23.

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Il tempo di era fermato a quell'istante, su di loro, in mezzo a quella strada deserta, le labbra di Satoru incollate a quelle sue in un bacio così puro, così casto che sapeva di tutto ma non sapeva di niente. Nonostante questo, aveva percepito il cuore mancare un battito e le gambe più tremanti tanto che dovette appoggiarsi con entrambe le mani al petto dell'albino per non cadere a terra. Si sentiva debole, assuefatto da quel singolo sfioramento  di labbra tanto che aveva perso qualsiasi cognizione di tempo. Poi si ricordò dell'appuntamento che aveva con Mahito; si spostò subito dalle sue labbra, troppo bruscamente ma riuscì a cogliere l'espressione confusa dell'altro, non gli diede troppo peso mentre faceva il giro dell'auto per giungere al posto del guidatore.
Borbottava cose come :"scusami, devo andare..."
Non accennò all'appuntamento che aveva con Mahito , non glielo voleva dire sapeva già che ci sarebbe rimasto male.
L'altro non lo fermò, troppo paralizzato al pensiero di ciò che si era azzardato a fare. Satoru rimase in quella posizione, li in piedi e in mezzo a quella strada, anche quando Suguru mise in moto e spari dietro l'angolo della strada.
Aveva la testa affollata dai pensieri e percepiva il cuore pesante come se fosse  aggrovigliato in mezzo a delle spine.
Cercò si allontanare i pensieri quando, prendendo le chiavi del negozio e avvicinandosi alla porta per chiuderla, questo ritornarono più forti di prima. Non riusciva a smettere di pensare a quel paio di labbra così morbide che delicate che aveva appena sfiorato.
L'impacciataggine con la quale Suguru aveva ricambiato quel bacio, nonostante fosse stato solo un bacio semplice e casto, non aveva intenzione di spostarsi altrimenti lo avrebbe fatto.
Gli piaceva, ma allo stesso tempo non capiva ciò che provava per il corvino.

Suguru, nel mentre, cercava di tenere i pensieri occupato dalla strada che stava percorrendo. Nonostante il suo cervello lo rimandava a pochi istanti prima. Cosa gli era passato per la testa ? Come avrebbe dovuto comportarsi ora con Mahito o glielo doveva dire ?
Tante cose si stava chiedendo. Troppe domande alle quali non risusciva, o non sapeva, dare una risposta eppure la soluzione era così semplice. Era facile per lui scegliere: avrebbe dovuto prendere Mahito.
Stare con lui e provarci con lui, siccome la sera precedente aveva anche cercato di baciarlo ma, non risusciva a dire di no a Satoru. C'era sempre stato per lui, soprattutto in quell'ultimo periodo in cui era corso nel suo negozio per fargli da spalla.
Troppa confusione, troppe cose che stavano accadendo.
Mahito era sempre dolce e gentile con lui, Satoru era sempre stato uno stronzo opportunista che gliela aveva fatta sempre sotto il naso; era iniziato tutto da quando aveva aperto quel negozio di fronte al suo.
C'era lui per primo e l'aveva fatto apposta a mettersi lì, di fronte a lui.
E da lì era partito il suo astio nei confronti dell'albino.
Solo nell'ultimo periodo Gojo era cambiato, dall'evento , da quando la sua ragazza non era potuta andare con lui. Si era attaccato come una cozza, e non riusciva a capire perché.
Lo aveva appena scoperto.
Si lasciò scappare un sospiro pesante e frenò di botto davanti casa, vedendo già l'auto di Mahito sostare davanti a essa.
Scese subito e la chiuse con le chiavi, poi si avvicinò a quella di Mahito.

Subito l'altro quando lo vide arrivare abbassò il finestrino e sbucò fuori da esso con un ampio sorriso a trentadue denti.
"Hey, sei arrivato tardi ?"
Notò, lanciando un'occhiata allo specchietto alla portiera per adocchiare la sua auto.

"Sì c'era un ultimo cliente con un tatuaggio fin troppo impegnativo."
Menti, passandosi una mano tra i capelli sporchi e ancora legati. Aveva bisogno di una benedettissima doccia.
"Io ho bisogno di una doccia, se non ho tempo non fa nulla. La faccio quando rientro a casa."
Riprese a parlare, picchiettando le dita lunghe e sottili sulla portiera.

"Tranquillo, posso anche aspettarti."
Rispose l'altro alzando appena le spalle e appoggiando la mano sulla maniglia, per aprire la porta. Subito un campanello lo fece agitare, strinse la portiera tra le dita e sgranò appena gli occhi .

"Posso andare anche da solo. Ci metto poco."

L'altro gli scoccò un'occhiata confusa, ma non parlò. Tolse le dita dalla maniglia della portiera e allontanò le mani da essa.
Suguru di allontanò subito dall'auto e poi sparì verso la tromba delle scale che portava alla porta del suo appartamento.

Love is one twisted cursed (JJK)Where stories live. Discover now