CAPITOLO 25

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Dopo aver saltato la prima ora, spalanco la porta d'ingresso della scuola e cammino con passo affrettato

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Dopo aver saltato la prima ora, spalanco la porta d'ingresso della scuola e cammino con passo affrettato.

Con il laptop sotto braccio, osservo tutti gli studenti uscire dalle classi della prima ora.

Intravedo subito la chioma rossa di Cheryl uscire dalla classe di letteratura.

Schivo tutte le persone che mi passano accanto e la raggiungo.

«Jenna!» esclama lei appena mi vede.

«Cercavo proprio te, rossa.» le dico senza esitazione.

«Me? Perché cercavi me?» mi domanda, corrugando la fronte.

«Sei in grado di hackerare un data base?» le domando senza pensarci due volte.

Lei per prima cosa mi guarda con perplessità e poi apre bocca.

«Credo di saperlo fare, ma perché questa domanda?».

Questa stronza non solo era bella ma aveva i voti più o meno uguali ai miei e la invidiavo a morte.

Ma era l'unica persona che poteva aiutarmi.

«Vieni con me.» le dico, tirandola per il polso.

«Ma dove andiamo?» mi domanda insistente.

La trascino con me fino allo scantinato della scuola.

Di solito vengo qui quando voglio leggere in pace, in modo che nessuno possa darmi fastidio.

Leggere davanti a molte persone può dare troppo nell'occhio.

I ragazzi mi prendono sempre in giro.

Quindi, mi nascondo.

Faccio entrare prima Cheryl e poi entro anche io.

Chiudo la porta dietro alle mie spalle.

«È piuttosto buio qui dentro.» commenta lei e alzo gli occhi al cielo.

«Paura del buio, rossa?» la provoco, sorridendo.

«Un po' sì.»

Sospiro e mi volto per trovare l'interruttore della luce e la accendo.

Nel momento in cui la luce si accende, lei si guarda attorno.

Ci sono scatoloni ovunque, come sempre.

«Adesso mi puoi spiegare perchè siamo qui?» mi chiede poi, incrociando le braccia al petto.

«Siamo qui per hackerare il blog della scuola e scoprire chi è stato quello stronzo o stronza a pubblicare quell'articolo su mia sorella.» le spiego.

«Wow. Hai solo 14 anni, ma sei così cattiva. Mi piaci.» dice e mi sfila il laptop da sotto al braccio.

«Facciamolo.» dice, sedendosi a terra.

𝑭𝑶𝑹𝑬𝑽𝑬𝑹 𝑮𝑶𝑵𝑬Where stories live. Discover now