Capitolo 25

119 8 25
                                    

Si conobbero. Lui conobbe lei
e sé stesso, perché in verità non s'era
mai saputo.
E lei conobbe lui e sé stessa, perché
pur essendosi saputa sempre,
mai s'era potuta riconoscere così.
Italo Calvino

⋅•⋅⊰∙∘☽༓☾∘∙⊱⋅•⋅

Claire

Ci eravamo preparati e, dopo aver mangiato la colazione che Weston aveva preparato, ci dirigemmo fuori in direzione della villa di Alejandro.

Quella sera si sarebbe tenuto il colpo che il messicano stava ormai preparando da più di un anno.

Ricordo ancora come avessi scongiurato Mary di affidarmi quel caso in quanto era il più bramato da tutti quanti a causa della sua grandezza. Lei, però, mi affermò che ormai era troppo tardi e che aveva già affidato il caso ad un altro agente.

Era anche vero che mai avrei pensato di far anch'io parte del piano e, soprattutto, di finire con il mettermi insieme a quell'agente che avevo detestato per un breve periodo di tempo per avermi soffiato il posto.

Dovevo ammettere che provavo un po' di nostalgia. Avrei lasciato quella casa che mi aveva ospitata per mesi e avrei dovuto dire addio a San Diego e all'odore della salsedine.

L'unica cosa che mi confortava era che non avrei dovuto dire addio a Weston.

E, senza rendermene conto, ci ritrovammo davanti alla villa di Alejandro.

Appena tolsi il casco, la prima figura che vidi davanti all'uscio era quella di Kathrine. Il sole di fine dicembre illuminava i suoi capelli biondi che le arrivavano sopra le spalle e i suoi occhi azzurri che assomigliavano così tanto all'oceano che bagnava la West Coast. Con una mano posata sul pancione attendeva il nostro arrivo con uno sguardo alquanto preoccupato.

Mi diressi velocemente verso di lei lasciando Weston dietro la villa intento a sistemare la moto e, solo quando fui abbastanza vicina, notai gli occhi lucidi.

«Kathrine cosa succede?» domandai intimorita da quello sguardo.

«Ha fatto evadere Xavier!» esclamò guardandomi per poi cercare con gli occhi il moro che stava ancora sistemando la moto.

«Cosa stai dicendo? Cosa vuol dire che ha fatto evadere Xavier?» chiesi confusa cercando di comprendere al meglio ciò che stava pronunciando la donna davanti a me.

«Questa mattina è uscito presto senza dirmi dove stava andando. Poi, ho acceso la tv e al telegiornale hanno detto che Xavier è evaso dal carcere e che tutti lo stanno cercando! Ho fatto uno più uno e ho collegato le due cose. Se ho ragione, Alejandro ha fatto evadere suo padre e lo starà portando q-» non riuscì a finire la frase che il rumore di un auto dietro di noi la interruppe.

Mi voltai velocemente e vidi Alejandro scendere dall'auto seguito poi dal padre ancora vestito da carcerato.

Kathrine andò incontro a lui notando la sua aria innervosita.

Poi, dopo, accadde il caos.

Alejandro portò la sua mano dietro alla sua schiena e io, capendo le sue intenzioni, corsi verso la donna.

Il messicano mi puntò la pistola contro e in quel momento, guardandolo negli occhi, capii.

Lui sapeva.

Avevo una pistola con me, certo, ma non potevo colpirlo.

Ero nel suo territorio.

Ero circondata.

UndercoverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora