Margot

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È passato un mese da quando lavoro nell'azienda, sono la persona più felice del mondo, in più New York è spettacolare.
Busso alla porta dell'ufficio del mio capo per chiedergli se posso prendermi un giorno di ferie perché domani arriva Mara a New York e vorrei tanto prenderla all'aeroporto.
<< avanti>> dice
Entro e lui non mi degna di uno sguardo. Ormai è un mese che va avanti così, ok è imbarazzante quella Sex chat che abbiamo avuto, ma ormai è passato.
<< posso chiederle una cosa?>> dico
<< certo.. accomodati>> dice lui serio.
È strano dargli del lei dopo la nostra chat, ma ora è normale farlo poiché siamo in un ambiente di lavoro e lui è il mio capo.
<< domani posso prendermi un giorno? Ho da fare>> dico
Lui mi guarda stranito, con la fronte corrugata.
<< hai iniziato un mese fa, mi chiedi già un giorno di ferie? Non pensare che per te sia più facile solo perché abbiamo avuto una chat sexy, chiaro? Dimentica quella sera, quelle cose dette non le pensavo davvero, volevo solo divertirmi con qualcuno, se ti avessi avuta d'avanti non l'avrei detto>> dice lui
<< ok mi scusi>> dico alzandomi e andando via.
Esco con le lacrime negli occhi e dopo aver chiuso la porta del suo ufficio inizio a piangere.
<< tutto ok?>> dice Anthony avvicinandosi a me.
<< si non ti preoccupare>> dico
<< ti ha fatto arrabbiare?>> dice lui
<< non ti preoccupare davvero>> dico asciugandomi le lacrime.
<< andiamo a pranzo fuori?>> mi dice Anthony
<< no. Voglio prima dirgliene quattro a lui>> dico riferendomi ad Adam. Nessuno può rispondermi in quel modo, anche se è il mio datore di lavoro, non può permettersi di rivolgersi in quel modo con me.
Entro senza bussare e chiudo la porta sbattendola.
<< cosa stai facendo?>> dice lui guardandomi male
<< sta zitto, mi ascolta ora, non mi può trattare male solo perché sono una sua dipendente, non mi può trattare nemmeno male perché ha avuto una chat sexy con me, se avessi saputo che dietro quello schermo ci fosse un uomo così tanto stronzo non avrei nemmeno scambiato un messaggio>> dico tutta arrabbiata.
<< un'altra cosa.. lavoro qui da un mese, non mi sono mai lamentata, ho sempre lavorato tanto, anche il doppio per portare il lavoro a termine, avevo chiesto solo un giorno per domani, uno>> dico
<< calmati>> dice lui
<< no, non mi calmo>> dico
<< domani ti do il giorno a condizione che stasera resti fino a tardi>> dice
<< non avevo intenzione di non recuperarlo>> dico in modo anticipato.
<< ok ora vai>> dice lui.
<< è proprio uno stronzo>> dico andando via.
Incredibile, che persona di merda risponderebbe così male ad una sua dipendente?
Se fossi io al comando non tratterei così male i miei dipendenti.
Sono le 22:16 di sera e sono davanti al computer, sono andati tutti quasi tutti via, nell'azienda siamo rimasti io, Anthony, Adam e una sua amica che è con lui nell'ufficio.
La sala dipendenti e l'ufficio di Adam è diviso da una parete in vetro quindi vedo cosa sta facendo lui e lui può vedere cosa facciamo noi dipendenti.
Mi mette un sacco di ansia, perché sembra voler controllare sempre tutti ogni minuto.
<< ti piace il capo?>> dice Anthony
<< ma cosa stai dicendo?>> dico spalancando gli occhi
<< sei gelosa di quella lì>> dice
<< no, semplicemente sono solo arrabbiata con lui, è uno stronzo>> dico
<< è fatto così, da quando ha perso il padre 2 anni fa è cambiato>> dice
<< mi dispiace, ma non può trattare male tutti>> dico
<< hai ragione, inoltre stai tranquilla per quella, sarà la sua ennesima scopata e poi la molla>> dice
In effetti in chat mi disse che lui non era fatto per una relazione seria, povere donne, perché non aprono gli occhi davanti a lui? Ok ha il suo fascino, ma comunque lui non può giocare con i loro sentimenti.
<< che uomo patetico>> dico
<< ciao ragazzi>> dice la ragazza che era con Adam andando via.
<< ciao>> diciamo io ed Anthony.
<< cosa mi dici di Carl? È come lui?>> dico curiosa
<< Carl è diverso da lui, è single, ma è un ragazzo responsabile>> dice
<< forse dovrei provarci con lui>> dico ridendo.
<< smettila>> dice Anthony toccandomi la spalla
<< ma tesoro che spalle lisce che hai>> dice sbattendo le palpebre
<< guarda.. uso molte creme>> dico ridendo.
Anthony mi abbraccia ed io ricambio. In questo mese abbiamo legato molto, lui mi fa dimenticare i miei problemi.
<< tesoro io vado, ti aspetto?>> dice Anthony
<< no vai, io credo di finire tra un po'>> dico sorridendo
<< va bene, quindi domani non ci sei giusto?>> dice
<< no, ci vediamo martedì>> dico
<< va bene, buonanotte>> dice
<< notte>>
Sono Le 23:12 ed io sono ancora al computer anche se sono stanca morta e affamata.
Vedo Adam mangiare una pizza proprio davanti sotto i miei occhi, non ha un minimo di scrupolo.
Nota che lo sto guardando e porto il mio sguardo sul computer.
Con la coda dell'occhio noto che si avvicina a me ma io faccio finta di niente.
Si siede davanti a me ma io continuo ad ignorarlo.
Lui mi chiude il computer ed io lo guardo arrabbiata.
<< cosa c'è?>> dico alzando leggermente il tono.
<< ho preso la pizza anche per te, non sono una bestia, non ti lascio morire di fame>> dice
<< non voglio la sua pizza>> dico riaccendendo il computer.
<< per stasera basta lavorare, devo chiudere l'azienda>> dice
<< non è lei il capo? Può andare pure a casa, ops mi scusi fino a poco fa c'è stata la sua ragazza>> dico
<< ahhahah>> dice lui ridendo
<< cosa c'è da ridere? Non ho capito>> dico alzando un sopracciglio.
<< sei gelosa? Ma poi smettila di darmi del lei>> dice
<< non sono assolutamente gelosa, e continuerò a darle del lei, è il mio capo>> dico.
Non capisco che cosa pretende, prima offende.
<< la mangi questa pizza?>> dice
<< la mangio solo per non morire di fame> dico prendendo la pizza, aprire la scatola e mangiarne un pezzo.
Vedo Adam guardami e sorridere.
<< cosa c'è?>> dico
<< nulla, finisci di mangiare e poi andiamo via>> dice.
Dopo aver finito di mangiare butto lo scatolone della pizza nella spazzatura, vado in bagno a lavare le mani e ritorno nella mia postazione per prendere il cappotto con la borsa.
<< andiamo>> dice Adam
<< in che senso?>> dico
<< ti accompagno a casa>> dice
<< non ci pensi nemmeno>> dico
<< ma è tardi>> dice lui
<< passano tanti taxi>> dico io aspettandone uno sul ciglio della strada.
<< smettila, vieni in macchina>> dice insistendo.
<< no>> dico più testarda di lui.
<< guarda che arriverai a casa tardi>> dice
<< meglio tardi che stare nella sua macchina>> dico
<< come vuoi>> dice lui salendo in macchina e andando via.
Ma chi si crede di essere? Non può comandare pure al di fuori dell'ambiente lavorativo.

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