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Quella sera, quando anche l'ultimo cliente se ne fu andato soddisfatto dopo essersi fatto disegnare un cuore sul polso grande quanto uno sputo, e contento lui avrebbe aggiunto Geto ma ovviamente nel rispetto del cliente si era stato zitto e si era fatto pagare, chiuse il negozio e lo bloccò con le chiavi. Alzò il viso verso il cielo pumbleo: grossi nuvoloni grigi lo occupavano tutto  quanto, era un procinto una bella tempesta.
Il vento che tirava era così forte che dovette arrivare alla macchina con il viso coperto dal braccio per non farsi colpire da una di quelle foglie che volavano, con gli occhi assottigliati gettò uno sguardo in direzione del negozio di Gojo e vide tutto scuro, con una sola luce di una lampada accesa su di una scrivania. Riuscì a scorgere un ciuffo di capelli bianchi sbucare nella oscurità ma, mentre avanzò per sbirciare meglio, la sua vista venne subito oscurata e il suo viso invece subì un impatto simile a quello di uno schiaffo: un giornale lo aveva appena colpito. Doveva andare subito da lì se non voleva beccarsi la pioggia durante la strada che avrebbe percorso per fare ritorno al suo appartamento. Prese le chiavi dalla tasca e rientrò subito in auto.

Alla fine l'acqua la prese lo stesso sulla strada che stava percorrendo. La sua auto sembrava galleggiare in un oceano, lo sbalzava a destra e a sinistra e lui ci mise più di un'ora per arrivare siccome andava cautamente, a causa del vetro che si era appannato e gli impediva di vedere la strada. Alla fine aveva optato per aprire il finestrino dal suo la per schiarirlo, perché i riscaldamenti in quell'auto ovviamente erano andati a farsi benedire, e come conseguenza della sua azione si era beccato tutta l'acqua.
Era arrivato di fronte alla sfilza di appartamenti, aveva parcheggiato al lato della strada ed era sceso, beccandosi ovviamente altra acqua.
Di male in peggio. Almeno era riuscito ad arrivare vivo in casa, nonostante avesse portato così tanta acqua con lui che tra l'altro aveva creato sul pavimento una pozza assimilabile a un vero e proprio lago artificiale, a terra, e i suoi capelli si erano bagnati così tanto che sembrava Gesù, nell'averli così bassi.
Aveva persino dall'acqua nelle scarpe, infatti, a ogni passo, facevano quel tipo rumore e la pianta del piede affondava nelle scuole bagnate dandogli una sensazione orrenda sulle pelle che gli faceva crescere la pelle d'oca. Peggio delle unghie strisciate sulla lavagna.

Raggiunse velocemente la sua camera ed estrasse i primi vestiti dall'armadio, rigorosamente neri anche questi, non ne poteva fare a meno, era la sua osservazione quel colore. Entrò subito in bagno, con quel bottino tra le mani che andò ad appoggiare sul lavandino, e accese l'acqua calda, bollente, che avrebbe rilassato tutti i muscoli tesi. Nel frattempo, si specchiò: aveva un aspetto da fare schifo con quel viso pallido e bagnato, profonde occhiaie di stanchezza e i capelli che, sì erano ancora bagnati, ma che si stavano arruffando per l'umidità. Si costrinse a sospirare ed fu veloce, entrando nella doccia. Si lasciò scivolare quell'acqua calda sul corpo, che subito gli andò a distendere ogni singolo muscolo stressato e ciò lo costrinse a chiudere gli occhi. Forse anche una scusa in più per non vedere come fosse ridotto: era praticamente pelle e ossa, mangiava poco da quando aveva aperto la sua attività ed era entrato in concorrenza  con quel Gojo.
Aveva davvero sostituito ogni suo pasto con i caffè ma, per fortuna, vestiva sempre in modo così largo che non si vedevano tutte quelle perdite. Uscì velocemente dalla doccia, si tamponò l'acqua in eccesso dal corpo e si vestí, tamponandosi i capelli. Quando ritornò in camera sua, con l'asciugamano accuratamente avvolto intorno alla testa, si gettò sul letto, gli occhi pesanti e un dolore alle ossa. Ma prima di addormentarsi, prese il cellulare e controllò i messaggi. Tra i vari, ne lesse uno in particolare di un numero che non aveva segnato:'vicino, ti ho visto che spiavi nel mio negozio prima. Fai anche lo stalker come secondo lavoro ?'
Gojo. Non c'era bisogno di salvarlo. Già aveva capito chi fosse. Non ebbe la forza di risponderlo, in realtà non sapeva nemmeno cosa avesse provato a leggere quel messaggio, siccome si era subito addormentato.

Love is one twisted cursed (JJK)Where stories live. Discover now