Capitolo 32

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Dopo quello che mi sembra solo un istante, apro lentamente gli occhi, e cerco di mettere a fuoco le immagini sfocate che mi si parano davanti.
Finalmente riesco a vedere la faccia di Nick che mi guarda preoccupato.
-Tutto bene?- sento una voce ovattata provenire dalla sua bocca. Io mormoro un "si" e rimango ferma per un po', cercando di riprendere il controllo di tutti i cinque sensi.
-Cosa... Cosa mi avete fatto?- chiedo riuscendo ad articolare quattro parole che penso siano le più difficili che abbia mai detto in tutta la mia vita.
-Nulla di che.- risponde Annah con un sorriso che giudico come fin troppo entusiasta data la situazione -Solo... Abbiamo trovato la posizione di Jack. Stiamo andando verso quella base segreta dell'Hydra. Arriviamo tra tre ore.
Io annuisco e mi metto seduta lentamente, staccando tutti i fili che mi avevano attaccato.
-Jack ha detto che se ne sarebbe andato presto...
-Non ti preoccupare- mi blocca Annah, -Isabelle ha hackerato il sistema dell'Hydra da remoto e ha scoperto che prima di mezzanotte nessuno degli agenti all'interno di quella base possono muoversi, tantomeno Jack.
Annuisco un po' più serena.
Mi guardo attorno, e vedo che nel laboratorio hanno cominciato a farlo un po' "loro": hanno attaccato un poster autografato di uno scienziato svedese dal nome impronunciabile, e hanno attaccato un paio di foto che ritraggono loro due assieme o il Team al completo o ancora qualche foto "rubata" durante i nostri allenamenti. Poi mi volto verso di loro e vedo che sono uno di fronte all'altra che sorridono guardandosi. E si sono già dimenticati di una povera ragazza che li sta fissando come un'idiota.
Perciò decido di alzarmi in silenzio e di sgattaiolare verso quella specie di "studio" che hanno deciso di assegnare a me.
Non faccio nemmeno ad uscire dal laboratorio che una voce familiare mi blocca.
-Dove stai andando?-. È Jonathan.
Sospiro e rispondo voltandomi verso di lui:-Nel mio ufficio, caro il mio Agente Supervisore.
-Posso accompagnarti?
Lo guardo negli occhi. Sbatto un attimo le palpebre, e poi annuisco leggermente avviandomi. Lui ovviamente non manca di affiancarmi neanche due secondi dopo.
-Allora...- comincia lui,-Sei figlia di Tony... Giusto?
-Da cosa l'hai capito? Dal fatto che in questi mesi vi ho resi tutti più affascinanti?
Lui sorride un po' e si volta a guardarmi. -In realtà... Dal cognome.-risponde con un mezzo sorriso-Comunque... Io sono figlio del Soldato D'Inverno.
-Nah, non l'avevo capito, Barnes.- sottolineo l'ultima parola della frase e mi volto anche io a guardarlo con un sorrisetto. Intanto siamo arrivati, quindi apro la porta e vado a sedermi dietro la scrivania.
Lui chiude la porta dietro di sè e mi guarda negli occhi.
-Dimmi.- lo incito cercando di sembrare affabile.
Il suo volto si fa serio.
-Dobbiamo parlare riguardo agli allenamenti. E riguardo al fatto che hai un ragazzo dentro la tua testa.

S.H.I.E.L.D. Un Nuovo InizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora