32•capitolo -Vorrei dirti "resta", ma grido "Vattene"

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Ana

Gli ho detto che lo voglio da morire.

Gli ho fatto capire in tutti i modi che è diventato per me difficile resistere.

E anche lui sembrava sul punto di cedere, ma alla fine è scappato via e mi sta ignorando da settimane. Da quando ho detto addio a Victor e l'ho abbracciato per l'ultima volta. So che ci ha visto mentre ci stringevamo e probabilmente non ha capito che gli stavo dicendo addio perché non posso illuderlo. Prima era difficile tenere lontano Victor, adesso il mio unico pensiero è Santiago e non riesco più a resistere a quello che sento.

Perché è così... c'è qualcosa tra me e lui e il mio cuore ormai lo sta gridando troppo forte per ignorarlo.

Domani torneremo tutti a Madrid, e so anche che Santiago correrà dalla sua fidanzata e probabilmente si scorderà del nostro avvicinamento. Eppure non ce la faccio a perderlo in questo modo, per questo entro in camera sua e aspetto che torni da lavoro. Quando sento la porta di casa aprirsi, sobbalzo e perdo più battiti del previsto. È stato bravo in questi giorni a far sì che non ci incontrassimo, ma adesso deve sapere che io sono qui e che non può ignorarmi per sempre.

Entra in camera sua e ha il telefono tra le mani, infatti non si accorge immediatamente di me, solo quando mi schiarisco la voce alza gli occhi e fa un passo indietro come se avesse preso la scossa. I suoi occhi azzurri sono posati su di me e le sue labbra sono chiuse in una linea sottile, come se non avesse parole da dire.

«Ana...» finalmente pronuncia il mio nome e tutto quello che sento per lui viene a galla.

«Ah ti ricordi il mio nome?»

Lui abbassa gli occhi, esausto, poi si avvicina a me di pochi passi ma senza solcare mai quel confine.

«Che fai qui?» umetta le labbra come se fossero troppo secche.

«Mi stai evitando da giorni...» sospiro, stanca. Mi costa così tanto stargli lontano, è stato molto difficile non vederlo. Ma il pensiero è stato rivolto sempre e solo a lui, chiarendomi quanto ormai io abbia bisogno della sua presenza nella mia vita.

«Ana...» ripete il mio nome e morde la sua bocca bellissima, quella che vorrei così tanto baciare, sto per impazzire al pensiero di non poterlo fare. «È stato meglio così...»

Poi si siede sul letto.

«E poi tu e Victor siete tornati insieme. Forse è meglio per il bene di Nieves e di Victor che stiamo lontani.» Ma lo dice con una nota astiosa.

«E chi ti avrebbe detto che sono tornata con Victor, sentiamo...»

Santiago ha gli occhi piantati sui miei, come se cercasse di risolvere un'enigma.

«Ho visto la scorsa settimana come vi abbracciavate»

«Non hai visto proprio niente. Era un abbraccio d'addio, perché vedi, io le mie responsabilità me le prendo!» sbotto nervosa.

«Cosa vorresti dire con questo?»

Mi alzo e lui mi segue, mi fronteggia.

«Che stavamo per baciarci l'altro giorno e ci siamo strusciati come ragazzini, quindi era inutile illudere una persona, così come tu stai illudendo Nieves!»

«Ana...» sbotta, si avvicina più del previsto, mi inchioda al muro con i suoi occhi gelidi. «Io amo la mia ragazza!» lo dice con una tale convinzione da spezzarmi, è inutile negare che mi ferisce sapere che lui sceglierà sempre e solo lei, probabilmente lei è giusta per lui e quindi non posso nemmeno fargliene una colpa.

«Sei sicuro?» Alzo il viso per trovare il suo, il respiro mi si schianta sulle labbra e il desiderio di baciarlo torna prepotente a scuotermi il corpo.

Photograph Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz