𝖀𝖓𝖔

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20 giugno, 1961

𝐼𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑖𝑙 𝑔𝑖𝑜𝑐𝑎𝑡𝑡𝑜𝑙𝑜 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑠𝑐𝑎𝑟𝑖𝑐𝑎𝑟𝑠𝑖...

Gli sguardi puntati sul tavolino all'angolo della stanza, proprio lì vicino all'enorme vetrata che mostrava tutte le meraviglie della strada sporca di rifiuti, i mormorii, le voci che giravano per il locale e nessuno degli agiati ragazzi lì comodamente seduti sembrava preoccuparsi minimamente di trovarsi in uno dei più squallidi bar di Krukrose. La scuola era finita, il sole era alto nel cielo e avevano tutte le vacanze estive per vivere la loro vita lontano dalle istituzioni educative: nulla avrebbe potuto turbarli in quel momento.

«Dammi un sorso.», Lonnie si allungò verso il bicchiere della sorella, Hazel, ma finì per sbattere contro la sua mano scura che cercava di allontanarlo con forza.

Leonard Ruiz e Hazel Ruiz erano due fratelli anglo africani, figli di una donna nigeriana e di un abbiente uomo inglese, nato e cresciuto a Krukrose, che dopo il matrimonio aveva perso tutti i suoi privilegi grazie al razzismo che infestava ogni singolo vicolo buio di quella viscida città. Clayton, amico dei due ragazzi, non riusciva a capire come un uomo potesse essere così meschino con un altro uomo, il giorno prima il padre dei due lavorava in compagnia di colleghi che lo stimavano e il giorno dopo veniva disprezzato per la scelta della propria compagna. Aveva forse cambiato personalità nel momento in cui pronunciò il fatidico "sì, lo voglio"? Ridicolo.

Clayton era bravo a individuare i difetti negli altri, non c'era nulla di più semplice per lui se non cercare di allontanarsi dal resto del mondo, eppure se non si contava l'intelligenza limitata di Leonard e i modi altezzosi di Hazel, ai suoi occhi potevano essere più che accettabili e la loro compagnia nemmeno poi così male. Forse, pensò, era un discorso che l'uomo non era ancora pronto ad affrontare e si chiese, con una certa ingenuità, se lo sarebbe mai stato.

In ogni caso, per nessuno di loro, il colore della pelle aveva mai significato un problema, fin da quando li avevano conosciuti. L'unica difficoltà fu trovare un posto dove riuscissero a stare insieme in relativa tranquillità e lontano da occhi indiscreti. Leonard e Hazel, infatti, non potevano frequentare i lussuosi bar della cittadina e gli altri non appena mettevano piede nei loro quartieri venivano riempiti di insulti. A Clayton non importava più di tanto, dopotutto di insulti ne aveva ricevuti parecchi e nemmeno uno gli era rimasto particolarmente impresso, anzi, trovava che per far del male ci fossero modi molto più eleganti e, forse, anche più dolorosi di qualche parolaccia o pugno.

Gli altri, però, non sembravano pensarla allo stesso modo: Nora, una volta, scoppiò a piangere e Newton iniziò una vera e propria rissa dalla quale Clayton si dissociò sagacemente, Wynn ne uscì invece con il naso rotto e Ingrid ruppe a sua volta quello dell'aggressore. Il dramma che ne fecero i loro genitori fu tanto spettacolare che quasi finì sul giornale sotto il titolo di "tentato omicidio a Krukrose". Il ricordo gli fece fare una smorfia, mentre con un dito si aggiustava gli occhiali sul naso.

«Sei già abbastanza agitato, ci manca solo del caffè.», borbottò Hazel, spingendo via il fratello minore. Portava i numerosi capelli ricci legati in una coda alta, in questo modo il suo viso era perfettamente in mostra, con gli occhi scuri assottigliati e labbra corrucciate, il tutto a formare un'espressione indignata.

La spalla di Lonnie colpì quella di Clayton, che a sua volta spinse Newton quasi giù dalla sedia di legno.

«Attenti, cazzo.», borbottò Newt riacquistando l'equilibrio e squadrandoli con gli occhi azzurri carichi di rabbia. Sporgendosi in avanti, una ciocca di capelli scuri gli cadde sulla fronte, coprendogli in modo buffo lo sguardo e smorzando un po' della sua irritazione che contrastava il divertimento negli occhi di Wynn.

𝗕𝗮𝗺𝗼𝗿𝗮𝗹 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗹𝗲Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum