20.

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Era così confuso, quando era uscito dal negozio di Satoru.
Ed era ancora più confuso il mattino dopo, non riusciva a togliersi dalla testa quell'immagine di Gojo ubriaco che si era letteralmente dichiarato a lui. Come avrebbe potuto prenderla ?
Era ovvio per lui che Satoru gli facesse un certo effetto, non poteva ignorarlo nemmeno se avesse voluto, ma una parte di lui lo odiava ...lo odiava così tanto, perché era in continua con concorrenza e poi l'albino era sempre stronzo nei suoi confronti.
Però dall'altra parte, invece, c'era Mahito ... Lui era così dolce, anche se un bambino troppo cresciuto. Si trovava bene a parlare con lui e gli faceva dimenticare tutto ciò che  che stava passando. Si sentiva così maledettamente confuso. Odiava il non aver mai avuto una dannata relazione prima d'ora e odiava ancora di più se stesso perché non riusciva a prendere una decisione.
Era seduto sul bordo del letto, in ritardo nuovamente quella mattina per aprire il negozio e aveva anche fissato un appuntamento a quell'ora. Non era in vena di tatuare; un tatuatore doveva essere sempre con la mente lucida per non sbagliare nessuna linea o curva, dopo nessuno sarebbe mai andato da lui.
Però il lavoro lo chiamava, quindi dovette alzarsi dal letto e darsi una bella sistemata, si diede solo una veloce sciacquata al viso poi uscì dall'appartamento in fretta e furia. Aveva mille cose da fare ed era in ritardo per tutte quelle mille cose.
Suguru però riuscì ad arrivare in tempo e fuori il negozio vide già una persona, lo riconobbe subito. Lo aveva visto qualche giorno prima, non aveva nessuna prenotazione ma si ricordava di quel viso stanco e di quei capelli scuri avvolti in due codini ai lati della testa.
Era il tizio che aveva fatto irruzione qualche giorno precedente con suo fratello minorenne che reclamava un tatuaggio; aveva dimenticato di avvisarlo.
Subito parcheggiò al lato della strada e scese dall'auto, avvicinandosi al negozio già con il mazzo di chiavi in mano. Quella mattina era particolarmente fredda, sentiva le dita intorpidite e aveva difficoltà a pagarle anche per compiere un singolo movimento come infilare le chiavi nella toppa della porta.

"Buongiorno."
Salutò il ragazzo, lui invece si andò a girare il gusto per guardarlo con la coda dell'occhio.
Quelle profonde occhiaie gli mettevano i brividi, sembrava troppo stanco per un giovane della sua età.

"Avevo detto che ti avrei chiamato io."
Rispose Suguru, intento a entrare all'interno del negozio non si era accorto della faccia confusa che aveva assunto il ragazzo.
Suguro si lasciò scappare un sospiro pesante, mentre fece il giro della sua scrivania personale e gettò uno sguardo al giovane che era entrato.

"Ho provato a mandare un messaggio alla tua segretaria ma non ha risposto nessuno."
Mormorò il ragazzo, alzando lentamente le spalle e con un fare stanco. Si lasciò andare a un sospiro e alzò poi gli occhi scritto in quelli di Suguru.

"Avrà perso il messaggio tra i vari appuntamenti, prova a inviaglielo di nuovo."
L'uomo inziò a sistemare bene sulla scrivania, passò un polpastrello sulla superficie di essa e notò uno strato di polvere alto quanto un dito accumulato su di essa.

"Quant'altro tempo ci vorrà per farla rispondere? Sono già passate tre settimane  da quando ho inviato il messaggio."
Il ragazzo corrugò le sopracciglia, all'insù e lo guardò fisso. Non si capiva dal tono della sua voce ma sembrava parecchio irritato.
Nonostante  cercasse di apparire calmo. Non glielo voleva dire però non voleva tatuare sul fratello; era minorenne e non voleva finire condannato per una cosa come quella.

"Okay. Facciamo così, la sollecito io a risponderti. Va bene ?"
Doveva arrivare a un compromesso con quel tizio. Tanto prima o poi si sarebbe stancato e sarebbe andato da qualcun altro a far tatuare sul fratello.
L'altro corrugò la fronte, più di quanto fosse possibile e sbuffò un:"va bene. Ma non c'è oggi ? Così le parlo da vicino. Nemmeno l'altra volta c'era."

"Mhhh, no oggi non viene. È in ferie però sicuramente non esiterà a risponderti."
Stronzata.
Sussurrò a sua volta, stringendosi ancora di più nelle spalle mentre le mani erano impegnate a sistemare i vari fogli pieni di schizzi fatti a penna che impilò uno sull'altro.

Quando il ragazzo lasciò il negozio, finalmente Suguru potette prendere un attimo per sé per respirare. Quel tizio gli metteva ansia. Non poteva spiegarlo bene a parole.
Si andò a sedere sulla sedia e prese il cellulare nel momento in cui aveva squillato. Aveva il cuore in gola, non aveva visto il destinatario di quel messaggio ma al solo pensiero che fosse stato Gojo aveva il battito accelerato, il ricordo della sera precedente si insediò subito nella sua testa. Quegli occhi lucidi e quel viso contorto in un'espressione che non aveva mai visto prima. Ma, quando lesse il nome di Mahito potette tornare a respirare regolarmente. L'altro lo aveva invitato da lui, quella sera.

Love is one twisted cursed (JJK)Where stories live. Discover now