3•capitolo -Volevo essere indelebile, invece era solo gesso-

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Santiago

La sveglia suona che è mattina presto e ancora dalla finestra non si intravede luce. Guardo il telefono nella speranza che la mia ragazza mi abbia cercato e, quando mi rendo conto che finalmente mi ha scritto, salto in aria.

Da Nieves

Mi dispiace non essermi fatta sentire. Domani mattina chiamami.

Infatti, il tempo che lo leggo, rispondo al messaggio.

Da Santiago

Posso chiamarti?

Il cuore scalpita nel petto, ho una brutta sensazione ultimamente. Sembra che le cose tra noi non stiano andando tanto bene e, anche se cerco in tutti i modi di sminuirla quando gli altri me lo fanno notare, non sono cieco. Vedo che Nieves si sta allontanando da me sempre di più.

Da Nieves

Si, puoi chiamarmi.

Non aspetto neanche un secondo, non uso strategie nel nostro rapporto, non mi faccio desiderare così come mi consiglia tutte le volte Felipe. Tra noi non è mai funzionato così.

Lei mi risponde dopo il secondo squillo e il suo viso mi appare nello schermo. È sempre bellissima e credo di innamorarmi di lei tutte le volte che la vedo.

«Nieves» le dico affettuoso, lei sorride eppure in quel sorriso ci vedo una nota stonata. Non riesco a capire i suoi continui sbalzi d'umore, perché sembra che si stia allontanando da me.

«Ehi» si limita a dire. «Come va?» chiede, distante. Faccio finta di niente e mi convinco che siano solo mie paranoie.

«Tutto bene. Vorrei vederti, è già da più di due mesi che non lo facciamo»

Ancora quel sorriso finto, ma io ho imparato a conoscerla la mia ragazza e so quando qualcosa non va.

«Hai ragione» si morde le labbra e guarda dritto davanti a sé. «Però...» lascia la frase in sospeso e il mio cuore aumenta i battiti. Vorrei frenarli ed è per questo che mi poggio una mano sul petto per attutirli, con scarso risultato però.

«Però?» La incalzo, stringo le labbra e la osservo.

«Senti, Santiago, tu non sei stupido e ti sei accorto benissimo che ultimamente le cose non stanno andando molto bene»

«Sì» annuisco e un brivido di terrore mi attraversa la pelle. «Ho paura che tu ti sia stancata di me, infatti» le confesso con la speranza che lei mi dica che ho capito male, ma il suo silenzio mi dà la conferma ai miei pensieri.

«Santi...» gli occhi le diventano lucidi, quasi mi si spezza il cuore perché non sopporto vedere qualcuno piangere. Mi distrugge, è sempre stato così.

«Che succede?» vorrei accarezzarla e poi baciarla e poi accarezzarla ancora, togliendole tutte le lacrime che adesso le stanno scorrendo sul viso. Io vorrei così tanto che fosse felice.

«Succede che non mi sono stancata di te ma... è un periodo davvero difficile» annuisco comprensivo. «E tu sei magnifico, Santiago, sei il ragazzo che tutte le ragazze vorrebbero, ma al momento non so più cosa voglio.»

«Mi stai mollando perché sono troppo perfetto?» mi irrigidisco, cambio espressione e me ne accorgo vedendo la mia faccia riflessa sullo schermo.

«No» balbetta, «non ti sto mollando»

«E allora qual è il problema? Parlane con me, è probabile che riusciamo a risolvere. Ma così... giuro, non ci sto capendo più niente. Sembra che il fatto che io mi preoccupi per te sia un problema»

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