25•capitolo -APNEA-

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Santiago

«Non se ne parla!»

Sbotto contro Ana visto che mi ha appena detto che verrà con me. Non è stato male parlare con lei durante la spesa, anzi, devo essere sincero mi ha tolto qualche tormento legato alla mia situazione con Nieves. Però la fotografia è una cosa mia, è dove mi rifugio quando ho bisogno di riflettere e averla intorno non me lo permetterebbe. E poi non vedo che cosa centri lei con questo!

«Dai, Santi, non fare storie. Tanto non scendo dall'auto.» Mi guarda supplicante. «Non preoccuparti, non ho intenzione di baciarti ancora!»

Non so nemmeno io perché ingrano la marcia e faccio partire l'auto. Benché io non sia per niente d'accordo sul fatto che venga con me.

«Perché ci tieni tanto a venire?» le chiedo per pura curiosità perché non ho alcuna intenzione di tornare indietro e farla scendere dall'auto.

«Perché mi annoio» scrolla le spalle e la guardo con la coda dell'occhio.

Rimaniamo in silenzio, poi a un certo punto sento squillare il mio telefono.

«Puoi vedere chi mi chiama?» le chiedo visto che sto guidando e non posso distrarmi.

«È...» dice prendendo il telefono. «Roman»

«Puoi rispondere?»

Annuisce senza dire nulla e mi accorgo che quando gli risponde il suo viso si illumina. Quei due sono sempre stati molto affiatati e quando sono insieme sembrano in simbiosi.

«Roman!»

Non riesco a sentire cosa dice, perciò le faccio cenno di mettere il viva voce.

«Perché rispondi al telefono di Santiago? C'è qualcosa che devi dirmi, Ana»

«E cosa ti devo dire. Santiago si è innamorato di me e ha deciso di dirmelo!»

«Io lo dico sempre che l'amore e l'odio sono due facce della stessa medaglia»

Me lo immagino ridacchiare e guardo per un attimo Ana invitandola a piantarla di dire sciocchezze.

«Ovviamente sto scherzando, Roman. Santiago non si innamorerebbe mai di me!»

Stringo le labbra e per un attimo ritorno a guardarla perché mi colpisce il fatto che abbia detto solo il mio nome. Come se lei potesse.

«Perché hai chiamato?» chiede come fosse il suo telefono, come se avesse chiamato lei.

«Niente così. Volevo sapere come andasse, ma è meglio se chiamo dopo!» capisco che ha chiamato perché voleva informarsi su come procede la situazione con Ana, ovviamente a lei non può dire nulla.

«Ciao, Roman ti voglio bene. Se io e Santiago ci mettiamo insieme, ti inviteremo al nostro matrimonio!» lo prende in giro visto che lo dice così tranquillamente davanti a me. È chiaro che stia scherzando, però il mio amico sembra bersela, come se volesse davvero che succeda una cosa del genere.

Quando Ana mette giù il telefono si gira verso di me, ma sono io a parlare.

«Roman per colpa tua mi chiamerà ogni giorno per chiedermi gli sviluppi del nostro rapporto»

Ana ride, per niente turbata. Ride proprio a crepapelle e solo oggi scopro che la sua risata mi piace più del previsto. Forse perché non l'avevo mai sentita ridere così di cuore, benché Ana non sia per niente una persona cupa.

«Hai finito?» però adesso sto ridendo anch'io e non riesco a smettere. Ana si gira verso di me e mi guarda sconvolta.

«Santiago...» si blocca, poi appoggia un dito sulle mie fossette e lo rotola. «Allora sai come si ride. Sono sconvolta!»

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