Capitolo 15

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Non soffrire significherebbe

non essere stato felice.

Allan Poe

⋅⊰∘☽༓☾∘⊱⋅

San Diego, California

Claire

Era da tempo che non sorridevo.

Inizialmente, dopo la morte di Monica, avevo deciso di concentrarmi sul mio lavoro.

Avevo deciso categoricamente di non voler avere amici intorno e di non voler intrattenere alcuna relazione sentimentale.

Il motivo era abbastanza semplice: non sarei riuscita a essere felice con nessun altro. Temevo che se mi fossi lasciata andare, me ne sarei pentita.

Un momento bello e felice arrivava dopo quello buio e triste, anche se la gente tendeva a dimenticare che poteva accadere anche il contrario.

Così, la mia mente, ragionò e arrivò a una conclusione: se non fossi riuscita ad essere felice, allora non sarei neanche stata triste.

Aveva funzionato.

Ero rimasta in uno stato apatico per più di sei anni. Lavoravo continuamente senza mai fermarmi e la mia mente non riposava da ormai tanto tempo.

Quando avevo accettato quell'incarico, ero partita con la stessa ideologia che avevo da sette anni a quella parte adottato.

Peccato che non avevo tenuto conto della presenza di Weston Torres.

Weston era il miglior agente con il quale avevo lavorato dall'inizio della mia carriera.

Era furbo, intelligente, divertente e pareva quasi tranquillo.

Poi, però, c'era anche dell'altro che mi risultava difficile ignorare.

Era un uomo incredibilmente affascinante.

Non riuscivo a ricordare l'ultima volta che qualcuno era riuscito a farmi sorridere in maniera vera.

«Quindi, alla fine, hai ucciso i tuoi ricci...» affermò la persona alla quale stavo pensando non appena feci il mio ingresso nella cucina.

Dovevo ammetterlo, il mio sguardo venne immediatamente rapito dal suo cristallino, però, subito dopo, lo feci ricadere sul tavolo che ospitava la nostra colazione.

«Ahimè Elizabeth li tiene lisci come spaghetti. Sai, quando ero in accademia in Virginia, solevo tenerli ricci e sciolti perché mi riscaldavano. Puntualmente, ogni singola volta che li legavo, percepivo il freddo entrarmi fin dentro le ossa.»

Mi mancavano tremendamente i miei capelli, ma sapevo che non ci potevo effettivamente fare niente.

Dopo esserci seduti e aver mangiato il primo boccone, il telefono di Anthony iniziò a squillare.

«Va bene, arriviamo subito!» esclamò chiudendo la chiamata l'uomo davanti a me per poi alzarci e dirigerci verso la porta.

⋅⊰∘☽༓☾∘⊱⋅

Appena giungemmo alla villa di Alejandro, Anthony entrò nel suo studio, mentre io andai da Kathrine.

«Ma ciao, splendore! Guardati! Sei una meraviglia!» esclamai avvicinandomi a lei.

I luminosi e corti capelli biondi le incorniciavano il viso mentre era avvolta da un semplice vestito bianco lungo con al di sopra un cardigan di lana a tenerle caldo.

UndercoverWhere stories live. Discover now