Capitolo 7. La chiamata

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Arrivai a casa e gettai lo zaino in camera andai in cucina e aprii il frigo... VUOTO.
- Bene- dissi tra me e me.
Presi il telefono e ordinai una pizza. Poi presi il telefono e mi buttai sul divano aprii la televisione e guardai cosa c'era in TV. Misi sul canale della musica a tutto volume ovviamente.
Suonarono al campanello ed andai ad aprire. La pizza. Diedi la mancia al fattorino e presi la pizza, chiusi la porta e cominciai a mangiare la pizza. Avevo mangiato tre fette di pizza quando squillò il telefono di casa... Andai a vedere chi fosse... numero sconosciuto, presi il telefono e premetti la cornetta verde
- Pronto?- feci io
- Ciao Jessica- disse una voce apparentemente sconosciuta
- De Lion- dissi io stringendo i pugni
- Sai sorellina mi manchi e...-
- Scordati ogni tuo tipo di incontro- dissi io dura
- Stai diventando sempre più grande e adulta- disse lui
- Cosa vuoi?!- dissi io spazientita
- Ho un tuo caro "amico"- disse lui.
Si sentirono delle urla.
- Lascialo andare. Non ha fatto niente- sapevo benissimo chi aveva urlato. Il signor Jucovich.
- E perché?- disse lui mentre si sentiva benissimo che lo stava picchiando
- Non c'entra niente con noi- dissi io.
Non rispose.
- Cosa vuoi?- lo urlai con tutto il fiato in corpo
- Vederti-
Ci pensai e ripensai. No. MAI.
-No-
- Allora di addio al tuo amico- disse mentre caricava una pistola
- Aspetta-
- Qualcos'altro che non sia vedermi- dissi io con la voce ferma.
- Uccidere il tuo amico-
- Dammi tempo-
- Quanto?-
- Dieci minuti-
- Cinque non di più- poi chiuse la chiamata.
Presi molto velocemente l'iPhone e composi il numero di Jack
- Pronto?-
- De... De Lion ha...ha... Chiamato- dissi tra i singhiozzi
- Jessica dove sei?-
- A casa-
- Cos'ha chiesto?-
- O vedermi oppure il signor Jucovich muore- dissi tranquillizzandomi un po facendo dei respiri profondi
- Jack non voglia che muoia-
- Jessica non lo fare... Sai cosa potrebbe succedere-
- JACK O ME O LUI... CAPISCI!?!?!?!?- urlai con più fiato di prima
- Jessica non ti voglio perdere- disse lui con voce calma.
- E io non voglio perdere lui- mi ero affezionata al signor Jucovich. Per me era diventato un secondo padre. E ora stavo per perdere anche lui.
- Jessica... Non pensare di farlo. HAI CAPITO? NON FARLO-
Chiusi la chiamata. Non volevo che morisse nessuno. Specialmente il signor Jucovich. Jack mi richiamò ma io non risposi. Pensai e ripensai ai bei momenti con la mia famiglia. Mi ricordai che però Jucovich aveva lavorato per De Lion. Avevo capito tutto. Aspettai la richiamata. Dopo due minuti il telefono di casa squillò e lo presi in mano, premetti di nuovo la cornetta verde.
- Mi hai preso in giro-dissi io con voce ferma
- Cosa scusa?- chiese lui confuso
- Hai capito benissimo-
- E perché ti avrei dovuto prendere in giro?-
- Il NOSTRO caro amico controlla tre quarti dei tuoi traffici illegali in Russia e chissà perché riescono sempre o a entrare o a uscire. Se tu lo uccidi non fai più affari con la Russia... Sbaglio?-
- No -
- Tienitelo il tuo amico- stavo per chiudere la chiamata quando sentì lo sparo. Sentì un tonfo
- Jessica-
-BASTARDO... ERA MIO AMICO-
- Ci rivedremo - poi chiuse la chiamata.
Caddi in ginocchio e piansi... piansi per un' ora, il telefono squillava ma io non rispondevo. Il signor Jucovich era morto per colpa mia, mi accovacciai in un angolo e continuai a piangere. Mi ero ripromessa che nessuni sarebbe più morto a causa mia, se non io. Avevo paura. Se era riuscito ad ammazzare il signor Jucovich che era super protetto vuol dire che mi avrebbe preso con la facilità che io ho quella di mandare a quel paese Marcus. Da quando aveva ucciso i miei genitori, avevo paura, però non mi quadrava qualcosa. Se lui aveva ucciso il signore che li assicurava droga e armi illegali come sarebbe riuscito a procurarsene delle altre? Pensai e pensai. Merda. Sapevo CHI lo poteva fare. Lui stesso. Il signor Prestich aveva firmato il passaggio di aziende, e lui ne era a capo ora. Vi spiego... vi ricordate la sera in cui avevo parlato con il signor Prestich e avevamo fatto il passaggio di aziende. Bene l'azienda del signor Prestich si occupava di passaggi illegali al confine con i paesi. Quindi vuol dire che De Lion può fare e chiedere tutti quello che vuole.
Dopo 20 minuti mi rialzai e guardai l'ora 16.40. Mi ricordai solo ora dell'allenamento... così chiamai Nicky
- Hey- disse Nicky
- Scusa se non sono venuta- dissi io stanca
- Mi ha raccontato tutto Jack... Cos'è successo?-
- De Lion ha capito che io avevo capito che non poteva uccidere il signor Jucovich. Ma lo ha ucciso lo stesso perché lui ha già un'azienda - dissi io.
- Mi dispiace...- disse lei
- Vieni a casa mia dobbiamo parlare... porta anche Giuly- dissi io convinta
- Va bene. Saremo là tra 20 minuti.- poi chiuse la chiamata.
Gettai il telefono sul divano. Salii su in camera e mi chiusi la porta alle spalle. Dovevo fare una cosa che neanche mio fratello sapeva.
Chiamare De Lion.
Presi da sotto il letto una valigetta, la aprì e presi un telefono usa e getta. Composi il numero che ormai sapevo a memoria e premetti la cornetta.
- Pronto?-
- Dovresti conoscermi- dissi io
- Jessica-
- Perché?!-
- Potere Jessica... Mi serve-
- Per arrivare a me. Giusto? O sbaglio?-
- Jessica ci sono cose che tu non puoi capire.-
- Ah no? Scusa allora se cerchi di rapirmi, uccidere le persone che amo e rovinarvi la vita... sai forse delle risposte le dovrei avere... Io lo so perché lo fai... lo fai perché sei geloso di Jack, lui era il cocco di mamma e papà. Volevi uccidere i nostri genitori così lo facevi soffrire ma hai fatto soffrire me. Ora stai cercando di uccidermi per far perdere a Jack una speranza di vita... È vero?- dissi con le lacrime agli occhi.
- COME POSSO UCCIDERTI SE SEI MIA SORELLA?!- mi urlò lui
- Allora cosa vuoi?- mi stava scombussolando la testa con quelle risposte
- Quello che mi è stato tolto- disse lui
- ci sarà un motivo se te lo hanno tolto- dissi io cercando di trovare un nesso in tutta questa storia.
- Non proprio...- disse lui incerto
- lo sai che potevi avere tutto questo senza l'illegalità, mamma te lo aveva detto. Potevi avere mamma, papà, Jack e ME... tutto questo sangue non sarebbe servito, a te bastava chiedere... Jack doveva farsi notare per poter avere qualcosa. -
- Jessica...-
- No adesso stammi bene a sentire... BASTA-
- Non puoi capire- disse lui alzando la voce
- Ah no? Allora spiegami tu-
Non rispose.
- Non hai le palle per dirmi come stanno le cose -
Dopodiché chiusi la chiamata e gettai il telefono nel cestino sotto la scrivania e mi cambiai mettendomi comoda. Mi misi una canottiera bianca e un paio di shorts.
Non ne volevo sapere più di questa storia ma purtroppo ci ero già dentro. Uscì dalla camera e mi diressi in bagno per farmi una doccia fresca. Appena entrai notai che la finestra era aperta... Chi cazzo c'era in casa. Uscii molto cautamente dal bagno e aprii l'armadio a doppio fondo, presi una 3.80 e richiusi l'armadio. Mi misi con le spalle verso la porta della camera di Jack, la aprì e....
- Cazzo di gatto- dissi avvicinandomi al gatto e cominciai a coccolarlo sotto il mento. Alzai d'istinto il mento e vidi nel riflesso del vetro della porta un'uomo con una pistola con il silenziatore puntati sulla mia testa. Mi alzai in piedi brandendo la pistola in mano.
- Jessica- disse l'uomo
- Michael- dissi quasi fosse una parolaccia.
Michael è uno che lavora per De Lion. È abbastanza Men in Black... Giacca lunga fino ai polpacci, nera, Jeans lunghi, neri, occhi neri, capelli neri.... qualcos'altro di nero.... mi sembra di no. Ahh... quasi dimenticavo ha due cicatrici fatte dalla sottoscritta. Una sul collo ed una sul viso che gli parte dal sopracciglio destro fino all'orecchio destro.
- Cosa vuoi?!- dissi arrivando al punto
- Chiedimi la cosa opposta... cosa non voglio-
- Va bene ti accontento.... Cosa non vuoi?- sembra strano che cominciamo a parlare di cosa non vogliamo... Già che ci siamo prendiamo un tè e parliamo dei miei gusti preferiti?!
- Tuo fratello- disse freddo
Lo sapevo. Sarà la millesima volta che ci provano ma ho altri impegni che essere rapita, sbattuta dentro un camion, avere un sacco,puzzolente, in testa, essere minacciata e bla bla bla...
- Vuoi me- tanto sapevo già la risposta.

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