30•capitolo -Sono in bilico e cerco una via d'uscita-

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Ana

È da un paio di giorni che Santiago mi sta lontano, non si fa proprio vedere e mi sta evitando. Lo sento. E non ho modo di farglielo notare perché non riesco mai a trovarlo in casa.

Questa cosa mi rende irrequieta e odio sentirmi così, perché credevo che tra me e Santiago si stesse creando qualcosa di davvero bello. So che è assurdo, io e lui ci siamo sempre odiati, ma non riesco più a farlo. La sua presenza ormai mi è diventata indispensabile per stare serena e non sono una che nega quello che sente.

«Che ti prende?» Celestial mi sta osservando con le mani strette ai fianchi e gli occhi chiusi in due finissime fessure.

«In che senso?»

Un sorriso sbieco si fa luce sulle sue labbra.

«Parlo del fatto che è due ore che stai ripulendo la stanza e rassettando i vestiti. E insomma non è da te. Ripeto: che succede?»

Sbuffo, perché tanto è praticamente impossibile nascondere qualcosa alla mia coinquilina. 

«Sono nervosa...» mi sistemo i capelli e poi mi siedo sul letto. Celestial continua a guardarmi senza emettere neppure un respiro.

«E perché sei nervosa?»

Metto le mani a coprirmi il viso e sono indecisa sé dirle quello che sento, però ne ho bisogno.

«Santiago mi sta evitando.»

Dalle fessure della mano guardo la sua reazione e mi accorgo che chiude gli occhi. Poi si avvicina e si siede accanto a me.

«E questa cosa ti turba così tanto?»

Annuisco, perché è così.

«Tra noi si è creato un rapporto speciale e non mi va giù che si comporti così.»

«Ana» il mio nome sulle sue labbra tuona come un rimprovero. «Ti sei innamorata di lui, non è vero?» me lo domanda, ma dal tono di voce che adotta, capisco che ha già una risposta. E non le serve la mia.

«Io...» sto per dire, ma il suono del mio telefono non mi fa proseguire. «Scusa un attimo.» Mi alzo e vado verso il comodino del letto, prendo il telefono e non appena leggo il nome di chi mi sta chiamando, il mio cuore perde un battito. Le mani tremano e non riesco a fermare il fremito che avverto dentro.

«Tutto bene?» chiede Celestial e annuisco.

«Victor» pronuncio quel nome e poi rispondo. Perché tanto quando lui chiama, io non so frenarmi. È da mesi che non lo sentivo, da quando sono andata a Madrid, e adesso che sento la sua voce il mio cuore fa lo stesso rumore di sempre. Perché c'è un legame tra me e lui che il tempo non riesce a spezzare.

«Ana...» sento al di là del telefono. Non rispondo e mi godo il suono della sua voce, quella che mi è tanto mancata. Anche se il nostro è stato un rapporto difficile, non eravamo mai stati tanto tempo senza sentirci. «Ehi Ana...» lo sento sospirare e il mio cuore ne risente. «Lo so che non avrei dovuto chiamarti, lo so cosa mi hai detto l'ultima volta, so che dovremmo stare lontani, so tutto... ma mi manchi e...»

Mi mordo forte le labbra e aspetto che prosegua. «E sono sotto casa tua. Ho bisogno di vederti ma mi hanno detto che non abiti più qui.»

«Sei a casa mia? Sei a Londra?» chiedo a raffica. Non so che emozioni mi suscita il fatto che lui si trovi qui, per me, so solo che la mia prima reazione è la stessa: correre da lui, abbracciarlo e perdermi nei suoi baci.

«Si. Dove sei?»

«Arrivo!»

Metto giù il telefono, guardo verso Celestial che mi osserva con una nota di rammarico.

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