Capitolo 18

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È uno strano dolore...
Morire di nostalgia
per qualcosa che
non vivrai mai.
Baricco

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Alejandro

"Los sentimientos son un problema."

Ero cresciuto sentendo quella frase pronunciata da mio padre. Ero così piccolo la prima volta che la sentii che non sapevo neanche cosa fossero i sentimenti. In quel momento, dopo tutto ciò che avevo vissuto, non potevo essere più d'accordo con Xavier.

Presi l'ennesimo secchio colmo di acqua ghiacciata e lo versai addosso all'uomo seduto sulla sedia davanti a me per poi accendere l'interruttore della corrente.

L'uomo, che in quel momento mi ricordava Nieves, iniziò a dimenarsi in preda alle convulsioni.

Mi aveva tradito.

«Parla!» esclamai a gran voce fermando l'interruttore.

Stavamo andando avanti in quel modo da ormai quasi tre ore.

Ero quasi sicuro che se avessi ripetuto quel procedimento anche solo un'altra volta, il soggetto sarebbe morto.

«Se non vuoi morire, parla!» esclamai nuovamente iniziando a perdere la pazienza.

Dovevo ammetterlo, torturare le persone aveva un certo retrogusto che non mi dispiaceva affatto.

Mio padre arrivava dritto al dunque io, invece, mi prendevo il mio tempo.

Miguel entrò nello stanzino, riservato esclusivamente a quel genere di trattamenti, a grandi falcate porgendomi quella che all'apparenza era una fotografia.

Sentimenti.

Sogghignai abbassandomi sulle ginocchia all'altezza della spia e mostrandogli la foto che tenevo tra le dita.

Aveva una famiglia e, dall'espressione spaventata che mi aveva rivolto, ci teneva abbastanza.

Una cosa improvvisa, però, accadde. L'uomo iniziò a muoversi nuovamente sulla sedia, come nuovamente in preda alle convulsioni, ma io non avevo schiacciato alcun pulsante.

Gli afferrai i capelli urlandogli in faccia l'ennesimo «Parla!».

Finalmente, oltre le urla con le quali aveva contaminato fino a quel momento la stanza, iniziò a biascicare qualcosa.

Riuscì a pronunciare tre lettere prima che perdesse i sensi, probabilmente morto: DEA.

Buttai via quella fotografia che ormai era diventata poltiglia tra le mie mani. Passai nervosamente una mano sulla testa tirando un calcio al secchio vuoto rischiando di colpire Miguel.

La DEA mi stava cercando.

Non potevo più aspettare.

Dovevo portare a termine il più grande colpo che il Messico e gli Stati Uniti d'America avessero mai visto.

⋅⊰∘☽༓☾∘⊱⋅

Kathrine

Aprii gli occhi svegliandomi da quel sonno senza sogni. Ogni volta che mi svegliavo la mattina, avrei potuto giurare di percepire un fastidio alla caviglia.

Un singolo salto e la mia vita era completamente cambiata. Quando ero in volo ero Kathrine White, la giovane promessa della pallavolo. Quando misi i piedi a terra, invece, ero solo Kathrine, una fallita e tossicodipendente.

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