosciuti.
Anche in questo momento, sembrava che fosse altrove.
Inspiegabilmente lontano. Era come se davanti ci fosse un invisibile muro che a me non era concesso oltrepassare.
Lo avevo compreso. Nel suo mondo non tutti potevano entrare. Ed era giusto così... Perché anche io facevo lo stesso.
Durante quel momento di silenzio, guardai per un po' la pista da ballo per distrarmi, e sopratutto per non farmi cogliere in fallo nel guardarlo.

Nel frattempo notai Sophie. Stava ballando con Carl, o meglio cercava di fargli imparare alcuni passi.
A quanto sembrava Il fratello di Chris era impedito come me nel ballo. O forse addirittura peggio notai dopo un suo quasi scivolone.
Sorrisi inevitabilmente a quella scena, erano proprio divertenti quei due.

Il mio sorriso tuttavia sfumò, notando che un paio di occhi neri che ormai potevo riconoscere fra mille, non mi avevano tolto l'attenzione di dosso.
Pensava forse che non me ne fossi accorto?
In questi anni per scappare dalle grinfie di John, avevo sviluppato un senso di allerta a qualunque cosa, a sguardi, movimenti e toni di voce.
Ero diventato un pazzo insomma.

Mi girai confuso verso di lui.
"C'è qualcosa che non va?" Domandai con tutta la pazienza che disponevo.
Si, perché con lui c'è ne voleva tanta. E io la stavo quasi esaurendo.

Scosse la testa divertito.
Ma possibile che facessi così ridere? Avevo scritto pagliaccio in fronte e non lo sapevo per caso?
"Hai fatto colpo." Sussurrò distogliendomi dai miei pensieri, e avvicinandosi pericolosamente al mio orecchio lasciandomi brividi su tutto il corpo.
Non ero decisamente pronto a questo azzeramento delle distanze.
Mi forzai di mantenere la calma cercando di regolare il cuore che aveva preso a battere immediatamente.
Questa volta potevo scommettere anche senza guardarmi in uno specchio di essere diventato rosso.

"Come?" Domandai un po' in confusione deglutendo rumorosamente, su chi diamine avevo fatto colpo?
"Quel ragazzo con la maglia rossa ti sta fissando da almeno mezz'ora..." Disse, indicandomi con gli occhi dove guardare.
Lo trovai subito tra i suoi amici, era l'unico con quel colore tanto acceso.
Era un bel ragazzo, biondo, occhi azzurri, sembrava il classico principe azzurro uscito dalle favole Disney.

Ed era vero, mi stava fissando.
Lo osservai con la coda dell'occhio prima che mi sorridesse.
Abbassai subito lo sguardo con il viso in fiamme.
"Perché non provi a rimorchiarlo?" Disse tranquillamente "la pantera". Strabuzzai gli occhi, scuotendo le mani agitato davanti alla sua faccia.
"No no! È troppo imbarazzante! È poi non è detto che si... Insomma gli piacciano i ragazzi! Forse stava guardando una ragazza alle mie spalle!" Dichiarai veramente convinto della mia idea.
"Tu hai una paura fottuta anche della tua stessa ombra!" Mi indicò con le lacrime agli occhi per il troppo ridere. Probabilmente aveva bevuto un po' troppo e forse anche io perché mi ritrovai a seguirlo a ruota.
È poi come potevo provarci con quello se accanto a me avevo lui, che brillava anche più del sole.