Capitolo 14

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E quando la mattina non ti sveglia 
nessuno. E quando la sera non ti 
aspetta nessuno, quando puoi fare 
quello che vuoi. Come la chiami? 
Libertà o solitudine? 
-Charles Bukowski

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Weston

Quel giorno era il quarto giovedì di novembre e quello stava a significare solo una cosa: era il giorno del ringraziamento. 

Era ormai il secondo che passavo lontano da casa e lontano da mio padre, e fui grato di quello, perché, altrimenti, non avrei saputo cosa dire durante il discorso di ringraziamento. 

Ero un completo disastro. 

Una massa confusa di pensieri e paure che si faceva controllare da una dannata cicatrice sul torace che ogni giorno sembrava bruciare sempre di più.

Mi trovavo dall'altra parte dello stato con la perenne ansia di venir scoperto. Avevo compiuto diverse missioni ma con la mafia non si poteva commettere alcun tipo di errore.

Alejandro era capace di molte cose, seppur non sembrasse. Lui non si limitava a togliere la vita alle persone, ma a torturarle. 

Lui era il diavolo. 

Cercava la paura più grande e portava alla pazzia la vittima. 

Quello era ciò che lo differenziava da suo padre Xavier, ex boss del cartello. 

Xavier era un soggetto più fisico e odiava perdere tempo. 

Necessitava di qualche informazione? Bastava che torturasse la vittima e avrebbe ottenuto tutto ciò che voleva. 

Aveva scoperto qualcuno a tradirlo? Una pallottola in fronte era la soluzione più rapida. 

Suo figlio invece non la pensava così. 

Lui voleva portare le persone al limite. Voleva torturarle fin quando la sete in lui non si fosse placata. Lui bramava potere e facendo così percepiva di possederlo tra le sue mani. 

Peccato che stava facendo la stessa identica cosa con la persona che avrebbe dovuto amare: Kathrine. 

Tempo addietro, dopo essere entrato nelle grazie del messicano, mi ero accorto di ciò che faceva alla bionda. La stava torturando. 

La cosa peggiore era che lei non se ne accorgeva. 

Alejandro era un manipolatore. Utilizzava la strategia del love bombing sull'americana. Le dimostrava quello che all'apparenza poteva sembrare amore, per poi toglierlo di colpo e farle capire che aveva fatto qualcosa di sbagliato. Letteralmente la bombardava d'amore, d'affetto e di attenzioni per poi, d'un tratto, risultare passivo e arrogante nei suoi confronti. 

Aveva scelto la preda perfetta. 

Kathrine aveva bisogno d'aiuto sennò sarebbe finita per impazzire o peggio...

Purtroppo, però, non potevo essere troppo sfacciato o la copertura sarebbe saltata e sarei potuto finire sottoterra. 

Il che non era un'idea così tanto ripugnante. 

Forse, il silenzio della morte mi avrebbe concesso di riposare. 

Però, da un mese a quella parte, non potevo più pensare solamente alla mia persona. In quel momento c'era Claire con me. 

Eravamo partners. 

L'avrei protetta a costo di ferirmi. 

Non mi sarei mai perdonato se le fosse successo qualcosa. Non volevo che lei facesse la sua stessa fine.

UndercoverWhere stories live. Discover now