19.

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"Ti aiuto."
Suguru si avvicinò all'altro e gli porse la mano, che venne subito afferrata: le loro dita si intrecciarono. Il calore irradiato dalla pelle di Satoru accese una fiamma al centro del suo petto.
Lui barcollava un po', e dovette appoggiare l'altro mano sulla sua maglia per tenerlo fermo. Non voleva fare cascare entrambi a terra.
Suguru era poco più basso dell'altro ma era molto più massiccio di lui, meglio lo era. Non nell'ultimo periodo in cui mangiava poco ed era stressato a causa del lavoro.
Però non sarebbe crollato così facilmente, ma non voleva nemmeno che l'altro fosse caduto a faccia a terra come una pera cotta.

"Cos'ho che non va ?"
Sussurrò l'albino. Il petto era premuto contro il suo.
I visi vicini, così come aveva fatto con Mahito. La sensazione con Satoru era diversa, messa in confronto a quella che aveva provato con il direttore di pista: era una strana sensazione, ma dentro se sapeva che fosse pericolosa, troppo pericolosa anche se a lui non interessava. Voleva provare quel pericolo, insieme a Gojo.

"In che senso ?"
Dire che quella domanda lo aveva spiazzato era dire poco. Satoru sembrava all'apparenza una persona a cui non fregava un cazzo di nessuno, però vederlo lì in quel momento, con quei gli occhi languidi e quell'espressione sul viso, aveva messo in risalto il suo lato debole. Gli esseri umani ne avevano uno, e nemmeno Satoru Gojo ne era immune.
L'altro si inumidì le labbra con la punta della lingua, gesto che deve accaldare Suguru ancora di più. Faceva freddo fuori, quella nottata sicuramente avrebbe piovuto ma lui aveva caldo. Quella vicinanza con Satoru, quella sua lingua che aveva percorso le sue labbra e le avevano inumidite.
Ma doveva mantenere il controllo, nonostante si sentiva ancora male.

L'altro ci stava mettendo troppo per rispondere alla sua domanda ed era più probabile che sarebbe caduto lui per primo anziché l'albino.
Poi, finalmente, si era deciso. Aveva parlato e aveva risposto con un:"lascia perdere." Una risposta che non piacque al corvino. Non l'aveva trovata esaustiva, peggio ancora quando l'altro si staccò da lui con un piccolo spintone della mano sul suo petto ed era intento a barcollare nuovamente verso il divano.
Ma gli venne tutto in automatico, quel gesto di allungare il braccio e di bloccarlo per il polso:"aspetta."
Sussurrò Suguru, mentre Satoru era paralizzato e bloccato sul posto.
"Che c'è ?"
Sussurrò a sua volta l'albino. Non aveva intenzione di staccare il braccio dalla stretta della sua mano e anche il corvino se n'era accorto.
"Girati."
Allentò la presa intorno al suo polso solo quando, lentamente, si girò verso di lui, gli occhi ancora più languidi.
"Satoru, cosa succede ?"
Gli chiese a quel punto il corvino. Stava perdendo la pazienza e avrebbe dovuto lasciarlo lì e andarsene, solo che non era così stronzo.

L'altro fece un passo in avanti, per sistemarsi meglio e si strinse nelle spalle:"perché hai accettato l'invito a cena con quel tizio ?"

Suguru corrugò le sopracciglia scure, la fronte, non era la prima volta che l'altro mettesse in mezzo quel discorso. Non capiva perché si fosse così applicato su quello.

"È solo una cena, Satoru. Perché non dovrei accettarla ?"

"Con Mahito ?"

"E quale sarebbe il tuo problema con lui ?"
Sospirò  il ragazzo, incrociando le braccia al petto. Si stava esaurendo, davvero voleva lasciare tutto lì e andarsene a letto a dormire.

"Mahito è il mio ex fidanzato."

Cosa ?
Cosa voleva dire con ciò ?

"Non penso di aver capito...tu non sei..."

"Etero ?"
Sussurrò Satoru, corrugando la fronte a sua volta; le sopracciglia chiare si arricciarono verso il centro della fronte, mentre lo osservava.
"Esiste anche la bisessualità ..."
Mormorò il ragazzo, Suguru aveva bisogno di un attimo di pausa da tutto quello, non riusciva a capire. Quindi era geloso di Mahito?

Si lasciò scappare un sorriso sprezzante e si allontanò:" allora è questo il tuo problema." Sussurrò.
Il corvino non aveva mai avuto una relazione, non sapeva come funzionasse tutto quello ma sentì un bruciore irradiarsi nel petto. Una sensazione così fastidiosa che avrebbe voluto strapparsi la pelle con le unghie fino a morire dissanguato.
Dio, si sentiva proprio uno stupido. Ma a cosa pensava esattamente ??
"Bene, allora te lo chiamo così viene lui."
Sibilò, prendendo il cellulare dalla tasca e digitando il numero di Mahito. Aveva la gola in fiamme e sicuramente sarebbe scoppiato a piangere da un momento a un altro. Mentre stava per digitare sulla chiamata, l'altro si allungò verso di lui urlando un:"no !" Secco e gli tolse il cellulare dall' mano.

Suguru a quel punto lo guardò, alzò un sopracciglio ancora più confuso e vide l'altro respirare pesantemente:"non voglio Mahito...Suguru, io sono geloso di te. Sembra così palese."

Fu a quel punto che il petto del corvino sembrò implodere da dentro, si sentiva così stordito e così confuso, non ci riusciva a capire più nulla.
Osservava Satoru: aveva il respiro affannato come se quelle parole gli erano costate così tanto, uno sforzo immane e aveva le gote leggermente rosse, forse a causa dell'alcol che aveva ancora in circolo. La sua mano invece teneva ancora il suo braccio.
In quel momento il corvino avrebbe voluto sparire sotto terra.
Odiava Satoru perché lo confondeva così tanto e allo stesso tempo gli faceva provare dei sentimenti così contrastanti. Fu a quel punto che, con un sospiro, si allontanò leggermente da lui e staccò la sua mano dal braccio.

"Io devo andare...tu, tu dovresti riposare invece."
Fu così che, com'era arrivato, girò le spalle e uscì dal negozio con un grosso masso al cuore e la testa aggrovigliata e appesantita dai pensieri.

Love is one twisted cursed (JJK)Where stories live. Discover now