Amore

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Pov Raphael

"Trentotto e due. Come diavolo hai fatto a prendere la febbre?" borbottò Gabriel passandosi una mano sulla fronte, mentre riponeva il termometro nel cassetto dei medicinali scuotendo la testa da una parte all'altra, divertito dalla mia faccia completamente accaldata e rossa come un peperone.
La primavera era ufficialmente arrivata e con essa un tempo instabile tanto da non farti capire come diavolo vestirti!
"Credo sia stato per il vento improvviso di ieri sera." biascicai stanco, avvolgendomi nelle calde coperte che mi aveva portato gentilmente un secondo fa.

Ero diventato un piccolo fagotto vivente, alternavo momenti di freddo ghiaciale a un caldo soffocante in pochi secondi.
Stavo malissimo!
"Te l'avevo detto di metterti qualcosa! Anche di notte stai sempre nudo." mormorò con tono dispettoso, andando a pizzicare la pelle sotto la maglia che scacciai prontalmente con la mia.
"Ho i boxer, non sono nudo... e non maltrattarmi sono malato!" dichiarai imbronciato, mentre lui veniva al mio fianco portando una mano al mio viso. Sobbalzai sul posto, travolto da quella freschezza che percepivo dalla sua pelle.
"Sei... freddo. Che bello!" dissi beato da questa sensazione, spalmandomi ancora di più verso la sua mano in cerca di refrigerio e sotto sotto di un po' di coccole.
Amavo il modo in cui mi accarezzava... baciava... e ultimamente non aspettavo altro da parte sua.

Era bello essere desiderati. Amati.

Mi sentivo amato. Forse stavo sbagliavo. Forse era l'ennesima illusione creata dalla mia mente bacata eppure... ero certo che le cose erano cambiate tra di noi. Da quando c'era stato quel bacio, Gabriel era diventato più estroverso e dolce nei miei confronti, nulla a che vedere dei primi mesi della nostra convivenza. Non che prima non lo fosse, era solo più cauto e malfidente.

Come se avesse sentito i miei pensieri, si sporse verso il mio viso, baciandomi inizialmente la guancia percorrendo poi un tragitto bollente verso le mie labbra.
Chiusi gli occhi, sospirando di piacere per quel contatto che avevo bramato da quando ero tornato prima da scuola. Ora, stare senza avere un qualche contatto fisico sembrava una cosa impossibile.
In un modo o nell'altro ci cercavamo sempre fino a trovarci. È non c'era niente di più bello.

"Sei bollente..." affermò con una certa preoccupazione nel tono della voce, posando leggermente le sue morbide labbra sulla mia fronte.
Socchiusi gli occhi, travolto da quelle sensazioni così nuove e talmente belle da farmi sperare che non avessero mai fine.

"No. Aspetta... e se ti attacco la febbre?" seppur a malincuore lo allontanai con un sorriso colpevole in volto, amareggiato di non potermi lasciar cullare dal suo affetto.

O... amore?

Lui sospirò, scuotendo la testa andando ad unirle ancora insistentemente, facendo fare le capriole al mio cuore.
Dichiusi le labbra dandogli accesso alla mia bocca lasciandomi trasportare solo dal battito accelerato del cuore.
Il mio autocontrollo era ufficialmente deceduto, o semplicemente non era mai esistito.
Perché una persona con un briciolo di autocontrollo non avrebbe lasciato insinuare la lingua dell'altro nella propria bocca.
Non lo avrebbe stretto a sé come se da lui dipendesse la propria vita e non gli avrebbe messo una mano fra i capelli corvini tirandoli appena per avere di più.

Era bello lasciarsi andare. Con lui.

Ci staccammo a corto di fiato.
A pochi centimetri l'uno dall'altro.
Era dannatamente bello anche con i capelli tutti sparpagliati, e con quegli occhi ancor più luminosi del solito.
Questi ultimi ora, riflettevano la mia figura, ed essere guardati da quello sguardo mi faceva tremare leggermente le gambe.
Vederlo poi sorridere subito dopo il bacio, mi trasmetteva un senso di euforia fuori dal comune.
Mi sembrava quasi di toccarla quella felicità.

MedicinaWhere stories live. Discover now