10.

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Il giorno dopo si sentì stordito da tutto ciò che era successo, da quella serata, dallo sconosciuto che gli aveva rivolto quello sguardo celato dalla maschera...eppure non si erano nemmeno scambiati una singola parola e poi Gojo.
Quella dannata vicinanza che c'era stata nella macchina dell'altro, sentiva ancora il cuore battere forte nel petto ogni volta che ci pensava.
Fece un paio di respiri, gettò uno sguardo in direzione dell'orologio appeso al muro e si passò una mano sul viso. Quella mattina non voleva proprio aprire il negozio, non aveva la forza e avrebbe potuto rimandare tutti gli appuntamenti. Non sapeva nemmeno quanti ne avesse quel giorno.
Prese l'agenda e inziò a sfogliarla, gettando uno sguardo in quella pagina che segnava quel giorno: aveva un paio di appuntamenti. Uno era il ripasso di un vecchio tatuaggio che aveva fatto proprio lui, l'altro invece era un appuntamento che aveva preso un ragazzo, qualche settimana prima e lo ricordava perché gli erano rimasti impressi i suoi lunghi capelli celesti.
Prese quindi il cellulare e inviò un messaggio ad entrambi, dicendo loro che quel giorno non avrebbe aperto. E anche per i successivi, voleva aggiungere, ma i soldi gli servivano e non poteva permettersi di perdere i clienti. Infilò il cellulare nella tasca e fece il giro della cucina, raggiungendo subito il frigorifero e aprì l'anta di esso. Era estremamente vuoto, c'era solo uno yogurt aperto, ancora con il cucchiaio infilato all'interno e probabilmente anche scaduto, in quella landa desolata.
Doveva fare una bella e grande spesa.
Avrebbe approfittato di quel giorno libero.
Prese il portafoglio e contó i contanti che aveva all'interno: avrebbe dovuto farcela.

Di mattina, il supermercato era sempre vuoto, non c'era nessuno a fare la spesa e lui avrebbe potuto anche rubare delle cose e portarle via, nessuno se ne sarebbe accorto, nemmeno la vigilanza era presente a quell'ora.
Camminava tra le corsie, cercando di pescare tutor quello che gli era possibile fino a riempiere il carrello, arrivo in mezzo alla corsia delle pelate e rimase fisso a guardare lo scaffale davanti a se, prese alla fine del sale e dell'olio, un po' di pomodoro che mancava; aveva deciso che a pranzo avrebbe fatto della semplice pasta e pomodoro. A dovere, non come si trovava nei ristoranti.
Mentre si allungò verso un pacco, l'ultimo presente di pennette, con la coda dell'occhio vide un braccio pallido e delle dita lunghe farsi spazio nella sua traiettoria arrivando a sfiorare lo stesso pacco.

"Io..."
Stava per dirgliene due. A quello. Lo aveva visto prima lui, ma nel momento in cui si andò a girare i due si guardarono in faccia e Geto ebbe un sussulto visibile.
Riconobbe la chiama argentea e quegli occhi, profondi e chiari.
Era il ragazzo dell'appuntamento al suo studio. Era lì. Una strana coincidenza, a dirla tutta. Però...quello sguardo.
L'aveva già visto da qualche altra parte. Mentre stava cercando di scavare nei meandri della sua mente, l'altro spiccicò parola.

"Oh...stavi per prenderlo tu ?"
Aveva già preso il pacco di pasta, era stato così veloce che Suguro non se n'era accorto da subito e solo quando lui se lo portò contro il petto. Fece un sorriso sghembo.
"Peccato, ora non più."
Sussurrò divertito, spingendo il pacco di pasta nel suo carrello.
Suguro sospirò irritato e non poco, da quel comportamento infantile che aveva avuto l'altro.

"Magari possiamo dividerlo."
Sussurrò il corvino;voleva arrivare a un compromesso con quello strano soggetto, gli doveva cedere quel dannato pacco dolente o nolente.
Si portò una mano sul viso quando l'altro, come se avesse voluto farlo per dispetto, fece la linguaccia.

"Sbaglio o tu sei quello che ha cancellato il mio appuntamento del tatuaggio?"

Suguro alzò il viso verso di lui, piegandolo di lato e sbattendo gli occhi un paio di volte. Cercando di rielaborare quella informazione. Quindi lo stava facendo per ripicca ? Non riusciva a comprendere.

"Aspetta."
Disse poi, allungando il braccio verso l'altro quando lo vide allontanarsi.
Come se quel gesto avrebbe potuto attirarlo verso di sé. L'altro si arrestò, lo guardò confuso e sbatté anche lui un paio di volte le palpebre.
Di una cosa era sicuro, doveva ottenere quel pacco di pasta a tutti i costi possibili.
"Ti propongo uno scambio. Quel pacco di pasta e io apro il negozio e ti faccio quel tatuaggio ora."
L'altro sorrise, dopo averci pensato per un istante così lungo che Suguro stava sudando freddo. Temeva che l'altro avesse rifiutato oppure peggio lo aveva preso per pazzo magari.
Magari lo era per davvero.
Ma quando lo vide annuire, lui riprese a respirare dopo un istante che aveva trattenuto il respiro.
"Okay, sono Mahito. Magari ti sei dimenticato il mio nome."
Aveva detto alla fine.
Ma nonostante ciò aveva ottenuto quel dannato pacco di pasta.

Spazio autrice

Heyyyy come va ?
Spero bene !
Come vi è sembrato il capitolo su suKuna ? Vi è piaciuto ? Ne volete altri ?

Love is one twisted cursed (JJK)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora