Epilogo

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Sono più le cose che ci
spaventano di quelle che ci
minacciano effettivamente,
e spesso soffriamo più per le
nostre paure che per la realtà.
Seneca

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Cinque mesi dopo
Arlington, Virginia

«Come stai oggi?» domandò la dottoressa dall'altra parte della scrivania.

«Un po' stanca e ansiosa. Tra pochi giorni si terrà il processo...» dissi accavallando le gambe e giocando con gli anelli alle mie dita.

Avevamo mantenuto la nostra promessa.

Ci eravamo trasferiti ad Arlington e lavoravamo al centro operativo della DEA.

Era strano comportarsi normalmente e non fingere di essere qualcun altro...

«Come va la tua relazione con Weston e con la piccola?»

Avevo preso una decisione.

Avevamo preso una decisione.

«Va tutto bene. Per noi è un qualcosa di nuovo, ma Summer ci aiuta tanto. Ci tiene compagnia, non ci lascia pensare al nostro passato e, soprattutto, ci rende felici. Sai, non credo di aver mai voluto così tanto bene a qualcuno prima d'ora.»

Summer era come il sole che pian piano stava cominciando a sbucare a causa della primavera.

«Hai detto che non vi lascia pensare al passato. Mi hai già raccontato quel che è successo nella tua vita, ma non mi hai mai detto cosa provi oggi. Quando pensi a tutto ciò che ti è successo, che cosa provi?»

Osservai la dottoressa impassibile.

I suoi capelli castani erano legati dietro la testa in un ordinato chignon, il classico grembiule bianco l'avvolgeva e gli occhiali rettangolari erano posati sul naso aquilino.

Che cosa provavo?

«Provo dolore, tristezza, rabbia, tradimento...» risposi sorridendo amaramente.

«Un tornado ha devastato casa mia e credevo di morire» iniziai ripercorrendo il tutto.

«Mio padre era un ubriacone che picchiava mia madre davanti ai miei occhi. Mi ha ferita moralmente e fisicamente per poi suicidarsi cadendomi addosso mentre i poliziotti puntavano le pistole addosso a lui e, di conseguenza, addosso a me. Provo dolore per aver perso quell'amorevole papà che mi aveva cresciuta. Tristezza per mia madre e per me stessa. Rabbia perché sono stata impotente e perché lui non ha pagato in carcere cercando una via d'uscita» spiegai ripercorrendo ogni singola scena accaduta anni fa.

«Quella che credevo essere mia amica si è fatta di eroina ed è morta tra le mie braccia. Mi sono sentita tradita.»

Lei continuò a guardarmi impassibile come se sentisse storie del genere tutti i giorni.

«E, per finire in bellezza, un narcotrafficante mi ha torturata per ore giusto qualche mese fa.
Come mi dovrei sentire, dottoressa? Weston e Summer sono la mia unica salvezza, ora come ora.»

Ed era effettivamente così. Non sapevo come fosse possibile, ma Weston era stato un raggio di sole all'interno della tempesta che era la mia vita.

Mi passai una mano sul viso stanco e attesi le parole della dottoressa che non tardarono ad arrivare.

«Dovresti sentirti esattamente così, Claire. Non c'è niente di sbagliato nelle tue emozioni ed è giusto che le provi.»

«Ma?» domandai ironicamente avvertendo che la dottoressa non avesse finito.

UndercoverWhere stories live. Discover now