21: Yuji

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Amava Megumi, più di qualsiasi altra cosa al mondo. Per lui si sarebbe buttato in mezzo al fuoco, avrebbe passato le fiamme dell'inferno fino a bruciarsi la pelle e si sarebbe anche gettato da un grattacielo se solo glielo avesse questo. E odiava quella situazione in cui si trovava, vedeva il corvino molto più distante e chiuso in se stesso. Yuji sapeva che ci fosse qualcosa che non andava e sapeva anche se che non fosse colpa di suo padre, siccome con l'uomo oramai i battibecchi erano di routine.
A volte di sentiva così triste per non capire il suo fidanzato, si sentiva così inutile.
Con il cuore pesante, così come in quel momento: Megumi era sdraiato sul suo letto, stava dormendo e ogni volta amava osservare quel suo viso contorto in un'espressione dolce, prima di rughe di espressione.
Le lunghe e scure ciglia andavano ad accarezzare le guance. Il ragazzo era avvolto da una coperta abbastanza pesante, quel giorno a casa loro si erano rotti i riscaldamenti.
Aveva sentito suo fratello Sukuna imprecare dal bagno, quella mattina, quando dalla doccia era uscita l'acqua ghiacciata.
Era solo questione di tempo prima che potesse arrivare l'idraulico.
Era pomeriggio inoltrato, dopo aver mangiato i due avevano deciso di infilarsi nel suo letto per riposarsi solo che Yuji non riusciva a chiudere occhio, Megumi si era addormentato subito.
Fece un sospiro, gettando poi lo sguardo dall'altra parte della stanza: il letto di Sukuna era vuoto.
Quella mattina aveva fatto una doccia veloce, nonostante l'acqua fosse gelata, aveva poi mangiato a pranzo velocemente e aveva detto che sarebbe passato da Uraume: aveva visto l'espressione di Megumi cambiare, guardandolo con la coda dell'occhio ma non ci aveva fatto troppo caso.
Choso, dopo pranzo, era andato fuori per sbrigare alcune commissioni quindi era rimasto solo con Megumi. I due non avevano fatto molto, erano crollati direttamente nel letto. Il corvino si era subito addormentato, ma lui non aveva chiuso occhi.
Si lasciò scappare un sospiro, alzando gli occhi chiari verso il comodino e, mentre si mise dritto seduto sul materasso, allungò il braccio verso il telefono appoggiò su di esso, cercando di non urtare Megumi per non farlo svegliare.
E aprì la chat con la sua amica Nobara. Era lei la persona con la quale si confidava sempre, sapeva tutte le sue paure e i suoi scheletri nell'armadio.

'Nobara...ho il presentimento che Megumi non mi voglia più.'

Inviò subito il messaggio, non aveva avuto nessuna esitazione nelle parole. Infatti subito la sua amica gli rispose con un paio di punti interrogativi seguiti da un 'ma sei sicuro ? Stai parlando dello stesso Megumi ?'

Il ragazzo gettò un altro sguardo verso il corvino, stava dormendo rilassato, il petto si abbassava e si alzava lentamente, appoggi una mano con delicatezza sul suo viso e tracciò lentamente la linea del suo viso con le dita.
Poi si mise seduto e digitò un:'sí, stiamo parlando dello stesso megumi.'
Inviò solo quel messaggio. Anche se Nobara gli avesse dato qualche consiglio lui di certo non lo avrebbe seguito, lei non aveva mai avuto una relazione, stava sotto a una ragazza Maki Zenin da anni, ma che non l'aveva mai filata di liscio. Maki era una di quelle persone che si concentravano solo sullo studio e sugli allenamenti, la conosceva solo perché a scuola da lui frequentava l'anno prima.

Yuji scivolò fuori dal letto, lanciando Megumi dormire profondamente e uscì dalla stanza, nello stesso momento vide Choso entrare dalla porta principale. I due si scambiarono uno sguardo e Yuji accennò a un saluto.

"È venuto l'idraulico ?"
Sospirò il corvino, lasciandosi cadere seduto sul divano al centro del salone, si passò le mani sul viso: era evidentemente stanco. Yuji riusciva a capirlo. Non era facile gestire da solo due gemelli adolescenti, uno dei quali sarebbe cresciuto un probabile serial killer. Yuji cercava di essere sempre quello calmo e pacato, era Sukuna quello incontenibile e caparbio.

"No."
Rispose il ragazzo alzando le spalle e infilando le mani nelle tasche della felpa, si sedette poi vicino.

"Comunque ho parlato con il tatuatore. Per il tatuaggio...."
Non finì nemmeno di parlare, Choso, che venne interrotto proprio da Yuji.

"Ho cambiato idea. Non voglio più farmelo."

L'altro lo guardò confuso, evidentemente per il suo cambio repentino di pensiero, sbatté un paio di volte le palpebre ma non aggiunse nulla.
Lasciò perdere.

Solo poco dopo, irruppe Sukuna in casa, imprecando e sfilandosi il giubbotto, per appenderlo. Choso era in cucina a dare informazioni all'idraulico, che stava svolgendo il suo lavoro. Yuji invece gettò uno sguardo al fratello gemello che era intento ad andare in camera.

"C'è Megumi che dorme fai piano."

"Tranquillo che non la sveglio la tua principessa."
E con quelle parole, scomparve nella stanza.

Passarono i minuti, Sukuna era ancora in camera. Yuji si alzò dal divano, percependo uno strano prurito farsi spazio nel suo stomaco, una di quelle brutte sensazioni che non facevano altro che scavare un buco nel suo cervello.
Percorse il corridoio ma si fermò a metà strada, paralizzato e con gli occhi sgranati: la porta della loro stanza era socchiusa, un piccolo spiraglio aperto rivelava una pio di sagome. Riconobbe la schiena pallida e nuda di Megumi, il quale era seduto a calvalcioni sulle gambe di suo fratello, ancora con i pantaloni indosso, la figura di Sukuna e te a coperta ma riconobbe anche lui, le sue braccia sulla quale vi era un intreccio di tatuaggi neri erano avvolte invece sul bacino del ragazzo.

Love is one twisted cursed (JJK)Where stories live. Discover now