13•capitolo -Il tempo non ha tempo-

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Santiago

Felipe mi ha appena lasciato all'aeroporto e purtroppo, insieme a me, c'è Ana. Ormai questa ragazza è onnipresente nella mia vita e sebbene ieri sera pensavo che stessimo arrivando al punto di poter stare nella stessa stanza senza ammazzarci, alla fine la nostra vera natura ha preso il sopravvento. Io e Ana non possiamo in alcun modo andare d'accordo, siamo troppo diversi e lei addirittura pensa di essere la vittima di questa storia.

Praticamente ci ignoriamo per tutto il volo, lei è nella fila più avanti e nessuno dei due si sognerebbe di chiedere al vicino di posto di scambiarcelo per poter stare insieme.

Quando scendiamo dall'aereo e le nostre rispettive famiglie vengono a prenderci, neppure ci salutiamo. Per me è stato inevitabile guardarla mentre salutava il padre, sembrava si fosse freddata e il suo sguardo non era per nulla felice anche se faceva finta di esserlo. Lo so, non ha senso che mi sono messo ad osservare gli atteggiamenti di Ana ma per me è stato facile farlo.

La prima cosa che faccio appena arrivato a casa e dopo aver salutato i miei genitori, è passare da Gonçalo.

Infatti sono davanti alla sua porta, con le mani in tasca.

È Ester ad aprirmi la porta con un sorriso stampato in volto.

«Santiago» mi accoglie con dolcezza, stringendomi in un abbraccio.

C'è un motivo se non sono andato prima da Beatriz e Roman, avevo paura di incontrare Ana e in questi giorni vorrei stare il più lontano possibile da quella ragazza.

«Immagino cerchi Gonçalo. È lì dentro. Vai tu e gli fai una sorpresa?»

Annuisco e raggiungo la sua camera. Si sta allacciando le scarpe mentre entro e quando alza gli occhi è convinto che ci sia Ester davanti a sé, ma non è così.

«Santi!» alza il tono di voce e mi stringe. «Dio, non ci posso credere!» sorride gioioso. Si vede che è contento di vedermi.

Poi ci accomodiamo in cucina, Ester ci sta facendo il caffè.

«Perciò, che mi racconti? Come va la vita a Londra?»

Andrebbe bene se non ci fosse Ana, anche se questo non posso proprio dirlo. E, come fosse fatto apposta, mi arriva un messaggio da parte di quella ragazza.

Da Ana

Santiago, non ti azzardare a dire agli altri che vivo a Londra. Per loro sto a Liverpool. Non fare lo stronzo vendicativo!

Mi sistemo il ciuffo e stringo le mani perché quella ragazza prima o poi mi farà impazzire. Per quale assurdo motivo sta mentendo ai nostri amici?

Da Santiago
Dovresti essere sincera con i tuoi amici. Ma stai tranquilla, il tuo segreto è al sicuro.

Poso il telefono e quando alzo gli occhi noto Ester e Gonçalo che mi guardano curiosi.

«Che c'è?» un po' alzo la voce e me ne pento, ma quella ragazza riesce sempre a infastidirmi, pure quando non c'è.

«Hai digitato il messaggio con tanta foga, quindi mi chiedevo se andasse tutto bene!»

Scrollo le spalle e annuisco con nonchalance, devo in tutti i modi non pensare a quella ragazza, mina la mia sanità mentale.

«Si si va tutto bene. Era solo... nessuno» poi dico, cercando di cambiare argomento. «A voi va tutto bene? Come va con la squadra?» Mi rivolgo soprattutto a Gonçalo, anche perché conoscendo Ester è la più sana della coppia. So che non è facile stare con un tipo come Gonçalo, lui è tutto tranne che una persona tranquilla. Ester lo ama davvero molto.

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