Capitolo 19.

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Ore 2.35
Mi stupisco di me stessa che sono ancora qua in terrazzo a fumare la seconda sigaretta e ad ascoltare musica. Non ho né pranzato né cenato. E non ho tuttora fame. Ho respinto tutti quelli che volessero entrare a consolarmi o a portarmi da mangiare. Una sedicenne incazzata è meglio lasciarla stare. Domani vado a scuola, tanto per vedere le solite teste di cazzo che ci sono e per sfogarmi con Alexia e Alexander. Che nomi simili vero? Sembrano fatti l'uno per l'altro. Ma chi cazzo vogliamo prendere in giro, Alexia lo tradirebbe dopo un giorno, magari con Marcus. Marcus, continua a tornarmi in mente questo nome.
-Se vuoi morire basta dirlo- dissi mentre dietro a me Jack entrava.
-Perché fai l'incazzata? Non ne hai il bisogno-
-Però tu puoi prendere tutte le decisioni del mondo. Tu puoi dire o fare qualcosa ed è legge. Io se faccio qualcosa o la sbaglio o non era il momento- dissi alzandomi dal bordo del terrazzo.
-È stata tua la scelta di dire quelle cose- disse lui
-E se ci fosse davvero De Lion dentro alla squadra che accompagna Il presidente russo? La mia vita andrebbe a puttane!- dissi urlando
-Pensi che non lo sappia? Pensi che non mi spacchi il culo ogni santissimo e benedettissimo giorno per acciuffare quello stronzo- urlò lui in risposta.
-Deve sempre andare così... Per ogni cosa tu devi tirare fuori una di queste stronzate...- dissi sbuffando
-Jessica, è la verità, ma tu non l'accetti e allora fumi o ti immergi nella musica-
-Fumare o ascoltare musica non significa nascondere la verità-
-Però lo fai passare così-
-Vaffanculo- dissi
-Perché fai così. Sempre!- disse lui mentre mi giravo per guardare Los Angeles.
Non risposi. Anche perché non avevo una risposta da dargli. Sono una stronza e lo so. Non so nemmeno io perché mi comporto così.
Sentì la porta chiudersi con forza, immagino che mio fratello sia entrato incazzato come una mina. Ovviamente. Rimasi là a fissare il vuoto, come una deficiente mentre il mondo andava avanti. E anch'io dovevo andare avanti. Ma com'è? Facendo la dolce? Ma preferirei buttarmi dal ottantaduesimo piano.
Guardai l'ora 3.00 bom vado a dormire. Rientrai e chiusi la porta. Mi misi qualcosa di più comodo e mi infilai sotto le coperte.
Chiusi gli occhi e pensai a qualcosa di bello.
Ore 7.15
Suonò la sveglia che gentilmente buttai sul pavimento. Mi alzai e apri l'armadio in cerca di qualcosa da mettermi, presi una camicetta bianca e grigia, con un paio di Jeans neri e Vans nere. Scesi assicurandomi che non ci fosse mio fratello, che forse sarà già uscito alle 6.00 e fortunatamente non c'era. Presi velocemente una tazzina da caffè che misi sotto la macchina che avviai con il tasto d'accensione e aspettai un paio di secondi poi rimossi la tazzina con il caffè dentro. Lo bevvi in fretta e misi la tazzina nella lavastoviglie e corsi in bagno per lavarmi i denti e truccarmi. Uscì dopo cinque minuti e andai in camera per prendere lo zaino e scesi le scale. Presi velocemente le chiavi della moto e andai in ascensore dove premetti il tasto -1 e aspettai per scendere. Nel frattempo presi fuori dallo zaino il pacchetto di daygum protex alla fragola. Le mie preferite. Ne presi una e poi rimisi il pacchetto nello zaino. Nel frattempo l'ascensore era arrivato al piano desiderato e io uscì nella direzione della moto, che era là come se mi stesse aspettando come per dire 《vieni ti sto aspettando》 e io non rifiuto mai di andarci.

In cinque minuti ero già in superstrada per scuola. Arrivai e parcheggiai la moto e scesi prendendo lo zaino e chiudendo il piccolo bagagliaio della moto. Misi in tasca le chiavi e il telefono lo tirai fuori per rispondere a una chiamata.
-Pronto?-
-Sei a scuola?- chiese mio fratello
-Si-
-Okay. Allora a dopo- poi riattaccò.
Lo rimisi nella tasca e camminai finché non vidi Nicky o Giuly. Erano sedute su quelle tipiche panchine da pic-nic. Mi avvicinai a loro e le salutai calorosamente.
-Come va?- mi chiese Giuly
-Hai qualche altra domanda?- chiesi
-Abbiamo una nuova missione- disse Nicky sottovoce.
-Sarebbe?-
-Discoteca, prossima settimana, ore 23.00, braccio destro di De Lion- disse Giuly guardando altrove.
-Approposito di missioni... com'è andata in Iraq?- chiesi
-Erano le solite stronzate di nuovi capi dittatori- disse facendo una risata Nicky.
-Da quando hai un nuovo ammiratore- chiese Giuly
-Cosa?!- chiesi guardandola
-Guarda- disse abbassando gli occhiali
Mi girai e guardai in direzione di Giuly. Nel gruppo di Marcus, c'era il ragazzo di ieri... Quello biondo... Boh insomma quello con cui ho parlato.
Lui mi stava fissando ma quando lo guardai, girò lo sguardo.
-È carino- disse Nicky
-Si, può andare- finì io
-Perché non ci provi?- chiese Giuly
-Ho scritto in fronte Alexia?- chiesi
-No...- disse Giuly
-E non vorrei che lo diventasti- disse Nicky.
-Ora andiamo che è tardi- dissi guardando l'orologio del telefono.
7.45.
Ci alzammo e ci dirigemmo verso la scuola, dove entrammo e ci separammo per prendere le varie materie. Mi fermai davanti all'armadietto. Sentivo la mia pelle bruciare sotto lo sguardo di qualcuno. Mi girai e osservai il corridoio ma non vidi nessuno che rivolgeva lo sguardo su di me.
Aprì l'armadietto e presi le materie necessarie e le misi nello zaino.
-Sapevo di essere bella ma non così tanto da avere un ammiratore segreto- dissi chiudendo l'armadietto e girandomi verso il ragazzo che mi fissava prima.
-Oh beh... mi hai colto in fragrante... E che non ti ho mai ringraziato per avermi mostrato dov'era la segreteria...- disse con uno sguardo basso.
-Per così poco? Sei sicuro di essere nella squadra di rugby?- dissi ridendo. I ragazzi di Marcus erano stronzi. Molto stronzi. Un po' come il loro capitano.
-Un'altra cosa... tu sei di terza...- chiesi
-Si. Sono un po' nervoso perché oggi mi dovrebbero inserire nella mia nuova classe- disse tirandosi indietro il ciuffo biondo.
-Fantastico!- risposi mentre chiudevo l'armadietto.
-Sai, potremmo pranzare insieme qualche volta... Ovviamente se ti va- proprose lui rimanendo alla solita distanza.
-Ti aspetto allora- dissi andandomene.
-Non so ancora come ti chiami!- disse
-Chiamami Jessica-
-Sono Max- disse lui prendendo la sua strada
Tornai davanti alla nostra classe per aspettare Nicky e Giuly. Suonò la campanella ed entrai per sistemarmi sugli ultimi banchi. Arrivarono poi tutti i miei compagni di classe e Nicky e Giuly si sedettero una davanti a me e l'altra accanto a me. Presi fuori dallo zaino le prima materia ed entrò il professore di storia. La lezione passò molto velocemente, forse perché non c'è Marcus, sto infatti chiedendomi dove possa essere. Finché non entra da quella porta o non lo incontro potrebbe anche andarmi bene. Il professore si congedò e se né andò lasciandoci soli un paio di minuti. Nicky si girò e Giuly girò la testa per ascoltare.
-Dov'è il coglione?- chiesi sorridendo
-Magari sta mandando in ecstasy la gallina- disse Giuly ridendo
-Molto probabilmente- disse Nicky ridendo e portandosi i capelli da un lato
-Quando te li tagli?- chiesi
-Prossima settimana ma taglio solo le punte- disse prendendosi una ciocca.
Si cominciò a sentire una specie di battito continuo delle mani sui banchi, dei miei compagni cominciarono a fare un ''Ohhh...''in crescendo e il coglione entrò dalla porta.
-Parlando del diavolo...- disse Giuly
-Ecco che appare- finì io.
Marcus non trovando posto tra gli ultimi posti si mise in quarta fila vicino a Nicky e davanti a Giuly. Girandosi mi notò e mi fece l'occhiolino.
-Che coglione- dissi in modo scherzoso e girando la testa verso la finestra.
-Ti sono mancato?- chiese
-Neanche un po'- risposi voltandomi. Aveva messo la felpa della scuola, bordeaux e bianca, ma c'era qualcosa che no quadrava nel suo sguardo, nel suo viso più che altro.
-Con chi hai fato rissa- dissi incrociando le braccia al petto
-Con nessuno perché?- disse accigliandosi
-Il sangue sulla manica ti tradisce- dissi guardandolo
Si girò fissando la prof di scienze, pensavo che la conversazione fosse finita, quel nome però mi fece stringere i pugni.
-Alexander- disse secco.
-Vieni in bagno- dissi alzandomi per dirigermi dalla prof che mi diede il permesso per andare in bagno. Lo aspettai fuori dai bagni.
-Che vuoi- disse mentre incrociava le braccia al petto sbuffando
-Lo sai che ieri è uscito dall'ospedale, per colpa tua- dissi
-Ho detto che mi dispiace- disse solamente
-Smettila di fare il coglione, ha una sorella più piccola e se era in ospedale era perché l'hai mandato tu- dissi avvicinandomi a lui
-Si è scopato la mia ragazza- disse guardandomi dall'alto
-Non mi sorprendo, Alexia è una gran puttana ma tu non vuoi ficcartelo in quella testolina riempita di schemi e lanci- dissi spingendolo
-Eh non dirmelo che non è vero?!- dissi andandomene
-Eh anche se fosse, è comunque la mia ragazza- disse lui
-Vi tradite entrambi, non mi sorprenderei affatto- dissi entrando in classe.
Due minuti dopo la preside entrò e tutti ci alzammo.
-Buongiorno ragazzi, vorrei presentarvi il vostro nuovo compagno di classe, Max Loud- disse mentre il ragazzo entrava con un sorriso sulle labbra. Cercava con lo sguardo il suo capitano, ma con scarsi risultati, Marcus era rimasto in bagno oppure si era andato a fumare una sigaretta.
Dopo vari minuti che la preside stava parlando con la prof. di scienze Max prese posto nelle terza fila vicino alla finestra, mi aveva salutato con lo sguardo e Marcus lo stava fissando in modo strano. Gli avrei voluto tirare un pugno. Suonò la campanella e la prof. se nè andò per poi seguirla tutti. erano già passate quattro ore, due di storia e due di scienze.
-Jessica!- disse Max chiamandomi, mi girai con un sorriso
-Andiamo?- chiese. Io annuì
Ci dirigemmo verso la mensa dove prima prendemmo il mangiare e poi prendemmo posto.
-Cosa mi racconti di te- chiese Max mentre dava un morso al suo panino
-Sono nata qua a Los Angeles, i miei genitori sono morti quando io ero molto piccola, sono cresciuta con mio fratello.- dissi bevendo un sorso di coca
-Mi dispiace, se vuoi...- disse dispiaciuto
-Non ho ancora finito- dissi ridendo
-Mio fratello dirige un'azienda impegnativa quindi sta fuori dalla mattina alla sera, io lavoro si e no in un bar sotto casa mia, tanto problemi di soldi non né abbiamo- dissi masticando un boccone di pasta. Max mi guardava attentamente e aspettava che ricominciassi a parlare.
-Non so che dire...- dissi ridendo
-Mi sono fatto un'idea di te, sei una ragazza strana.- disse ridendo.
-Ora raccontami te qualcosa.- dissi mettendomi comoda.
-Come ti avevo già accennato ho vissuto a New York fino ai nove anni, ci siamo dovuti trasferire qua per i lavoro dei miei, sono dei dirigenti abbastanza conosciuti. sono andato via dall'altra scuola perché era fuori città e ci mettevo venti minuti per arrivare qua. ti volevo chiedere, sei fidanzata?-
-Perché questa domanda?- chiesi io mentre scuotevo la testa in segno di dissenso.
-Perché tu e Marcus sembrate... molto intimi.- disse con voce bassa.
-Lo eravamo, ma mi ha tradita, ora non ci penso neanche a ritornare con lui.- dissi guardandolo.
-Cavolo! Allora era vero, non mi aveva raccontato una stronzata- disse ridendo per Marcus .
-Tu? hai la ragazza?- chiesi
-No... non mi sono mai interessato a queste cose- disse diventando un po' rosso.
-L'hai mai avuta?- chiesi
-Si si, prima nella vecchia scuola ero stato con una ragazza bellissima, ma trasferendomi in questa scuola ci siamo lasciati- disse con una punta di tristezza.
-Ma non potevate frequentarvi anche fuori da scuola?- la pasta era finita come anche la coca così mi alzai seguito da Max per andare fuori.
-Non voleva- disse
-Allora non era quella giusta- dissi mettendogli una mano sulla spalla.
-Jessica...- disse a bassa voce
-Dimmi-
-Chi è Alexander?- disse uscendo fuori da scuola. ci sedemmo sotto gli alberi, senza nessun tipo di telo per proteggerci dalla terra.
-OH beh... Innanzitutto, vuoi?- chiesi indicando le mie sigarette. Lui annuì prendendole una e accendendosela.
-Alexander è uno tosto, il tipico bad boy, il più cazzuto dei cazzutti- dissi ridendo e buttando fuori il fumo insieme a Max.
-Non ci siamo mai piaciuti, io a lui e lui a me. Un giorno in particolare cominciò a stuzzicarmi perché mi ero messa con Marcus. Finimmo in presidenza lui con due punti sul mento e io con un livido sul braccio. Diciamo che da quel giorno stiamo a distanza- mi fermai per buttare fuori di nuovo il fumo.
-Una settimana fa, circa, Marcus diede una festa e non andò proprio bene... Alexander finì in ospedale non per colpa mia, Marcus lo aveva aggredito con un coltellino svizzero. E' uscito ieri ma poi non ci siamo più sentiti- e penso che non ci sentiremo più.
Max stava alternando lo sguardo tra me e il prato buttando fuori dalla bocca nuvole dense e cariche di fumo.
-Capisco...- disse guardandomi
-La prossima settimana c'è la partita, Marcus darà una festa di sera, ti volevo chiedere se volevi venire- stavo per rispondere di no, ma aggiunse.
-Con me-
-Ci sarò- dissi alzandomi e spegnendo la sigaretta per poi buttarla nel cestino.
Risuonò la campanella e tutti gli studenti rientrarono compresi noi. Dopodiché finite le lezioni uscì e mi avviai a casa per fare qualcosa di diverso dalle altre volte.

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HEY PEOPLE!
SCUSATE SE NON AGGIORNO OGNI SETTIMANA, GIORNO... ORA... MA HO PROBLEMI OVUNQUE, SCUOLA, SPORT, FAMIGLIA E ANCHE TEMPO. SPERO CHE QUESTI CAPITOLO SIA ABBASTANZA PER FARMI PERDONARE.
BACI MRTℹ

Spie. Un gioco sporcoWhere stories live. Discover now