Capitolo 13

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Bisognava soltanto
incominciare a camminare
avanti, nelle tenebre,
un po' alla cieca, e
tentare di fare del bene.
Albert Camus

⋅⊰∘☽༓☾∘⊱⋅

San Diego, California

Claire

Il sole a San Diego era appena sorto e io ero intenta a correre tra le vie di quella città cosparsa di alte palme.

I capelli lisci erano legati in una stretta coda alta mentre il mio corpo era fasciato da dei semplici leggings neri e una felpa aderente. Le scarpe da ginnastica sembravano toccare a mala pena l'asfalto ancora freddo, mentre i polmoni gridavano alla ricerca di un po' d'aria.

Quella mattina, non riuscendo come al solito a dormire, decisi di non rimanere a letto a rigirarmi tra le coperte a pensare, ma bensì di fare un po' di attività fisica.

Mi piaceva la tranquillità che vigeva durante le prime luci del mattino, e mi piaceva correrci. Insomma, in quel momento non ero né Claire, l'agente sotto copertura, né Elizabeth, l'ex tossica e in quel momento cecchino.

Ero solo una semplice ragazza che correva.

Corsi, corsi fin quando non percepii il fiato mancare un po' alla volta e la milza farmi male.

Corsi mentre i rumori di quegli spari mi si insinuavano nelle orecchie non volendomi lasciare in pace.

Corsi mentre le iridi azzurri della mia migliore amica mi guardavano inermi.

Corsi mentre le iridi marroni di mio padre mi guardavano senza luce.

Corsi mentre le iridi castane di mia mamma erano coperte dalle sue palpebre violacee.

Corsi fin quando la cicatrice sulla mia coscia iniziò a bruciare.

Arrestai i miei passi posando le mani sulle ginocchia in cerca di fiato.

La brezza mattutina di metà novembre mi fece rinsavire. Passai le mani tra i capelli umidi a causa del sudore e mi diressi verso quella che ormai era casa mia.

Dopo aver salito le scale, vidi una figura femminile davanti alla porta di casa.

«Kathrine.»

«Elizabeth, ciao!» affermai stupita dal trovarla a quell'ora davanti casa mia.

Misi la chiave all'interno della serratura per poi entrare insieme alla bionda all'interno dell'appartamento.

Subito un odore di colazione si insinuò all'interno delle mie narici e il mio sguardo cadde sulla figura di Anthony dietro ai fornelli.

«Amore! Ieri ti avevo detto che avrei preparato io la colazione!» esclamai a gran voce mentre avanzavo sempre di più all'interno della cucina.

Weston si voltò e non appena vide Kathrine sorrise leggermente verso di lei.

«Kathrine! Se sapevo che ti saresti unita a noi mi sarei impegnato di più!»

«Lo dici solo perché sono la compagna del tuo capo» rispose lei di conseguenza per poi sedersi su quella che era la mia sedia.

«Lo dice perché mangi per due, cara» intervenni io al posto del mio partner.

«Io vado a fare una doccia veloce, voi, intanto, servitevi pure» dissi sorridendo leggermente per poi dirigermi verso il bagno.

Dopo essermi tolta i vestiti, mi misi sotto al getto d'acqua caldo che lavò via tutto il sudore che la corsa mi aveva causato.

Passai una mano tra i capelli per poi utilizzare lo shampoo e massaggiarmi per bene la cute.

UndercoverOnde as histórias ganham vida. Descobre agora