Capitolo 38

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Sono giorni che non esco dal mio scompartimento. Ho affidato il comando a Miles, un comando temporaneo, ma ormai sembra quasi definitivo. Io ho perso quasi tutte le forze. Mai mi sarei immaginata di stare così male per un ragazzo.
Mangio il minimo indispensabile per sopravvivere, sono dimagrita visibilmente, e ho scoperto che ho un'innata passione per disegnare e progettare oggetti tecnologici da applicare persino sulle tute degli Avengers. Prima o poi dovrò darli a Coulson, e provare a costruire i primi prototipi.
Non c'è più nessuno dentro la mia testa, e ci sono giorni in cui questa cosa mi manca, senza un preciso motivo.
E poi ormai non riesco nemmeno più a distinguere il giorno dalla notte, dato che non ho alcun finestrino e non esco mai, lasciando la porta sempre chiusa.
Oggi però decido di aprirla, e grazie a un colpo di fortuna, è giorno.
Non appena sento dei passi però la chiudo subito, e faccio finta che non abbia fatto niente. Sento qualcuno bussare.
-Catherine...- sento pronunciare il mio nome da Annah. -Devo parlarti.
Mi hanno scoperta, penso tra me, ed ora pensano tutti che sia una pazza squilibrata. Ugualmente però apro la porta, e mi alzo in piedi di fronte ad Annah.
-Jack mi ha... Detto che sei andata a trovarlo, un paio di giorni fa, ma data la sua stabilità mentale pensiamo che sia stata un'allucinazione.- sentenzia lei, e tra me traggo un sospiro di sollievo. -E abbiamo stabilito che non dovrebbe essere pericoloso se tu ci parli un po'.- continua poi.
Sorrido leggermente, triste, e annuisco. -Okay- dico guardandola, -dammi il tempo di farmi una doccia e di mettermi qualcosa di pulito.

***

Questa volta Jack non è più dentro la cella. È in salotto e sta parlando con tutti, come se niente fosse, sorridendo.
-Ehm ehm- si schiarisce la voce Annah, e a me sembra Dolores Umbridge dei libri di Harry Potter, ma cerco di soffocare una risatina nervosa.
Di colpo tutti si voltano, compreso Jack, e lentamente se ne vanno, chi da una parte, chi da un'altra, e restiamo soli io e Jack.
-Ciao- dice lui guardandomi.
-Ciao- ripeto io avvicinandomi un po' e sedendomi sul divanetto. Lui fa lo stesso, vicino a me.
-Come va?- mi chiede, e sembra più sincero che mai.
-Potrei esser stata meglio in questi giorni.- rispondo noncurante. -Tu?
Jack sorride. -Sto meravigliosamente.
Poi restiamo in silenzio per un po', con le lacrime che mi pizzicano gli occhi, bramose di uscire.
-Cathy mi ricordo che...- comincia lui, ma io lo blocco:-Shhh. Non dire nulla che ti abbiano detto i ragazzi qua. Solo... Cosa ricordi di quando eri ipnotizzato.
Lui rimane in silenzio per lungo tempo, poi dice molto piano:-Ricordo che... C'era qualcosa tra che ci legava... E non era semplicemente un legame tra Agente Supervisore e "protetto"... Ma non era nemmeno amicizia.
Lo guardo annuendo in silenzio.

S.H.I.E.L.D. Un Nuovo InizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora